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 IFTS

SCUOLA – FORMAZIONE – LAVORO
IL DOCUMENTO FIS


Una nuova iniziativa per dare ai giovani maggiori opportunità di inserirsi nel mondo del lavoro, migliorando le loro
competenze professionali.


IL FIS

Il documento sulla Formazione tecnico-professionale Superiore Integrata propone la costituzione di un sistema policentrico, con la riorganizzazione e l’innovazione nei settori:

  • sistema dei diplomi universitari
  • istruzione scolastica post-diploma
  • formazione professionale regionale
  • formazione privata sistematica

IL FIS

E’ destinato a studenti giovani e a lavoratori adulti in possesso di un diploma di scuola media superiore

IL FIS

Ha la finalità di rafforzare la capacità di formare fasce intermedie di lavoratori della conoscenza -ossia tecnici, professionisti d’azienda, operatori qualificati- rapidamente inseribili nelle imprese, nelle pubbliche amministrazioni, nel lavoro, in un sistema in linea con gli standard europei, attraverso una centratura di tutto il programma di intervento sul mercato del lavoro, sul potenziamento delle persone, sul riequilibrio territoriale

IL FIS

E’ stato redatto con i contributi dei ministeri della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, del Lavoro e della Previdenza Sociale, del Coordinamento delle Regioni, di rappresentanti dei Rettori delle Università Italiane, della Confindustria, dei Sindacati Confederali CGIL CISL e UIL.

E’ stato approvato il 9 luglio 1998 dalla Conferenza Stato-Regioni unificata.

L’IFTS

L’innovazione principale, all’interno del quadro delineato dal FIS, è l’avvio sperimentale di un nuovo percorso formativo post-secondario non universitario e non in continuità con la scuola superiore denominato Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), i cui primi Progetti Pilota partiranno entro il 1998.





LA FORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE SUPERIORE INTEGRATA (FIS)



SINTESI



1. In che cosa consiste l'innovazione
Si presenta la sintesi del documento sulla Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS), su cui è stata registrata una potenziale convergenza fra il ministero della Pubblica Istruzione, il ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, il ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, le Regioni, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, la Confindustria, i Sindacati Confederali CGIL CISL e UIL. Esso assume le linee generali contenute nel documento del 16 aprile 1998, redatto dal gruppo di studio del coordinamento tecnico fra le Regioni.

Il documento propone due principali innovazioni nel nostro ordinamento:

a) la promozione -attraverso politiche e azioni a livello nazionale e regionale- di un sistema plurale e policentrico di Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS), destinato a studenti giovani e a lavoratori adulti in possesso di un diploma di scuola media superiore. Tale processo tende a investire e innovare nel sistema dei diplomi universitari, nell'istruzione scolastica post-diploma, nella formazione professionale regionale e nella formazione privata sistematica, rafforzando la capacità di formare fasce intermedie di lavoratori della conoscenza -ossia tecnici, professionisti d'azienda, operatori qualificati- rapidamente inseribili nelle imprese, nelle pubbliche amministrazioni, nel lavoro. Si persegue una forte sinergia fra le diverse componenti curricolari e le diverse istituzioni del sistema di Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata, attraverso una centratura di tutto il programma di intervento sul mercato del lavoro e sul potenziamento delle persone. Verranno assicurati: a livello nazionale, un impegno al massimo livello istituzionale e tecnico nella concezione del nuovo sistema in linea con gli standard europei; a livello regionale, nella programmazione, coordinamento e gestione con la presenza e la valorizzazione di tutti i soggetti formativi attivi nel campo. Si intende costituire in tre anni, a partire dal 1998, un sistema integrato e complessivamente potenziato di ordini di grandezza, dove sia forte l'alternanza fra la formazione in aula e la formazione pratica nei luoghi di lavoro, che sia differenziato e governato, che rispetti le autonomie tecniche e gestionali di tutti i soggetti. Tale sistema, di cui l'Italia oggi non dispone, sarà in linea con le esperienze europee, ma si distinguerà sia dai sistemi duali tedeschi e austriaci sia dai sistemi integrati con l'università come quello francese e spagnolo. Esso assume il territorio -nel contesto dell'U.e.- come unità di riferimento dello sviluppo secondo un modello di governo decentrato, che valorizza il ruolo del dialogo: sociale.

b) L'avvio sperimentale di un nuovo percorso formativo post-secondario non universitario e non in continuità con la scuola superiore denominato Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IIFTS), di cui vengono forniti i primi lineamenti e criteri di attuazione. Esso fornirà corsi della durata da due a quattro semestri, si svolgerà sempre in alternanza fra aula e esperienze pratiche, sarà realizzato attraverso solide collaborazioni istituzionali e da forte aderenza al mondo del lavoro. Esso sarà parte integrante della Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS). Poichè esso è un esperimento nuovo ("green field"), tenderà a rappresentare sia un fattore di esempio e di trascinamento per tutta la più generale promozione della FIS sia un vasto esperimento da inserire nel processo di innovazione didattica, organizzativa e professionale nel sistema della Pubblica Istruzione, della Formazione Regionale e dell'Università.

