Ti trovi in:  Home > DG Affari Internazionali > Comunicato Bruxelles 28 novembre 2011

dg affari internazionali
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
Uff. II


Unione Europea. Consiglio Istruzione , Cultura, Gioventu' e Sport
Bruxelles 28 novembre 2011

Il 28 novembre si è svolto a Bruxelles il Consiglio Istruzione, Cultura, Gioventu' e Sport della Presidenza Polacca. Durante i lavori gli Stati membri hanno adottato i seguenti documenti.

"Conclusioni del Consiglio su Competenze linguistiche ai fini di una maggiore mobilita'"
La conoscenza delle lingue contribuisce a migliorare le prospettive occupazionali e la mobilita' transnazionale, accrescendo la competitivita' delle nostre economie.
Le conclusioni sottolineano l'importanza di sostenere l'apprendimento delle lingue a tutti i livelli dell'istruzione rilevando che il plurilinguismo e' un valore fondamentale nell'era della globalizzazione, mentre la mancata conoscenza delle lingue rappresenta un ostacolo alla mobilita'.
"Conclusioni del Consiglio su Modernizzazione dell'istruzione superiore"
Nell'introdurre il tema, la Presidenza ha evidenziato il ruolo chiave del sistema universitario europeo (4000 universita', 19 milioni di studenti, 1,5 milioni di docenti) nel fornire risorse umane di qualita' e ricerca all'avanguardia. La diversita' e' il suo punto di forza, ma il suo potenziale resta sottoutilizzato, poiche' manca un raccordo efficace col mercato del lavoro. Su tale aspetto l'UE e' in ritardo rispetto ai concorrenti internazionali, mentre e' necessario porre maggiore attenzione alla qualita', riducendo la tendenza all'accademismo. E' importante una maggiore cooperazione tra le universita' a livello europeo ed internazionale, cosi' come una collaborazione piu' intensa tra le autorita' accademiche e le autorita' pubbliche. Si potra' in tal modo accrescere la competitivita' del nostro sistema, attraendo studenti e docenti da paesi terzi.
"Risoluzione del Consiglio su un' Agenda europea rinnovata per l'apprendimento degli adulti"
Si tratta di un tema spesso sottovalutato ma cruciale in un'Europa che invecchia e dove la crisi ha aggravato la disoccupazione. E' l'unico ambito in cui si registra un arretramento nelle performance ed una lontananza significativa dall'obiettivo quantitativo deciso nell'ambito della strategia "Istruzione e Formazione 2020".
La sfida e' quella di sviluppare creativita', capacita' d'innovazione e spirito imprenditoriale negli adulti che sono usciti dal percorso d'apprendimento.
L'agenda elabora una visione di lungo periodo fino al 2020, con temi prioritari d'azione ben definiti che si concentrano sulle conoscenze di base, anche informatiche, e sui soggetti che hanno abbandonato precocemente la scuola.
"Conclusioni del Consiglio sul criterio di riferimento nel settore della mobilita' per l'apprendimento"
La mobilita' nell'apprendimento riveste una notevole importanza non solo per gli effetti benefici sull'occupabilita' delle giovani generazioni, ma anche per sviluppare la multiculturalita' e migliorare la qualita' globale dell'istruzione/formazione nell'UE.
E'pertanto fondamentale cercare di ridurre gli ostacoli che ancora limitano questa esperienza altamente formativa. Il Consiglio ha quindi deciso di prendere in considerazione possibili "benchmark" quantitativi prevedendo due diversi criteri, uno per l'istruzione universitaria e uno per
l'istruzione/formazione professionale iniziale.
La Commissione ha inoltre voluto rassicurare gli Stati membri, indicando che tali criteri riguardano l'insieme dell'Unione e non i singoli Stati membri, e che si terra' sempre conto della diversita' dei punti di partenza in sede di verifica.
Il Consiglio si è soffermato anche su una tema di particolare attualità: "Investire efficacemente nell'istruzione e nella formazione in tempo di crisi". Il Dibattito ha sottolineato che, nonostante la crisi dei debiti sovrani e le conseguenti pressioni sui conti pubblici negli Stati membri, molti osservatori restino convinti che i bilanci dedicati all'istruzione debbano essere salvaguardati. Ma poiche' anche questo settore e' chiamato a concorrere agli sforzi di riequilibrio, diventa cruciale rendere gli investimenti efficaci.
Gli studi presentati hanno fatto emergere i vantaggi a livello microeconomico dell'investimento in istruzione e hanno fornito importanti suggerimenti per massimizzare l'efficacia di questi investimenti, sia a livello dell'istruzione prescolare e scolastica che a livello universitario.
Gli interventi delle varie delegazioni hanno messo in luce una generale consapevolezza circa l'esigenza di concentrare gli investimenti nell'istruzione per accrescerne l'efficacia, illustrando esperienze e soluzioni che sembrano aver prodotto buoni risultati.

Da parte italiana si e' rimarcato come l'azione complessiva intrapresa nel settore istruzione nel nostro Paese intenda coniugare il potenziamento della competitivita' con l'esigenza di un forte contenimento della spesa, e come le riforme intraprese nel settore educativo si sostanzino in misure di sistema che contemperano la ridefinizione dei diversi settori formativi a tutti i livelli.
Si e' anche sottolineata la razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie della riforma adottata in Italia, immediatamente seguita dalla riforma dei curricoli e dalla razionalizzazione della rete delle istituzioni scolastiche e dal riallineamento alla media europea del rapporto studenti/insegnanti.
Sono stati illustrati gli elementi trasversali che hanno caratterizzato i processi di riforma nella scuola in Italia: la promozione di una piu' diffusa cultura della valutazione, la valorizzazione dell'offerta formativa nell'area dell'istruzione tecnica e professionale, il riequilibrio delle disparita' territoriali attraverso azioni di sistema mirate all'innalzamento delle competenze di base; l'abbattimento del tasso di dispersione scolastica.
Sono infine state richiamate alcune azioni chiave sperimentate in Italia, quali individuare l'azienda come luogo di formazione, il ricercare un maggiore raccordo tra sistema formativo ed esigenze del sistema produttivo, il rilancio dell'apprendistato e dei tirocini.