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Comunicati Stampa - Milano, 20 febbraio 2006
A settembre iniziano i corsi in Ingegneria e in Economia e Management per studenti di entrambi i Paesi attraverso la collaborazione tra le Università Bocconi e Luiss, i Politecnici di Milano e Torino, e le Università cinesi Tongji e Fudan di Shangai

Al via l'Università Italo-Cinese

Il Ministro Moratti: "La nascita del nuovo Campus è il più importante evento dell'Anno dell'Italia in Cina nel settore dell'istruzione. Formeremo una classe dirigente cinese che guarda al nostro Paese e professionisti italiani per le nostre imprese che operano in Cina"
Diventa operativa l'Università "Campus Italo-Cinese". Sono stati firmati oggi a Milano, nella sede di Assolombarda, alla presenza del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, e del Ministro dell'Istruzione della Repubblica popolare cinese, Zhou Ji, gli accordi istitutivi della nuova realtà accademica che sorgerà a Shanghai e sarà frequentata da studenti di entrambi i Paesi.
"In meno di un anno", ha detto il Ministro Moratti, "abbiamo raggiunto un risultato straordinario: oggi diamo vita ad una Università che, in maniera più strutturata rispetto ai tradizionali sistemi di mobilità di studenti, contribuirà alla formazione di una classe dirigente cinese, legata al nostro Paese e al nostro sistema produttivo e che, al tempo stesso, formerà laureati italiani nei settori dell'economia e dell'ingegneria che conoscano il sistema Cina, a tutto vantaggio delle imprese italiane. Questo progetto è nato nel marzo del 2005, è stato concordato nel luglio scorso, con la firma di un protocollo tra il Miur e il Ministero cinese dell'Istruzione, nel corso della mia visita istituzionale a Pechino e Shanghai, e già nel settembre di quest'anno saranno inaugurati i primi corsi".
"La nascita dell'Università Italo-Cinese", ha proseguito il Ministro, "rappresenta oltretutto l'evento più significativo nel campo dell'istruzione superiore nell'ambito delle iniziative per l'Anno dell'Italia in Cina, che si celebra proprio nel 2006. In questo modo, non soltanto rispondiamo agli auspici più volte formulati dal Capo dello Stato, il quale ha esortato il nostro Paese ad intessere relazioni proficue con la Repubblica popolare cinese, ma diamo anche concreta attuazione alle linee guida che hanno caratterizzato l'azione del Miur in questi ultimi cinque anni: intraprendere iniziative per la formazione di capitale umano di alta qualificazione, per l'apertura internazionale delle Università italiane e la promozione di collaborazioni tra i Paesi nel campo dell'istruzione superiore e della ricerca scientifica e tecnologica, intese come strumento per favorire la convivenza pacifica tra i popoli, e per il sostegno alle nostre imprese".
All'iniziativa dell'Università "Campus Italo-Cinese" partecipano attivamente il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino e l'Università Tongji di Shangai, per quanto riguarda il Polo di Ingegneria, e le Università Bocconi, Luiss e Fudan di Shangai, per quanto riguarda il Polo di Economia. Inoltre hanno assicurato il loro sostegno al progetto, che sarà coordinato da un'apposita Fondazione, importanti aziende italiane come Finmeccanica, Telecom, Merloni, Fondazione Cariplo, Banca Popolare di Milano, Unicredit, Banca Intesa, Fiat, Mediaset, Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
"Creare nuove forme di collaborazione e incentivare la mobilità di ricercatori e manager tra Italia e Cina", ha aggiunto Letizia Moratti, "può dunque rappresentare la chiave per favorire anche nuove forme di alleanza economica e imprenditoriale tra i due Paesi, con indubbie ricadute positive per il sistema delle imprese italiane. Ricordo inoltre che, nel corso del mio viaggio in Cina, sono stati firmati anche altri importanti Protocolli d'intesa: uno con il Ministero dell'Istruzione, sull'equivalenza e il riconoscimento dei titoli, presupposto per una mobilità di studenti e ricercatori; un secondo Memorandum d'intesa con il Ministero della Ricerca; un terzo con l'Accademia sinica delle Scienze, oltre a specifici programmi tecnici di collaborazione tra Università ed Enti di ricerca italiani e cinesi. I settori della ricerca e della formazione rappresentano pertanto due aree di collaborazione che si configurano come un volano ed una leva straordinaria per aprire la strada anche a forme di scambi a livello industriale. Questa strada sta già dando i suoi frutti, come confermano i dati sugli scambi tra i due Paesi: nel corso dell'ultimo anno le esportazioni italiane verso la Cina sono infatti cresciute del 27% e l'interscambio ha registrato un +33%. Inoltre, sono 500 le imprese italiane presenti in Cina e il nostro Paese si colloca al terzo posto in Europa, dopo Germania e Francia, per gli scambi con la Cina. Il trend insomma è in forte crescita, così come l'interesse della Cina nei nostri confronti".
"A sostegno dello sforzo che le nostre imprese fanno per penetrare il mercato cinese", ha osservato ancora il Ministro Moratti, "la formazione di una classe dirigente e manageriale che conosca bene questi mercati diventa strumento fondamentale e ci permette di puntare a sviluppare anche nuovi investimenti in Italia da parte cinese. Dobbiamo infatti preparare i nostri giovani ad operare in Cina, attraverso una formazione mirata, ma anche attrarre studenti cinesi che, formandosi e studiando in Italia, rappresenteranno una "cerniera" con il Paese di origine".
"La sfida del colosso asiatico è complessa, e talora ha richiesto anche l'adozione di misure difensive", ha concluso Letizia Moratti, "ma siamo certi che vada governata mirando allo sviluppo della cooperazione".