2. Perché la Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS)

La progettazione del nuovo sistema avviene nel quadro delle indicazioni dell'accordo per il lavoro del 24 Settembre 1996, espandendone le applicazioni e gli impegni. Esso stabilisce che:
"Va istituito, accanto all'offerta universitaria, un sistema di formazione superiore non in continuità rispetto alla scuola secondaria superiore, caratterizzata da:
· collegamento stretto con le dinamiche occupazionali ed aderenza con le problematiche professionali ed aziendali
· coinvolgimento dei vari soggetti formativi del mondo della produzione, delle professioni, della ricerca etc.
· massima flessibilità anche attraverso l'utilizzo di docenti esterni
· uso delle tecnologie educative e introduzione di nuove didattiche attive, fondate sul problem solving e sulla formazione in alternanza
· sistema integrato di certificazione.
Alle Regioni spetta, sulla base di indirizzi nazionali, la funzione di programmazione e coordinamento delle esperienze presenti sul territorio, anche ricorrendo ad accordi di programma, secondo quanto previsto dal l. 236/93, dagli accordi fra le parti e dall'intesa Governo e Regioni.
La gestione delle attività dovrà vedere la partecipazione di tutti i soggetti presenti sul territorio (formazione professionale, università, scuola, mondo del lavoro e delle professioni) nella logica dell'utilizzo ottimale delle risorse esistenti e della valorizzazione delle esperienze d'eccellenza".
Un gran numero di atti legislativi ( fra cui la legge 59/1997 ; la legge n. 440/ 1997...) , di atti di indirizzo e programmatici ( fra cui. il documento di lavoro sul "Riordino dei cicli scolastici" del gennaio 1997; il documento "Istruzione scolastica, formazione professionale e lavoro" del 5 giugno 1997 della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome; il documento del Gruppo di Studio del coordinamento tecnico delle Regioni sulla Formazione Tecnico-Professionale superiore integrata del 16 Aprile 1998) hanno rafforzato e precisato le ragioni e gli indirizzi per dare attuazione al patto per il lavoro e alle sue ragioni di fondo .

Il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria 1999-2001, infine, mantiene questo impegno poiché individua tra le priorità la "estensione e sviluppo della formazione superiore non universitaria e della formazione tecnica superiore, della formazione per l'apprendistato e dell'educazione degli adulti" e "l'integrazione fra sistema di istruzione e sistema della formazione professionale a sostegno delle politiche attive del lavoro ....anche attraverso percorsi comuni istruzione-formazione professionale, estensione degli stage e delle occasioni di incontro della scuola con il mondo del lavoro".


3. I quattro assi del FIS

I quattro assi del nuovo sistema dell'istruzione e della formazione come infrastrutture essenziali per lo sviluppo del Paese sono: l'aumento dell'occupazione e il riequilibrio territoriale, il sostegno ai bisogni di pari opportunità e di promozione umana e professionale delle nuove generazioni, l'allineamento del Paese all'economia della conoscenza, il traino di una generale riqualificazione del mondo del lavoro.

a) Il primo principio fondamentale è che l'istruzione e la formazione vanno considerate infrastrutture essenziali per il riequilibrio territoriale, il rilancio produttivo, l'aumento dell'occupazione e lo sviluppo sociale e culturale del Paese. Gli obiettivi centrali sono quindi la lotta alla disoccupazione giovanile in tutto il Paese - soprattutto nel Mezzogiorno- e l'azione per fornire risorse qualificate al sistema produttivo.

