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Il Ministro Letizia Moratti: “Ecco il nostro piano d’azione contro i diplomifici”

(Roma, 21 luglio 2004) Si è concluso oggi, presso la Commissione Cultura e Istruzione del Senato, il dibattito sulla relazione triennale della Legge 62 del 2000, recante norme sulla parità scolastica e il diritto allo studio. Il Ministro Letizia Moratti – accogliendo quanto i senatori avevano sollecitato nei loro interventi - ha riaffermato l’impegno a proseguire il percorso di piena attuazione della Legge 62, al fine di rendere effettivi i principi ed i valori sanciti dalla Legge stessa, quali la libertà di scelta delle famiglie e la pluralità dell’offerta formativa.

Raccogliendo anche il contributo della Commissione di indagine e di studio sull’area dell’istruzione non statale – istituita dallo stesso Ministro con il compito di intervenire amministrativamente sulle questioni poste in evidenza dalle recenti indagini giudiziarie della Procura di Verona - il Ministro ha presentato gli strumenti atti a superare le storiche anomalie che hanno portato al fenomeno dei cosiddetti “diplomifici”, con provvedimenti sul piano amministrativo e legislativo.

Il Ministro Moratti ha annunciato le misure che saranno quanto prima adottate dal Ministero. “Anzitutto”, ha detto, “sarà prescritto, quale requisito indispensabile per il riconoscimento ed il mantenimento della parità nelle scuole di secondo grado, un numero minimo di 8 – 10 studenti per classe, escludendo la possibilità di ‘classi articolate’. Inoltre, nel caso in cui in una scuola non vi sia un corso completo di studi, ma soltanto una classe collaterale – che non sia la prima – sarà revocata la parità al corso incompleto”.

“Sia per le scuole statali che per quelle paritarie, con riferimento ai candidati interni”, ha aggiunto il Ministro, “verrà fissata una percentuale di frequenza minima obbligatoria per consentire l’accesso agli scrutini ed agli esami di Stato. Quanto agli esami di idoneità, sarà posto il vincolo di frequentare le lezioni nell’anno successivo, presso lo stesso istituto ove vengono sostenuti gli esami, pena la non ammissione agli scrutini o agli esami di Stato; infine”, ha concluso il Ministro, “le scuole non potranno superare una soglia di ricettività delle relative domande, pari al numero di studenti che completino le classi esistenti”.

Il Ministro ha proposto anche altri interventi, che richiedono invece la fonte legislativa, a cui si porrà mano con urgenza. In particolare, si esclude la possibilità di costituire commissioni per candidati soltanto esterni agli esami di Stato (ovvero saranno specificate in modo tassativo le condizioni per le deroghe).

Saranno rese più rigorose le condizioni di ammissione agli esami di Stato di candidati“ per merito” (i cosiddetti “ottisti”), prevedendo che si sia compiuto un regolare percorso scolastico senza alcun debito formativo in tutto il quinquennio, con la media del sette nello scrutinio finale del primo e del secondo anno del corso dei studi e con non meno di 8 decimi in ciascuna materia nello scrutinio finale del terzo e del quarto anno del corso stesso. Si prevede, infine, che sia nominato un Presidente per non più di due o tre commissioni d’esame.

Il Ministro ha comunicato che sono stati già revocati i riconoscimenti di parità alle scuole coinvolte nell’indagine giudiziaria e che è stato portato a termine il piano di vigilanza che ha visto impegnati 160 ispettori durante lo svolgimento degli esami di Stato.

Per il prossimo anno, verrà ulteriormente intensificata la vigilanza ispettiva e si procederà alle verifiche sistematiche relativamente alla permanenza dei requisiti di tutte le scuole paritarie, a partire dalle scuole secondarie di secondo grado.