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Il Ministro Moratti: "Ecco il nostro piano d'azione per migliorare le
conoscenze dei nostri ragazzi in Lettura, Matematica, Scienze"
In dieci punti la strategia del Miur dopo l'indagine Pisa-Ocse che vede gli studenti italiani
agli ultimi posti nelle competenze di base
Un piano d'azione in dieci punti per dare risposte concrete alla situazione emersa
dall'indagine annuale Pisa-Ocse che, anche nell'edizione pubblicata lo scorso dicembre, come in
quella del 2000, vede gli studenti italiani agli ultimi posti nelle conoscenze di base (lettura,
matematica, scienze). Lo ha presentato il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca,
Letizia Moratti, intervenendo oggi pomeriggio a Roma alla conclusione dei lavori della Conferenza
tecnica nazionale appositamente convocata.
"La riforma della scuola", ha detto il Ministro, "oltre a rispondere alle esigenze di ammodernamento
del sistema, intende dare soluzione anche al problema - che abbiamo ereditato - delle scarse
conoscenze e competenze di base dei nostri studenti. La riforma non investe ancora il secondo ciclo.
Contiamo di vedere i primi risultati del nostro piano d'azione proprio con l'applicazione della
riforma delle superiori".
Alla Conferenza hanno partecipato i direttori generali del Ministero, gli ispettori delle tre aree
disciplinari, rappresentanti dei docenti, dei capi d'istituto, delle associazioni professionali e
delle forze sociali. Hanno affiancato i lavori di sei gruppi di studio riuniti a Roma, con
riflessioni a livello locale, esperti e docenti riuniti in un centinaio di punti di collegamento in
tutta Italia e collegati in videoconferenza.
"Per mettere a punto gli interventi operativi", ha detto il Ministro Moratti, "realizzeremo una
cabina di regia nazionale collegata con cabine di regia regionali, in modo da monitorare le azioni
svolte a livello delle singole istituzioni scolastiche. Dobbiamo agire con tempestività, in modo che
già dalla prossima rilevazione Pisa si possa cogliere un trend positivo".
"L'indagine Pisa interpella l'intera nostra scuola sulle sue finalità", ha spiegato ancora il
Ministro. "L'istruzione non deve esaurirsi con l'apprendimento di saperi astratti, ma deve,
attraverso le conoscenze, promuovere abilità e competenze personali, che possono essere impiegate per
affrontare meglio e con maggiore soddisfazione di sé e degli altri i problemi della vita
quotidiana".
Ma ecco, in sintesi, il piano d'azione illustrato da Letizia Moratti.
- Dal sapere astratto alle competenze
Nella tradizione scolastica italiana è prevalente il fine della trasmissione di conoscenze ed
abilità disciplinari. Gli studenti "bravi" sono spesso quelli che "sanno" e "ripetono" quanto si
insegna loro.
L'indagine Pisa, in linea con la più recente legislazione scolastica dal Dpr 275/99 alla Legge di
Riforma 53/2003, conferma l'esigenza di trasformare la scuola da "sistema organizzato per
l'insegnamento" ad "ambiente di apprendimento" capace di portare gli studenti ad utilizzare i
saperi scolastici per crescere come persone che vivono nell'attuale società complessa.
Occorre, pertanto, favorire una riflessione ampia e articolata sulle modalità di insegnamento delle
discipline (Quale italiano? Quale matematica? Quali Scienze?), per spostare il baricentro dalla
sola trasmissione di conoscenze e abilità astratte (eccessivi contenuti ed eccessive sequenze di
tecniche esecutive) alla loro applicazione in contesti di problem solving.
- Puntare sulla formazione dei docenti
I docenti vanno sostenuti rispetto alle nuove modalità di insegnamento-apprendimento. Occorre una
diversa "formazione iniziale" che, come sarà presto indicato nel decreto attuativo dell'art. 5
della Legge 53/2003, sarà di tipo universitario e altamente professionalizzante sia sul versante
delle conoscenze che dal punto di vista della pratica educativa e didattica, appresa e verificata
in periodi di tirocinio nelle scuole. Rispetto a questa futura formazione dei docenti, molto utili
sembrano tutti gli spunti forniti dalle sessioni di questa conferenza, di cui terremo senz'altro
conto.