b) Il secondo asse del progetto è costituito dall'aumento -nell'ordine di grandezza- del numero di persone in possesso di una formazione successiva al diploma di scuola media superiore, attraverso la realizzazione di equità e pari opportunità nell'accesso al lavoro. L'obbiettivo è quello di portare la percentuale di chi ha completato un ciclo post-diploma (laurea, diplomi universitari, corsi post-diploma etc) dal 6-8% attuali almeno al 20% come in Germania, Francia e Gran Bretagna (se non al 30% degli Stati Uniti). L'aumento del grado di successo scolastico degli studenti di scuola media superiore che intraprendono un percorso di formazione universitario o non universitario, successivi al diploma, la riduzione della dispersione, la limitazione del numero di "fuori corso" universitari, la fine dei lunghi "parcheggi " degli studenti diplomati di scuola media superiore in scuole di modesta qualità, possono essere ottenuti solo attraverso manovre sulle infrastrutture formative: riforma dei cicli universitari (ad esempio bachelor, master, dottorato) e Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata.
c) Il terzo asse del progetto è l'allineamento del nostro Paese ad uno standard europeo e internazionale che vede uno sforzo straordinario per identificare e formare i "lavoratori della conoscenza"(dal 27% -visione restrittiva- fino al 50% -visione estesa e tendenziale-) del totale della popolazione lavorativa: essi sono coloro i quali -nel lavoro dipendente o autonomo- ricoprono ruoli di manager intermedi e quadri, professionals, tecnici, venditori qualificati, operai e impiegati con responsabilità e competenze di processo. La competitività internazionale dell'Italia dipenderà in misura crescente dalla qualità e dalla quantità delle persone ad elevata professionalità che il sistema educativo italiano sarà in grado di generare. La formazione universitaria e professionale superiore, in particolare, diventa quindi una leva strategica fondamentale per mantenere la competitività delle imprese e in conclusione per lo sviluppo sociale ed economico del Paese.

d) Il quarto asse del progetto è la risposta a domande di welfare e di estensione della qualificazione. Il sistema educativo non deve formare lavoratori della conoscenza che siano specialisti isolati, "teste d'uovo" ma figure di "nuovi professionisti " operanti entro e attraverso le organizzazioni, "know-net-workers" che trainino la qualificazione della maggior parte dei lavoratori. I lavoratori della conoscenza si differenziano in base alla combinazione delle conoscenze piuttosto che in base alla segmentazione e separazione delle conoscenze (quelle teoriche e astratte versus quelle pratiche e applicative, quelle di concezione versus di replicazione, di coordinamento e controllo versus di esecuzione).


Per conseguire questi obiettivi occorre superare in poco tempo antichi limiti del sistema educativo italiano, il relativo isolamento delle università italiane dai contesti economico-produttivi più vitali del Paese, l'autoreferenzialità del sistema della Pubblica Istruzione, la ineguale qualità della formazione professionale regionale, la debolezza e l'anarchia della formazione privata. Nei progetti di riforma e di collaborazione fra le diverse istituzioni formative e fra queste e il mondo delle imprese e delle amministrazioni è mancato nel passato un disegno di sistema e un piano di realizzazione efficace. Questo progetto vuole contribuire a superare in tempo breve questi limiti di merito e di metodo, valorizzando l'energia che proviene dalla qualità degli obbiettivi enunciati.


4. Il profilo essenziale della Formazione Tecnico Professionale Superiore Integrata (FIS )

Viene introdotto quale nuovo percorso formativo - non in continuità rispetto alla scuola secondaria superiore- l'Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IIFTS), integrato con i percorsi universitari, scolastici e di formazione professionale esistenti che vengono parallelamente innovati; il sistema complessivo viene denominato Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS).

Il modello di cambiamento previsto, quindi, non è quello di una impervia immediata riforma di tutto il sistema di formazione tecnico superiore e del suo governo, ma della definizione di un paradigma tendenziale dell'intero sistema di Formazione Tecnico-Professionale superiore integrata e dell'azione su 12 leve , fra cui l'avvio dell' IFTS.
Il modello di cambiamento previsto considera il nuovo percorso formativo IFTS oggetto di una progettazione green-field; ad essa verranno conferiti caratteri (modello di professionalizzazione, caratteristiche curricolari, percorso formativo scuola-lavoro, partenariato) tali da promuovere, senza imporla, una visione unitaria e partecipata della formazione terziaria con concrete realizzazioni.

Tuttavia -come accennato-il progetto definisce il paradigma dell'intero sistema di Formazione Tecnico-Professionale Superiore Intergrata, agendo su 12 leve di cui l'avvio della IFTS è una di esse.