Ecco le principali caratteristiche dell'Università "Campus Italo-Cinese"
L'Università Italo-Cinese (Chinese-Italian Joint Campus) è stata concepita come un sistema distribuito, composto da diversi Poli, ciascuno corrispondente ad un'area di formazione universitaria. I Poli sono collocati presso Università cinesi che vengono considerate eccellenti nello specifico settore e con esse collaboreranno Università italiane che godono della stessa reputazione.
Le prime due aree d'intervento sono quelle dell'ingegneria e dell'economia e management.
La localizzazione dei due Poli è quella della Fudan University per l'Economia e della Tongji University per l'Ingegneria. Entrambe sono, nei campi considerati, ai primi posti nella graduatoria delle Università cinesi ed entrambe si trovano a Shanghai, come richiesto dalla Parte italiana, per la grande concentrazione in quest'area di aziende italiane.
Nel caso specifico dell'Università Italo-Cinese, inoltre, i giovani che verranno ammessi ai nuovi programmi avranno già dovuto dimostrare, negli studi precedenti, delle capacità superiori alla media. Le Università Fudan e Tongji hanno già potuto scegliere i migliori studenti che hanno superato l'esame nazionale di ammissione all'Università (Gao Kao). Tra questi verrà poi operata una ulteriore selezione.
Nell'Area dell'Ingegneria vengono attivati due corsi di Bachelor (Laurea italiana e Xueshi cinese), il primo in Ingegneria dell'Informazione e il secondo in Ingegneria Meccanica e della Produzione, con doppio titolo. La durata del corso è di 4 anni per i cinesi, che entrano in Università con un anno di anticipo e di 3 anni per gli italiani. Il 1° anno viene svolto in Cina, in cinese, con docenti cinesi e solo per studenti cinesi. Il 2° e 3° anno viene svolto in Cina. I corsi sono tenuti in inglese da docenti italiani e cinesi, con obbligo dello studio dell'italiano per i cinesi e del cinese per gli italiani. Il 4° anno viene svolto da tutti gli studenti in Italia (a Milano o a Torino), in italiano, assieme agli altri studenti italiani.
Gli studenti italiani svolgono un primo anno in Italia e si ricongiungono agli studenti cinesi quando questi finiscono il 2° anno. Una volta ottenuta la laurea, gli studenti italiani che vogliono avere la Xueshi della Tongji devono frequentare un ulteriore periodo di 6 mesi presso questa Università. A regime è previsto un ingresso di 150 studenti l'anno, con un sostanziale equilibrio tra studenti cinesi e italiani.
Nell'Area dell'Economia e Management vengono attivati corsi di 2° livello (master) in International Management, con doppio titolo: Laurea Magistrale italiana e Shuoshi cinese. I corsi hanno durata biennale e sono tenuti in inglese per studenti sia italiani che cinesi e sono basati su un sistema di crediti. Il primo anno viene svolto in Cina e il secondo in Italia presso la Bocconi o la Luiss, con diversi possibili orientamenti.
L'ammissione al Programma avviene con selezione operata da ciascuna Università sui diplomati nel livello inferiore di studi sebbene l'immatricolazione nelle tre Università già richieda il superamento di una rigorosa selezione. A regime è previsto un ingresso di 100-120 studenti l'anno con un sostanziale equilibrio tra studenti italiani e cinesi.
Per ciascun programma è previsto un Comitato di Indirizzo che formula proposte in merito ai percorsi formativi, in modo che corrispondano alle esigenze delle imprese che sostengono l'iniziativa.
Da parte italiana il progetto è finanziato in parte dal Miur, in parte da imprese private. E' stata prevista la creazione di una Fondazione a sostegno dell'iniziativa. Di essa è stato predisposto uno statuto, sulla base del quale verranno chieste le adesioni.