Occorre, contestualmente, una diversa "formazione in servizio" che, come è emerso, metta i docenti
in grado di progettare percorsi di formazione e auto-formazione, anche utilizzando le nuove
tecniche di e-learning. Dobbiamo, insieme, promuovere un formazione che conduca ogni docente ad
essere protagonista della ricerca educativa.
- Rafforzare le conoscenze, abilità e competenze in italiano, matematica,
scienze
Per rafforzare le conoscenze e le competenze degli studenti in italiano, matematica e scienze sono
necessarie le seguenti azioni:
- Maggiore rigore nella verifica delle conoscenze e abilità realmente possedute dagli studenti
durante e alla fine dei periodi didattici, in relazione ai livelli attesi per età e classe
frequentata.
- Assicurare agli studenti che non raggiungono i livelli attesi attività di recupero
obbligatorie all'interno dei piani di studio.
- Dare priorità all'interno dei piani di studio personalizzati (utilizzo delle ore opzionali
obbligatorie/facoltative) al recupero e sviluppo delle competenze in italiano, matematica e
scienze. Questo per consentire sia l'innalzamento dei livelli minimi sia per sviluppare
l'eccellenza.
- Incentivazione delle attività laboratoriali, come indispensabile modalità di apprendimento in
situazione.
- Utilizzo più diffuso degli strumenti didattici multimediali interattivi, per stimolare la
curiosità e il desiderio di conoscenza degli studenti.
- Aumentare le sinergie e le opportunità di educazione informale
Le migliori pratiche ci indicano che una sicura qualificazione della didattica degli insegnamenti
linguistici, matematici e scientifici proviene dall'attuazione di un rapporto sistematico tra
scuola e università.
Allo stesso modo, non va trascurato che gli studenti vengono stimolati a validi apprendimenti anche
attraverso attività di educazione informale e non formale di italiano, matematica e scienze. Ci si
riferisce ai pacchetti formativi del sistema delle Biblioteche, dei Musei, delle Imprese, delle
Associazioni ambientali, delle Amministrazioni territoriali che mirano a generare nei giovani
comportamenti "colti", attraverso modalità diverse da quelle scolastiche, ma certamente coerenti
con le finalità educative.
I piani dell'offerta formativa (Pof), nella valorizzazione più ampia possibile delle autonomie
scolastiche, dovranno arricchirsi di queste occasioni di apprendimento ed invitare il maggior
numero possibile di studenti ad aderirvi.
- Scambio delle migliori pratiche
Dalle rilevazioni Pisa emergono scuole più "indietro" di altre insieme a punte di "eccellenza".
Negli Istituti Professionali gli studenti che non posseggono il livello più elementare delle
competenze sono il doppio di quelli che si riscontrano negli Istituti Tecnici e il triplo di quelli
dei Licei.
Occorre ridurre il "gap" tra i risultati delle scuole, potenziando ed innalzando i livelli di
apprendimento per assicurare a tutti le competenze di base e diffondere l'eccellenza. Vanno a
questo scopo monitorati costantemente (in ingresso ed in uscita) i livelli in italiano, matematica
e scienze, nei diversi ordini di scuola.
Vanno altresì sviluppate le attività di personalizzazione e di orientamento e ri-orientamento
continuo. Per questo gli Uffici scolastici regionali di competenza devono favorire gli scambi delle
migliori pratiche con le aree del Paese che hanno riportato risultati più soddisfacenti.
Vanno inoltre utilizzate appieno le opportunità di scambio culturale e gemellaggio offerte
dall'Unione Europea per aumentare le occasioni di crescita e di confronto per le nostre
scuole.