La FIS nel suo complesso ha per oggetto la formazione di figure di tecnici e di professionisti nelle organizzazioni nonché di operatori qualificati in settori industriali e di servizio ad alta complessità tecnologica ed organizzativa, curando la più stretta vicinanza alle esigenze del mercato del lavoro soprattutto locale e regionale.

Si vuole sviluppare un sistema complesso, policentrico, che ponga in sinergia l'insieme dell'offerta formativa, statale e regionale. Esso è caratterizzato da un ampio ricorso all'alternanza, da flessibilità nei metodi e nei contenuti e da possibilità di passaggi dalla formazione al lavoro e viceversa; ciò si realizza attraverso l'integrazione fra formazione teorica e formazione pratica, riconoscendo particolare rilevanza alla funzione formativa del lavoro, da valorizzare attraverso continue attività di stage/tirocinio e momenti di inserimento nel lavoro, assistiti da apposite azioni di tutorship, ed attraverso la certificazione delle esperienze di apprendimento sul lavoro. Questo comporta altresì la costruzione di un impianto di certificazione dei percorsi e dei crediti, fondato su standard formativi omogenei, condiviso dalla scuola, dalla formazione professionale, dall'università, da realizzare con il coinvolgimento del sistema delle imprese e delle professioni.

Al sistema di Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS) possono accedere, di norma, coloro che sono in possesso di titolo di studio di scuola media superiore. Nel suo ambito essi possono conseguire certificazioni relative ad una pluralità di professioni e specializzazioni.

Il sistema di Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS), oltre a includere un nuovo canale di formazione non universitario, denominato Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), porta a sinergia le attuali articolazioni del sistema formativo:
1. la formazione professionale regionale di secondo livello;
2. la formazione post-diploma realizzata nel sistema della Pubblica Istruzione;
3. i diplomi Universitari (i DU in quanto tali, i DU Campus, i DU integrati con la formazione professionale.

La FIS, incluso il nuovo canale di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), si sviluppa, d'intesa con le Regioni, prevalentemente attraverso accordi di progetto, che integrino diversi soggetti del territorio (Scuole Medie Superiori, Università, Centri e Agenzie di Formazione Professionale, Imprese). Tali accordi sono stabiliti secondo le modalità procedurali e gestionali dalle singole Regioni. Attraverso tali strumenti i soggetti incaricati provvederanno ad una gestione concordata delle risorse messe a disposizione dall'Unione europea, dallo Stato, dalle Regioni, dagli Enti locali e da soggetti pubblici e privati.

5. Gli elementi chiave da progettare e sviluppare

La progettazione del nuovo assetto della FIS , fino dalla sua prima sperimentazione, tiene conto dei seguenti elementi:

1. elaborazione di una visione e di una lettura comune condivisa della evoluzione nella domanda di professionalità alte ed intermedie (lavoratori della conoscenza) e, in generale, della evoluzione del mercato del lavoro in una economia della conoscenza;

2. elaborazione di una visione condivisa dei bisogni, dei valori e dei vincoli dei vari segmenti della popolazione studentesca, che renda conto delle ragioni della dispersione e dell'insuccesso scolastico per rimuoverle e che consideri i bisogni di formazione, di professionalizzazione e di sviluppo delle carriere dei lavoratori occupati;

3. elaborazione di una visione comune della Formazione Tecnica-Superiore Integrata (FIS) come nuovo sistema di servizio:
· innovazione nella concezione del servizio formativo (offerta formativa e servizi accessori)
· differenziazione/segmentazione del mercato di destinazione ("vedere" e soddisfare l'articolazione del sistema di utenza)
· ottimazione del sistema d'offerta (riprogettare o progettare ex novo i sistemi di erogazione del servizio: scuole, università, centri di formazione professionale regionali etc.);

4. costruzione di un sistema condiviso di identificazione, classificazione, apprezzamento e monitoraggio, registrazione e certificazione delle competenze (cognitive, decisionali, integrative, comunicative, di problem solving etc) e del patrimonio professionale acquisito (ossia le tipologie di professionalità alte e intermedie conseguibili, definite per livello professionale finale di riferimento, per approccio professionale, per settore, per contenuto etc). Ciò al fine di pervenire ad un sistema riconoscibile di competenze "trasportabili e trasferibili", di aree professionali e professioni riconoscibili.
Molto importante è l'avvio di una sistematica rilevazione, sulla base di desk analysis, che utilizzi le indagini - realizzate dalle parti sociali - dei fabbisogni di formazione di tecnici intermedi da parte delle imprese e dei servizi, secondo bacini territoriali. I risultati di questa rilevazione vanno considerati come prerequisito per l'avvio della progettazione curricolare di corsi di Formazione Tecnico-Professionale Superiore;

