Istruzione.it archivio.pubblica.istruzione.it
Benvenuti su Istruzione.it  
Home » Comunicati
Comunicati Stampa - Roma, 14 marzo 2006
Ricerca: due ricercatori italiani passano in Antartide un intero anno, compresi i quattro mesi di notte antartica

Dodici mesi sul plateau antartico in condizioni ambientali estreme

Roberto Dicasillati ed Emanuele Salvietti ricevuti dal Viceministro Guido Possa a conclusione della loro missione nella base italo-francese di Dome-C, a 3.200 metri sul livello del mare
Dodici mesi in Antartide trascorsi a svolgere attività di ricerca d'eccellenza. Questa la mission scientifica di Roberto Dicasillati, medico chirurgo presso l'ospedale San Paolo di Milano, e di Emanuele Salvietti, chimico presso l'Università di Firenze, ricevuti questa mattina nella sede del Miur dal Viceministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Guido Possa. I dodici mesi, che comprendono quattro mesi di notte antartica totale, sono stati trascorsi nella base italo-francese di Dome-C, situata sul plateau antartico a 3.200 metri sopra il livello del mare, a 75 gradi di latitudine.

All'incontro hanno partecipato il presidente della Commissione scientifica nazionale per l'Antartide prof. Carlo Alberto Ricci, il presidente del Consorzio Antartide dott. Pierangelo Guermani, il direttore generale ing. Antonio Cucinotta, la dirigente del Miur Ida Mercuri, responsabile dell'ufficio che gestisce il Programma nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA).

Dicasillati e Salvietti sono gli unici due italiani parte di un gruppo composto da tredici persone (tra cui una donna) che hanno realizzato un complesso programma di ricerche, lo scorso inverno australe, in condizioni di totale solitudine e privazione della luce solare, senza alcuna possibilità di rientro. Le attività di ricerca sono state effettuate presso la base italo-francese "Concordia", nel quadro di una collaborazione in cui è stato determinante l'apporto del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, promosso e finanziato dal Miur, diretto per oltre 17 anni dall'ing. Mario Zucchelli dell'Enea. La base si trova in un sito caratterizzato da condizioni ambientali proibitive anche nei pochissimi mesi estivi in cui la temperatura oscilla tra -30 e -40 °C. Durante i mesi invernali la temperatura scende fino ai -78 °C. "Concordia" è stata realizzata con l'obiettivo non solo di svolgere ricerche glaciologiche, ma anche di effettuare osservazioni astronomiche, meteoclimatiche, sismologiche, geomagnetiche, biomediche, di particolare interesse in questo sito.

Ai due ricercatori italiani il Viceministro Possa ha formulato un vivo apprezzamento per la genuina passione e per gli ottimi risultati conseguiti, complimentandosi per "l'elevata portata scientifica della missione, che dà lustro all'Italia e che conferma come in non pochi settori le attività di ricerca svolte nel nostro Paese siano di assoluta eccellenza".

Nell'ambito della spedizione Roberto Dicasillati ha avuto il compito di fornire assistenza medica ai tredici partecipanti. "E' stata una bella impresa", ha commentato. "Di grande interesse sono stati gli studi microbiologici e psicologici. Abbiamo eseguito numerosi studi biomolecolari nell'ambiente ristretto in cui è stato trascorso l'inverno nella base Concordia. I dati raccolti saranno utili per preparare le prossime spedizioni su Marte. Per quanto riguarda l'aspetto psicologico, sono stati raccolti circa 1000 test, che hanno denotato una buona tenuta da parte di ciascun componente del gruppo, nonostante condizioni di vita difficili. Per noi è stato un ottimo risultato".

Emanuele Salvietti si è dedicato a complessi studi glaciologici, in particolare relativi all'interazione tra il ghiaccio e l'atmosfera. Come ricordiamo, a Dome-C è stata perforata, tramite carotaggio, l'intera calotta di ghiaccio, per una profondità di circa 3.200 metri, ricavando informazioni glaciologiche fino a 800.00 anni fa: si tratta della più antica memoria glaciologica esistente nel nostro Pianeta. "Nel corso della nostra missione", ha spiegato Salvietti, "abbiamo effettuato analisi raffinate dell'aria contenuta nelle microscopiche bolle presenti nel ghiaccio, per delineare con maggior precisione l'evoluzione della composizione gassosa dell'atmosfera, caratterizzando meglio le variazioni climatiche riscontrate".