- Dispersione scolastica: azioni di contrasto
Nei rendimenti degli studenti nelle diverse aree geografiche del Paese si registrano differenze
marcate. Nel Nord la percentuale di studenti con "scarse" competenze in italiano è molto contenuta
e in linea con quella dei Paesi con i risultati migliori. Viceversa, nel Sud la quota di studenti
al di sotto della media è circa il triplo.
Nelle Regioni del Mezzogiorno la scuola si trova quindi ad operare in una situazione di svantaggio
complessivo, sia economico che sociale. Le scuole situate nelle zone economicamente più sviluppate
del Paese sono quelle che mediamente offrono anche un servizio migliore e potenzialmente aumentano
il capitale umano delle giovani generazioni.
Ci proponiamo di invertire la rotta e di promuovere nel Sud iniziative forti che rendano il sistema
educativo un ambiente sempre più stimolante per gli studenti e sempre più in grado di porsi come
leva per lo sviluppo.
- Rapporto tra educazione e valutazione
L'educazione non è valutazione. Deve però essere vero il contrario: bisogna saper cogliere dalla
valutazione, a tutti i livelli, un'opportunità molto importante per crescere, per essere più colti,
più formati.
Spesso, tuttavia, capita che si teorizzi un reciproco "divorzio" tra i due momenti. Quasi che la
valutazione della professione docente, dell'efficacia dell'azione didattica, dei risultati di
apprendimento degli studenti, del valore aggiunto fornito dalla scuola alle competenze degli
studenti sia una cosa diversa dall'educazione di ciascuno. Assumere questo collegamento aiuta
invece a migliorare se stessi, gli altri e il proprio insegnamento.
- Servizio Nazionale di Valutazione
Ci siamo dotati del Servizio nazionale di valutazione. Esso ha quattro compiti principali:
verificare all'inizio di ogni periodo didattico le conoscenze e le abilità degli studenti;
procedere alla valutazione di sistema; predisporre le prove degli esami di Stato; utilizzare i
risultati a sostegno dei processi di valutazione degli apprendimenti e di autovalutazione di
istituto affidati all'autonomia delle istituzioni di istruzione e di formazione.
È indubbio che un monitoraggio sistematico dei livelli di apprendimento nazionali sulle abilità in
italiano, matematica e scienze da parte del Servizio Nazionale contribuirà a migliorare l'efficacia
sia del sistema, sia della didattica dei singoli docenti, che saranno così incentivati a valutare
non solo le conoscenze ma anche le abilità degli studenti.
Ci aspettiamo, infine, che il Servizio Nazionale di Valutazione, nel predisporre le prove
nazionali, tenga conto delle metodiche e dei risultati delle indagini internazionali.
- Preparazione al 2006: simulazioni
L'edizione 2006 Pisa-Ocse si concentrerà in modo particolare sulle scienze. Il 2005 è stato
dichiarato dall'Unesco "Anno della fisica". Occorre arrivare preparati a questi appuntamenti. Il
punto di partenza deve essere la diffusione e riflessione nelle scuole dell'indagine Pisa.
In particolare, trattandosi di indagine sui quindicenni, si propongono riflessioni approfondite e
simulazioni da parte dei docenti di italiano, matematica e scienze delle scuole secondarie di 1°
grado e del primo biennio delle superiori.
- Strutture operative regionali a supporto di una migliore qualità degli
apprendimenti
Per sostenere la scuola italiana in un'azione straordinaria per il miglioramento degli
apprendimenti in italiano, matematica e scienze, variamo strutture operative nazionali e regionali
a supporto delle scuole autonome (Task force nazionale e regionali) per incrementare la qualità
complessiva del sistema.
I livelli regionali riferiranno sistematicamente al livello nazionale sulle azioni intraprese con
gli altri soggetti coinvolti (Regioni, Enti locali, scuole autonome, Università, Indire, Invalsi,
Irre, Associazioni disciplinari...), per assicurare il monitoraggio costante dei livelli di
apprendimento in italiano, matematica, scienze ed incrementare la qualità complessiva del
sistema.
Roma, 10 febbraio 2005
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