5. concezione e sviluppo delle condizioni di protezione, supporto e mobilità degli allievi e della costruzione di possibilità di percorsi individualizzati. Il modello strutturale sarà centrato sulle condizioni di partecipazione degli iscritti, sull'obbiettivo di ridurre al minimo gli abbandoni; deve permettere l'ingresso in formazione anche di soggetti adulti, come supporto alla crescita e alla protezione della persona. Inoltre il nuovo sistema deve fondarsi su solidi e permanenti servizi di accompagnamento affidati a personale dedicato e altamente specializzato. Tali servizi sono necessari in particolare nei seguenti campi: a. informazione, b. motivazione; c. orientamento; d. certificazione; e. valutazione delle competenze acquisite; f. consulenza formativa e professionale.

Ad ogni corsista deve essere assicurata la possibilità di costruire un percorso formativo adeguato alle proprie aspirazioni culturali e professionali, capace di tener conto dei livelli formativi di ciascun soggetto. Si consentiranno e si favoriranno percorsi formativi anche individualizzati. Tale orientamento riguarderà la scelta del tipo di contenuti, la loro composizione curricolare, la scelta dei tempi e dei ritmi di studio;

6. concezione e attuazione di nuovi sistemi per promuovere l'integrazione fra formazione d'aula e formazione sul lavoro in accordo fra sistema della formazione di ogni canale e mondo della produzione, nonché valorizzazione e certificazione delle esperienze di apprendimento sul lavoro, inclusi stages, formazione-lavoro, percorsi di alternanza scuola-lavoro, "training-on-the job", corsi aziendali e più in generale delle competenze acquisite in esperienze di lavoro precedenti, parallele o successive all'istruzione formale;

7. sviluppo di un sistema di crediti formativi a livello nazionale e possibilmente europeo che favorisca la mobilità lungo percorsi formativi differenti. Il potere di accreditamento spetta a ciascuno dei diversi tipi di soggetti cui è affidata l'attuazione delle attività e ciò avviene al termine di ogni modulo;

8. sviluppo ed estensione del sistema di valutazione a tutte le fasi e componenti dell'offerta formativa. Occorrerà valutare l'efficacia, l'efficienza e la qualità delle singole iniziative formative e creare un sistema di monitoraggio che sia utilizzato anche per il miglioramento continuo e la riprogettazione di strutture formative e di strutture consortili e associate;

9. misure e programmi per il riequilibrio territoriale, attraverso gli strumenti della programmazione contrattata previsti dalla legge n. 662/96, art. 2, comma 203;

10. visibilità dell'intera disponibilità di finanziamenti, indipendentemente dalla provenienza (U.e., Ministeri, Regioni, Enti locali, privati) e dai destinatari dei finanziamenti, salve le responsabilità e le prerogative di ciascun attore, e costituzione di un master plan nazionale della Formazione Tecnico-Professionale Superiore (FIS). In particolare, per quanto concerne la IFTS la gestione delle risorse finanziarie ai diversi livelli -nazionale, regionale e locale- persegue la trasparenza delle modalità di integrazione e di complementarietà delle risorse sia nella fase di previsione che in quella di amministrazione e rendicontazione;

11. lo sviluppo della parte istituzionale prevede:
a) la concezione dell'architettura di un sistema di terziario formativo, formulato nel documento "La Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata". Tale documento potrà essere modificato in base a sperimentazioni e programmi da realizzarsi d'intesa con le Regioni
b) la sperimentazione relativa.

L'architettura della Formazione Tecnico Professionale Superiore Integrata (FIS) sarà caratterizzata - nella fase attuale - dalle tipologie dei percorsi formativi previsti dai vigenti ordinamenti, quali:
· i corsi di formazione professionale di secondo livello previsti dalla legge n.845/78
· i diplomi universitari
· i nuovi corsi di istruzione e formazione tecnica superiore non universitaria .

E' opportuno che fin d'ora essi non siano trattati come tre sistemi fra loro impermeabili . Al contrario attraverso il riconoscimento dei crediti ed un sistema integrato di certificazioni, tali tre sistemi dovranno divenire culturalmente e operativamente permeabili e ogni studente deve essere facilitato a muoversi tra l'uno e l'altro fino ai livelli più alti.

