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Comunicati Stampa - Milano, 15 marzo 2006
Le nomine riguardano anche 1.500 dirigenti scolastici e oltre 3.000 insegnanti di religione

Scuola: assunzioni per 20 mila docenti e 3.500 unità di personale Ata

Il Ministro Letizia Moratti: "Ecco il risultati di cinque anni di lotta al precariato: 181.563 immissioni in ruolo. Ridotto il precariato storico ereditato dai precedenti governi del 60 per cento"

Agenda di Lisbona: i progressi dell'Italia Diminuita la dispersione scolastica, aumentano i diplomati e i laureati nelle materie scientifiche
Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, ha annunciato questa mattina a Milano, nel corso della manifestazione Expo 2006 del Capitale umano e dell'Innovazione, l'avvio delle procedure per l'immissione in ruolo, per l'anno scolastico 2006-2007, di altri 20 mila docenti, di 1.500 dirigenti scolastici, di 3.500 unità di personale Ata e di 3.077 insegnanti di religione.

"Con queste immissioni in ruolo", ha detto il Ministro Moratti, "abbiamo raggiunto un risultato storico. Dal 2001 il Governo Berlusconi ha effettuato assunzioni di personale scolastico, compresi i dirigenti scolastici, per complessive 165.303 unità, cui si aggiungeranno dal 2007-2008 ulteriori 16.260 assunzioni, per un totale complessivo di 181.563 nomine. Va sottolineato che questo numero rappresenta il più vasto contingente di docenti assunti nella storia della scuola dal Dopoguerra e che da una decina d'anni non venivano effettuate immissioni in ruolo. Il precariato storico della scuola italiana, ereditato dai precedenti governi, è stato quindi ridotto del 60%".

"Sempre sul piano della lotta al precariato", ha aggiunto il Ministro, "dal prossimo mese di giugno daremo inoltre il via ai corsi abilitanti speciali, con i quali consentiremo a circa 60.000 docenti, con almeno 360 giorni di servizio dal 1° settembre 1999 al 6 giugno 2004, di conseguire l'idoneità o l'abilitazione all'insegnamento".

Ecco nel dettaglio il quadro delle assunzioni già effettuate:

A partire dall'agosto 2001 e nell'anno scolastico 2001-2002:

  • 62.500 docenti ed educatori
  • 8.997 personale Ata
Nell'anno scolastico 2004-2005:
  • 12.500 docenti ed educatori
  • 1.500 dirigenti scolastici (da concorso riservato)
  • 9.229 docenti di religione
  • 2.500 personale Ata
Nell'anno scolastico 2005-2006
  • 35.000 docenti ed educatori
  • 5.000 personale Ata
Complessivamente, quindi, con le assunzioni stabilite per il 2006-2007, questo Governo ha effettuato - dal 2001 ad oggi - nomine per:
  • 130.000 docenti ed educatori
  • 19.997 personale Ata
  • 3.000 dirigenti scolastici
  • 12.306 insegnanti di religione
A queste si aggiungeranno per il 2007-2008, ulteriori nomine a tempo determinato che riguarderanno 10.000 docenti, 1.200 dirigenti scolastici, 2.000 unità di personale Ata e 3.060 insegnanti di religione.

Nell'ambito del convegno "A che punto siamo con l'Agenda di Lisbona", che ha aperto la manifestazione "Expo 2006 del Capitale umano e dell'Innovazione", il Ministro Moratti ha poi presentato alcuni importanti risultati raggiunti dall'Italia negli ultimi cinque anni rispetto agli obiettivi comuni fissati nell'ambito della strategia di Lisbona, evidenziati dal secondo Rapporto congiunto del Consiglio e della Commissione europea approvato nei giorni scorsi dai Ministri dell'Istruzione dei Paesi Ue. Il Rapporto del Consiglio Istruzione ha infatti sottolineato che l'Italia, il cui Governo ha avviato riforme strutturali nel settore dell'istruzione e formazione, dal 2000 al 2005 ha compiuto sensibili progressi in alcune delle aree d'intervento ritenute prioritarie per migliorare la qualità dei sistemi educativi.

"La percentuale degli abbandoni precoci", ha detto Letizia Moratti, "è passata dal 25,3 % del 2000 al 21,9% del 2005, con il tasso di decremento più alto rispetto ai principali Paesi europei. Peraltro, secondo i dati più recenti in possesso del Ministero, la situazione è ulteriormente migliorata: attualmente infatti il tasso di abbandono scolastico si attesta attorno al 20 per cento. L'obiettivo per il 2010 è di arrivare, a livello europeo, al 10%. Ma il saldo italiano è positivo anche per quanto riguarda il dato relativo ai giovani che hanno completato il ciclo secondario di istruzione dal 68,8% del 2000 al 72,9% del 2005. L'obiettivo atteso per il 2010 è l'85% a livello comunitario. Anche la partecipazione di persone tra i 24 e i 65 anni (popolazione in età lavorativa) ad attività di lifelong learning rivela un incremento nel corso del quinquennio 2000-2005, dal 5,5% del 2001 al 6,2 del 2005".

"Dal 2000 al 2003, infine", ha proseguito il Ministro, "il totale dei laureati in discipline scientifiche (matematica, scienze e tecnologia) è cresciuto nel nostro Paese da 46.600 a 66.800, con un incremento di oltre 20 punti percentuali. L'incremento del dato a livello comunitario è del 16%: questo obiettivo di Lisbona è stato dunque già raggiunto in abbondante anticipo, dato che la percentuale europea attesa per il 2010 era un aumento di almeno il 15%. L'Italia, insieme con Slovacchia, Polonia e Spagna, è tra i Paesi che hanno dato un maggiore contributo a questo dato, mostrando una maggiore crescita (circa il 10% annuo). In generale, quindi, si può affermare che l'Italia sta tenendo fede agli impegni assunti in sede comunitaria e che, considerati i livelli di partenza, sta ottenendo significativi risultati".

Il Consiglio Istruzione ha poi ribadito - anche in vista del Consiglio Europeo di primavera, cui prenderanno parte i Capi di Stato e di Governo -, la centralità delle politiche educative e formative quale fattore di sviluppo della coesione sociale e della crescita economica per tutti i Paesi dell'Unione, sottolineando la loro complementarietà con le politiche sociali e del lavoro. Nella relazione condivisa, i Ministri hanno inoltre riaffermato la necessità di espandere e migliorare l'investimento in capitale umano, adeguando e modernizzando i sistemi di istruzione e formazione nazionali in risposta ai nuovi fabbisogni di competenze. Dal Consiglio Istruzione è giunto infine un forte impulso a sviluppare i collegamenti tra istruzione superiore, ricerca e impresa, ai fini di una maggiore competitività in ambito mondiale, e ad accentuare l'utilizzo del Quadro europeo delle qualifiche e delle risorse dei Fondi strutturali, in quanto strumenti essenziali per incentivare la cooperazione nei settori della formazione e del lavoro.