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Comunicati Stampa - 5 Settembre 2005
"Eccellenza e meritocrazia per rilanciare la Ricerca italiana"

Il Ministro Moratti inaugura il Centro di Ingegneria antisismica di Pavia:
"Nuovi modelli di formazione avanzata per studenti da tutto il mondo"
"In quattro anni siamo riusciti a rinnovare profondamente il sistema della ricerca italiano, riformando gli enti e introducendo strumenti operativi efficaci che fanno leva sulla crescita e la valorizzazione del capitale umano, sull'internazionalizzazione, la multidisciplinarietà e la valutazione, focalizzando il nostro impegno su tre missioni fondamentali della ricerca: la ricerca per la qualità della vita, la ricerca per la competività delle nostre imprese, la ricerca per lo sviluppo sostenibile a livello globale. Inoltre abbiamo stimolato la collaborazione tra pubblico e privato su punti di forza e su settori strategici, l'utilizzo di una pluralità di fondi e di meccanismi di finanziamento, attraverso interventi che privilegiano l'eccellenza e la meritocrazia nella ricerca".

L'inaugurazione dell'European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering dello Iuss di Pavia è, per il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, l'occasione più favorevole per tracciare un bilancio degli interventi operati nel campo della ricerca nel corso del suo mandato, a pochi mesi dalla conclusione della legislatura.

"Non c'era mai stata in Italia una strategia complessiva di così vasta portata", ha spiegato il Ministro Moratti, citando i punti cardine del Programma nazionale della ricerca 2005-2007 approvato nel marzo scorso, "e oggi, a quattro anni dall'inizio della nostra azione cominciamo a raccogliere i primi positivi frutti della nostra azione. Lo stesso centro di eccellenza per l'Ingegneria antisismica che abbiamo inaugurato questa mattina a Pavia, rientra pienamente nelle strategie elaborate a livello nazionale secondo le linee di sviluppo indicate quattro anni fa dal Governo".

"Si tratta infatti di una struttura di alta formazione e ricerca", ha precisato il Ministro, "che opera nell'ambito della riduzione del rischio sismico con grandi Paesi in avanzata via di sviluppo e possibili futuri partner nell'Unione Europea come la Turchia. Al suo interno si sperimenteranno, con studenti provenienti dal Pakistan, dall'Iran, dal Nepal, da Cina, India, Giappone, dagli Usa, dalla Nuova Zelanda, dall'Australia e da tutti i paesi Europei, nuovi modelli di formazione avanzata che comportano una piena interazione tra master e dottorato e promuovono l'utilizzo appropriato dei dottori di ricerca su scala mondiale, anche in ambiti non esclusivamente accademici".

Un altro degli aspetti "virtuosi" evidenziati dal Ministro Moratti riguarda l'interazione tra formazione, ricerca e industria, che nell'attività del Centro di Pavia sta dando risultati di grande interesse: "In particolare le industrie italiane del settore delle costruzioni, soprattutto delle grandi infrastrutture quali ponti, strade, porti nelle aree sismiche, possono estendere attraverso la collaborazione con il Centro la propria leadership a livello mondiale".

In particolare, per quanto riguarda l'area di eccellenza che si è creata a Pavia per la formazione e la ricerca nel settore della microelettronica analogica e mista, che ha già richiamato la presenza di alcune società di importanza internazionale, prima fra tutte la ST-Microelectronics, e sta suscitando l'interesse di altri colossi della microelettronica quali la Marvel, il Ministro ha valutato favorevolmente la proposta di aprire a Pavia un laboratorio di R&S che a regime potrebbe ospitare circa 200 ricercatori. "Stiamo lavorando con il rettore Schmid", ha spiegato Letizia Moratti, "affinché questo progetto possa concretizzarsi nel più breve tempo possibile con uno specifico accordo di programma, realizzando in tal modo un distretto di alta tecnologia nel quale aziende anche concorrenti tra loro possano convivere traendo vantaggio dalla presenza in un'area di ricerca e di sviluppo riconosciuta a livello internazionale".

"Nel 2001", ha proseguito il Ministro Moratti, "abbiamo ereditato una situazione, nel campo della ricerca, che necessitava di interventi di tipo strategico, caratterizzata da un consistente calo di competitività e da un senso di generale frustrazione in migliaia di nostri brillanti ricercatori e docenti, che nelle università e negli enti di ricerca erano talvolta costretti ad arrendersi di fronte a un appiattimento derivante dalla mancanza di una precisa strategia e di obiettivi. Le criticità riguardavano inoltre anche gli stanziamenti: una spesa pubblica ai minimi storici, dopo la progressiva riduzione nell'arco degli anni Novanta; un limitato investimento privato; una scarsa presenza di grandi industrie operanti nel settore hi-tech in un Paese caratterizzato da un elevato numero di piccole e medie imprese; un basso numero di ricercatori, con età media elevata; scarsa interazione tra gli interlocutori interessati a sviluppo e innovazione; mancanza di un sistema di valutazione e infine una scarsa internazionalizzazione di carattere strategico".