Non dovranno inoltre essere tre sistemi con una competenza distintiva definita rigidamente sulle durate dei corsi o sui destinatari o sugli enti erogatori, né caratterizzata da una standardizzazione dei corsi a livello nazionale. La Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata rinuncia all'idea di un assetto istituzionale rigido. La continua evoluzione del mercato del lavoro nei diversi contesti regionali da una parte e la effettiva realizzazione del nuovo canale IFTS, l'evoluzione dell'offerta universitaria, l'innalzamento dell'offerta della Formazione Professionale dall'altra, creeranno una situazione dinamica di arricchimento e di crescente pluralità dell'offerta formativa di qualità; ciò consentirà la ridefinizione in un breve arco di tempo dell'offerta formativa, in base al mercato e alle competenze dimostrate.

Gli istituti formativi tradizionali potranno e dovranno essere innovati e altri ne dovranno sorgere. La formazione regionale dovrà essere meglio qualificata, i diplomi universitari dovranno essere migliorati nelle facoltà non tecniche e nel sud, i corsi erogati dagli Istituti secondari superiori non dovranno essere una estensione delle scuole superiori né dovranno essere autoreferenziati. Il nuovo ciclo IFTS non universitario non sarà un canale concorrenziale con gli altri ma premierà marcatamente iniziative associate, soprattutto consortili, fra diverse istituzioni e iniziative che prevedano alternanza fra aula e esperienza pratica nelle imprese e nelle amministrazioni; esso avrà un ruolo propulsivo nel cambiamento di tutte le forme di formazione terziaria;

12. all'interno del punto precedente la innovazione maggiore è quindi la progettazione, sviluppo e gestione di un nuovo canale formativo non in continuità rispetto alla scuola secondaria superiore che si aggiunge ai canali universitari, scolastici e di formazione professionale esistenti. Tale nuovo canale verrà denominato Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS).


6. L'offerta di un nuovo ciclo di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS)

La Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) è parte integrante della Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS), di cui rappresenta la parte di assoluta innovazione. La sua progettazione e gestione deve poter consentire quel superamento di vincoli e quello sviluppo esemplare che permetterà all'intero sistema FIS di affermarsi quantitativamente e qualitativamente .
La IFTS è il nuovo canale integrato fra la scuola, la formazione professionale e l'università. Essa fa parte, in attuazione del dlgs n.112/98, della programmazione regionale e si sviluppa tramite accordi con le Regioni, che assicurano l'integrazione dei diversi soggetti (scuole, università, centri ed agenzie di formazione, imprese e luoghi di lavoro), la destinazione concertata delle risorse, l'incentivazione della costituzione di forme consortili al fine di garantire il rapporto istruzione-formazione-lavoro. Deve essere assicurata la corrispondenza dei contenuti e delle modalità dei corsi alla domanda di formazione, quale emerge dall'analisi dei fabbisogni di competenze, sia in relazione ai giovani in prima formazione sia ai lavoratori occupati ed in mobilità, a partire dall'utilizzo delle indagini già realizzate dalle parti sociali. A tal fine, la Regione assicura il raccordo anche con le strutture deputate al governo delle politiche per il lavoro ed i servizi per l'impiego, in attuazione del dlgs n.469/97, nonché la concertazione con le parti sociali a livello territoriale.
L'intera disponibilità dei finanziamenti, indipendentemente dalla provenienza (U.e., Ministeri, Regioni, Enti locali, soggetti privati) e dai destinatari, sarà oggetto di pianificazione pluriennale nazionale (master plan) e di programmazione regionale, nonché di sperimentazione verificata e monitorata ai diversi livelli.

In particolare la IFTS avrà le seguenti caratteristiche:

· ha come missione quella di sviluppare un sistema di offerta aggiuntiva in grado di rispondere alle esigenze di ampi settori produttivi, caratterizzati da profonde trasformazioni tecnologiche e professionali e dalla internazionalizzazione dei mercati, con particolare attenzione alle medie imprese e ai sistemi di piccole imprese (distretti). Ad esempio agricoltura, ambiente, industria manifatturiera, meccanica, telecomunicazioni, turismo, trasporti, servizi finanziari, servizi alla persona, etc. Essa avrà come riferimento le imprese, il lavoro autonomo e le pubbliche amministrazioni

· assicurerà una formazione tecnica e professionale, approfondita e mirata, soprattutto con riferimento alla ricerca, sviluppo e implementazione di tecnologie applicate nei prodotti e nei processi e con riferimento ai servizi moderni supportati da tecnologie dell'informazione e della comunicazione

