Rapporto del Miur sul successo scolastico degli alunni stranieri
Il Ministro Moratti: "Affrontiamo la sfida della piena cittadinanza"
"Insieme al traguardo. Indagine sugli esiti degli alunni con cittadinanza non
italiana" è il titolo del nuovo rapporto promosso dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca, Direzione generale per lo studente. Dopo aver consolidato il metodo di rilevazione del
numero di alunni stranieri con l'indagine annuale "Alunni con cittadinanza non italiana"
(arrivata al settimo anno) il Miur ha elaborato questa nuova ricerca per sollecitare una sensibilità e
un'attenzione specifica sugli esiti scolastici degli alunni stranieri.
"Dal rapporto", ha detto il Ministro Letizia Moratti, "emerge un minore successo scolastico degli
alunni stranieri rispetto agli italiani. Si tratta di un fenomeno che si registra in tutta Europa e
che ci preoccupa perché è indice di una integrazione non pienamente raggiunta. Il successo scolastico
è infatti uno degli elementi qualitativi su cui misurare l'integrazione. Ci dobbiamo impegnare, a
tutti i livelli, perché, attraverso una maggiore consapevolezza di questo fenomeno, possiamo
individuare quelle misure adatte alle singole realtà territoriali che ci consentano di affrontare la
sfida della piena cittadinanza degli alunni stranieri".
Nei diversi ordini di scuola
Dall'osservazione dell'esito scolastico degli alunni italiani a confronto con quello degli alunni
stranieri si rileva come costante il minore successo scolastico degli allievi stranieri nei diversi
ordini di scuola.
Il divario fra i tassi di promozione degli allievi stranieri e di quelli italiani è inferiore di 3,36
punti nella scuola primaria, di 7,06 nella secondaria di I grado, e di ben 12,56 nella secondaria di
II grado, nella quale più di un alunno straniero su quattro non consegue la promozione.
Nelle scuole secondarie di secondo grado
Nelle diverse tipologie di scuole secondarie di II grado si può osservare che l'istruzione classica,
scientifica e magistrale fa registrare la maggior percentuale di promossi fra gli studenti stranieri:
80,30% rispetto al 90,51 degli italiani. Negli istituti professionali si registra invece la minore
percentuale di promossi: 70,40% per gli stranieri contro il 78,90 per gli italiani.
Le diverse realtà territoriali
La rilevazione del divario negli esiti scolastici sul territorio presenta un quadro molto
differenziato e disomogeneo, a macchia di leopardo anche all'interno delle stesse regioni e
province.
Tra le regioni che hanno il minor divario negli esiti tra allievi stranieri e italiani rispetto al
totale nazionale e contemporaneamente una presenza significativa di stranieri si notano: il
Friuli-Venezia Giulia per la scuola primaria (1,13 in meno rispetto a 3,36 punti in meno della media
nazionale), l'Emilia Romagna per la secondaria di I grado (4,94 punti in meno rispetto al 7,06 della
media nazionale) e, tra le regioni con presenza straniera percentualmente significativa, il Piemonte
per la secondaria di II grado (9,92 punti in meno rispetto ai 12,56 punti della media
nazionale).
Il confronto con alcuni paesi europei
I monitoraggi già conclusi, sugli aspetti quantitativi e qualitativi dell'integrazione degli alunni
stranieri, mettono in luce come l'impegno del nostro Paese non sia da meno rispetto a Paesi di più
lunga e consolidata immigrazione quali la Germania, il Regno Unito, la Spagna e la Francia.
Questi Paesi, peraltro, vedono tendenzialmente le seconde generazioni, ovvero quelle composte dai
figli di origine straniera nati nel Paese in cui sono arrivati i genitori, più esposte al disagio,
alle devianze e in generale ai comportamenti a rischio.
L'Italia, Paese di più recente immigrazione, sta ora affrontando questa seconda fase e, tuttavia, il
confronto con la situazione e con le misure adottate in altri paesi europei fa emergere problematiche
simili. L'indagine evidenzia anche che in nessun paese si è riusciti finora a risolvere adeguatamente
il problema della piena integrazione e promozione degli allievi stranieri.
Secondo il Rapporto del Miur si rende necessario "giocare d'anticipo", cioè puntare con maggiore
determinazione a un inserimento precoce dei bambini nella realtà culturale e linguistica del Paese di
accoglienza, a partire dalla scuola dell'infanzia.
Il Rapporto è disponibile sul sito www.istruzione.it
Roma, 14 gennaio 2005