Tra i risultati conseguiti attraverso le strategie attuate dal Governo Berlusconi in questo settore, nonostante il periodo di stagnazione economica, il Ministro Moratti ha voluto ricordare innanzitutto la ripresa degli investimenti dello Stato in ricerca (dal 2002 l'impegno dello Stato è aumentato fino a raggiungere l'attuale 0,72% del Pil, contro una media europea dello 0,68%) e lo stanziamento di 1.100 milioni di euro per 12 programmi strategici previsti dal Pnr in grado di incrementare la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali (settori: Ict, risparmio energetico, studio e trattamento di tumori e delle malattie degenerative con nuovi approcci derivanti dalla conoscenza del genoma umano, rilancio dell'industria farmaceutica, nuove applicazioni dell'industria biomedicale, sistemi avanzati di manifattura, potenziamento e sviluppo dell'industria motoristica, cantieristica aeronautica e d elicotteristica, materiali avanzati per applicazioni strutturali, sistemi di telecomunicazione innovativi a banda larga, prevenzione e intervento in caso di catastrofi naturali, valorizzazione dei prodotti tipici dell'agroalimentare e infine trasporti e logistica avanzata).

Ma numerose altre misure sono state messe in campo. Nel periodo 2002-2005 sono stanziati attraverso il Firb, Fondo investimenti ricerca di base, 600 milioni di euro per grandi progetti di ricerca in aree strategiche e laboratori pubblico-privati (bioscienze, infoscienze, nanoscienze) con il coinvolgimento di oltre 4.000 tra ricercatori e tecnici, 1.500 dei quali nuovi assunti.

Per quanto riguarda il Mezzogiorno, sono stati stanziati 460 milioni di euro per il sostegno della ricerca industriale e l'istituzione di 12 nuovi laboratori pubblico-privati. Sempre per il Mezzogiorno sono stati finanziati fino ad oggi 2.250 progetti di ricerca e di alta formazione nei settori strategici con 31.000 giovani formati nell'ambito del Pon, Programma operativo nazionale che mobilita nel periodo 2000-2006 un valore complessivo di 2.000 milioni di euro.

Sono stati inoltre avviati 11 distretti di alta tecnologia con un potenziale di 3.500 nuovi posti da ricercatore in varie regioni italiane (Piemonte-settore wireless; Lombardia, tre distretti su biotecnologie, Ict, nuovi materiali; Veneto-nanotecnologie; Liguria-sistemi intelligenti integrati; Emilia Romagna-meccanica avanzata; Friuli Venezia Giulia-biomedicina molecolare; Lazio-aerospazio; Campania-materiali polimerici compositi; Sicilia-micro e nanosistemi. Sono in corso di attivazione altri distretti in Toscana e nel Mezzogiorno;

Il numero dei brevetti è aumentato del 47% in quattro anni i brevetti (da 2.879 a 4.235); il Miur ha inoltre firmato circa 70 accordi di collaborazione paritetici, sia sotto il profilo scientifico che quello finanziario, con alcuni tra i più prestigiosi centri di ricerca e atenei di Stati Uniti, India, Giappone, Russia, Gran Bretagna, Israele, Tunisia, Marocco, Francia, Spagna, Portogallo, Egitto, Giordania, Canada e, da ultimo, Cina. Infine, è stato introdotto meccanismi di finanziamento fortemente innovativi delle Università, che prevedono per la prima volta di "premiare" i risultati della ricerca. L'assegnazione delle risorse da parte dello Stato ai singoli atenei avverrà sulla base di 4 nuovi parametri: 30% in base agli studenti iscritti, esclusi le matricole e i fuoricorso; 30% risultati dei processi formativi, misurabili annualmente in termini di crediti (Cfu) acquisiti; 30% risultati delle attività di ricerca scientifica; 10% incentivi specifici.

"Il cammino per giungere alla completa trasformazione del sistema della ricerca italiano e raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo prefissi è ancora lungo", ha concluso Letizia Moratti, "ma penso che da questi bisognerà assolutamente partire nella primavera 2006 con l'inizio della nuova legislatura, se davvero si ha a cuore il futuro del nostro Paese".