· tenderà a favorire quel surplus di conoscenze e competenze che possano generare imprenditorialità nelle piccole imprese

· potrà costituire uno strumento per colmare i gravi squilibri - oggi esistenti- nell'offerta formativi di base di alcuni settori produttivi

· potrà assicurare un positivo effetto di feedback sui curricoli scolastici, per potenziarne il raccordo con la formazione ed il lavoro

· considerate la flessibilità e la veloce trasformazione prevedibili riguardo alle competenze e alle attività, l'elemento centrale della professionalità acquisita nei corsi IFTS consisterà nella capacità di far fronte a situazioni nuove, di controllare il contesto di inserimento, e di assumere ad ogni livello precise responsabilità rispetto alla qualità del processo lavorativo

· i percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore - pur se orientati verso concrete abilità professionali da acquisire con esperienze pratiche - dovranno essere costruiti tenendo conto di standard di livello nazionale e comunitario con un adeguato spessore culturale e metodologico. Essi devono corrispondere non solo ai bisogni formativi e alle figure professionali -market oriented- richiesti dalle imprese, ma soprattutto all'esigenza -welfare oriented- di valorizzare il capitale umano come fattore di stimolo delle economie locali.

I curricoli dei corsi IFTS avranno queste caratteristiche specifiche:

· i curricoli saranno basati su standard nazionali, potenzialmente spendibili nell'U.e., collegati con le esigenze di sviluppo delle realtà locali

· si favorirà l'inclusione direttamente nel percorso di periodi di formazione-lavoro, stages in azienda o in strutture pubbliche e altre attività formative o professionalizzanti sul campo; dovranno esservi intervallate anche vere e proprie attività lavorative

· vi sarà una parte consistente di studio su materie di base che assicurino soprattutto solide conoscenze scientifico-tecnologiche, in modo da favorire l'apertura mentale e la flessibilità dell'allievo (conoscenze esperte che consentano la diagnostica e la decisione) su materie applicative (che consentano l'acquisizione di competenze realizzative e contestuali) e su materie comportamentali (comunicazione, soluzione di problemi, integrazione, team building etc. .

I corsi di IFTS hanno una durata minima di due semestri, in modo da poter accedere al riconoscimento internazionale dell'Unione europea, secondo la direttiva 92/51/CEE e una durata massima di quattro semestri, in modo da facilitare l'eventuale prosecuzione degli studi nei corsi universitari di diploma e di laurea, con particolare riferimento a quelli attivati nei politecnici.
Gli stage aziendali e i tirocini formativi sono obbligatori per non meno del 30 - 40 % della durata dei corsi, da svolgersi preferibilmente -almeno in parte- in altri Paesi, anche non appartenenti all'U.e..

La docenza deve essere reclutata per non meno del 50% dal mondo della produzione, delle professioni e del lavoro.
I corsi di Formazione Tecnica Superiore non devono essere legati alle tradizionali scansioni temporali dell'anno scolastico e accademico. E' anzi opportuna una concentrazione delle date di inizio in coincidenza con l'inizio del secondo semestre universitario per favorire i passaggi.
Sarà realizzato un sistema integrato di certificazione come previsto nell'Accordo per il lavoro. A conclusione dei percorsi formativi IFTS si potranno conseguire -attraverso accordi con le singole Regioni- attestati validi nel sistema di istruzione e accreditabili in sede internazionale nonché al tempo stesso qualifiche professionali di 2° livello riconosciute dalla Regione. Tali riconoscimenti avranno lo scopo di non penalizzare la possibile mobilità internazionale di coloro che abbiano seguito tali percorsi e che aspirino ad essere occupati in un altro Paese dell'U.e.. Tali certificazioni rafforzeranno la comunicabilità internazionale e nazionale dei percorsi formativi . Ovviamente la singola impresa o la singola pubblica amministrazione sono chiamate a completare il percorso formativo con esperienze di lavoro tali da consentire una piena acquisizione di quelle competenze professionali praticate e provate che diano ulteriore valore alla persona sul mercato del lavoro.
Gli attestati finali dovranno rendere trasparenti le conoscenze e le competenze effettivamente acquisite a conclusione dei corsi.

La sperimentazione.

A partire dal 1998, si avvierà un piano di sperimentazione controllata di ogni progetto pilota di IFTS, nel quadro delle norme contenute nel d.lgs. n. 112/97 e secondo le prospettive di sviluppo delineate nel documento di programmazione economico-finanziaria 1999-2001.
Con le Regioni interessate, verrà redatto un protocollo nel quale saranno specificati:
· i piani di sperimentazione da attivare nelle diverse realtà
· i criteri e le modalità di valutazione dei progetti
· il sistema di monitoraggio attivo delle esperienze condotte, incluso l'aggiornamento dei formatori
· le modalità di diffusione dei risultati.

I progetti pilota contenuti nei piani di sperimentazione dovranno prevedere la definizione degli obiettivi, l'indicazione delle risorse impegnate, dei soggetti coinvolti e delle loro responsabilità, la programmazione dei corsi in funzione degli obiettivi, un preciso dispositivo di monitoraggio e valutazione dei singoli interventi locali e del sistema di programmazione, gestione e organizzazione a livello regionale.

I progetti pilota saranno finalizzati alla definizione degli standard delle competenze che dovranno essere acquisite a conclusione dei corsi di IFTS nonché delle linee guida che dovranno presiedere alla progettazione, all'organizzazione e alla valutazione dei curriculi, in modo da facilitarne il loro accreditamento internazionale.

Le Regioni interessate sono invitate a segnalare entro il 15 settembre 1998 la disponibilità ad avviare progetti pilota da realizzare nel corrente anno in base a specifici accordi, dandone comunicazione al ministero della Pubblica Istruzione, ufficio Studi e Programmazione. Essi saranno finanziati con le risorse del bilancio del ministero della Pubblica Istruzione, oltre a quelle che le Regioni, gli Enti locali e gli altri soggetti interessati metteranno a disposizione. Nell'indicazione delle risorse potrà farsi riferimento anche a quelle strutturali, umane e materiali.

La sperimentazione dovrà essere condotta in modo da consentire la generalizzazione dei risultati nell'arco di tempo previsto dal Comitato di Progettazione di cui al successivo paragrafo 7. Alla Conferenza Stato-Regioni spetta la valutazione conclusiva del primo biennio di sperimentazione.


7. Responsabilità di indirizzo, programmazione, valutazione e controllo

Per la progettazione ed il lancio della Formazione Tecnico-Professionale Superiore Integrata (FIS) verrà costituito un Comitato di Progettazione con incarico a termine. Esso includerà tre rappresentanti del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, tre del ministero della Pubblica Istruzione, tre del ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (compresivi della rappresentanza della Conferenza dei Rettori delle Università italiane), che riferiranno - per le opzioni generali- direttamente ai Ministri competenti e da sei rappresentanti delle Regioni, designati dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, e tre rappresentanti designati dalla Conferenza Città ed Autonomie locali, oltre alle Parti Sociali (i Sindacati Confederali CGIL, CISL e Uil e Confindustria). Ai lavori del Comitato parteciperanno inoltre i rappresentanti delle Amministrazioni centrali dello Stato individuate dal Comitato stesso in base alle tematiche trattate.
Altri soggetti quali - ad esempio- l'ISTAT, il CNEL, l'Unioncamere, gli Ordini professionali, il CEDE potranno offrire importanti contributi di consulenza e di assistenza tecnica su specifiche esigenze.
Il Comitato di progettazione, in particolare, dovrà formulare:
· un documento di visione della domanda di professionalità elevata
· analisi e opzioni per l'allineamento alla situazione europea
· linee per la trasparenza e certificazione di competenze e professioni
· linee e regole di collaborazione fra scuola e sistema produttivo, soprattutto per l'integrazione fra formazione d'aula e formazione sul lavoro
· modalità per la estensione della valutazione ad ogni esperienza e ad ogni struttura formativa
· azioni per l'accelerazione dell'impiego dei crediti formativi
· iniziative per promuovere- nei tempi più brevi - consorzi nazionali e interregionali
· indicazioni sulle condizioni per integrare le azioni nei patti territoriali e nei contratti d'area per il riequilibrio territoriale
· le linee generali per attivare il nuovo canale formativo (non universitario) di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS).
· strumenti e metodologie per la visibilità dei finanziamenti e per promuoverne l'ottenimento dai vari soggetti aventi diritto (master plan), per la rigorosa programmazione dei flussi finanziari, dei tempi e delle risorse in funzione degli obiettivi.
Il Comitato di progettazione inoltre esaminerà i progetti pilota presentati dalle Regioni. I compiti amministrativi relativi al funzionamento del Comitato saranno curati dal ministero della Pubblica Istruzione secondo modalità concordate con il ministero del Lavoro e con il MURST.


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