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Ufficio Stampa
LA VIA ITALIANA ALL'INTERCULTURA
Le azioni per l'integrazione degli alunni stranieri.
Allegati Roma, 23 ottobre 2007
La presenza di alunni stranieri è un dato ormai strutturale del nostro sistema scolastico. Nell'anno 2006/2007 nelle scuole italiane il 5,6% degli alunni era non italiano, dieci anni fa (1997/98) era lo 0,8%.

  • Quanti sono

  • Gli alunni non italiani che hanno frequentato le scuole statali e non statali del nostro Paese nell'anno scolastico 2006/2007 sono stati 501.494 (dieci anni fa erano poco più di 70 mila). Negli ultimi anni gran parte della crescita si è concentrata sull'istruzione secondaria di secondo grado (102.829 alunni, di cui circa l'80% in istituti tecnici e professionali).

  • Dove sono e dove si concentrano

  • L'arrivo di alunni non italiani non è stato omogeneo tra le diverse zone del paese come d'altronde è accaduto per la popolazione straniera in generale: su 100 alunni non italiani 90 frequentano le scuole del Centro-Nord e solo 10 quelle del Mezzogiorno.

    Oltre a ciò, in alcune scuole si registra una particolare concentrazione:
    in 888 istituzioni scolastiche si supera il 20% di presenze di alunni stranieri, in 89 si supera il 40%. La maggior parte di esse è concentrata nelle regioni del Nord. Tra le province con il maggior numero di scuole con significativa concentrazione troviamo Milano, Torino, Bolzano, Roma , Brescia.

    Un altro elemento di complessità è dovuto alla diversità delle cittadinanze presenti: 216 delle 888 istituzioni scolastiche sono frequentate da alunni provenienti da oltre 20 nazioni diverse. Se si considera inoltre che a livello generale, nelle scuole italiane, sono presenti 192 nazioni su 194 (mancano solo Lesotho e Vanuatu) sono evidenti le conseguenze dovute alla molteplicità di lingue, culture ed abitudini.

    Le nazioni maggiormente rappresentate sono l'Albania (15,5%), la Romania (13,6%) ed il Marocco (13,5%). Da questi tre Paesi proviene il 42,6% di tutti gli stranieri.


LE 10 CITTADINANZE PIU' RAPPRESENTATE

  Totale Distribuzione % Incremento % rispetto al 2005/06
ALBANIA 77.846 15,5% 12,2
ROMANIA 68.381 13,6% 29,5%
MAROCCO 67.820 13,5% 14,00%
CINA 24.361 4,9% 9,9%
JUGOSLAVIA(SERBIA-MONTENEGRO) 15.954 3,2 14,00%
Ecuador 15.870 3,2% 15,2%
Tunisia 13.346 2,7% 13,8%
Perù 12.662 2,5% 14,4%
FILIPPINE 12.597 2,5% 12,8%
MACEDONIA 12.459 2,5% 14,8%





Alla complessità di questa di questa situazione ed alle preoccupazioni che ne possono derivare la scuola italiana risponde con suo modello

La via italiana all'intercultura

L' Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale, attivo presso il MPI da alcuni mesi, ha messo a punto un documento dal titolo: "la via italiana alla scuola interculturale".

Adottare la prospettiva interculturale, la promozione del dialogo e del confronto tra culture, significa non limitarsi soltanto ad organizzare strategie di integrazione degli alunni immigrati o misure compensatorie di carattere speciale.
Insegnare in una prospettiva interculturale vuol dire piuttosto assumere la diversità come paradigma dell'identità stessa della scuola, occasione privilegiata di apertura a tutte le differenze.

Azioni in atto:
Competenze degli insegnanti, creatività delle autonomie scolastiche e collaborazione con gli Enti Locali caratterizzano questa linea di impegno nella scuola. Un impegno non solo a mettere in atto progetti di integrazione ma anche a cogliere l'occasione per approfondire i contenuti del sapere .

1. Apprendimento/ insegnamento dell'italiano come lingua seconda, questione cruciale nei percorsi di integrazione scolastica: sono state predisposte iniziative, nei territori a maggior concentrazione di alunni stranieri, soprattutto per gli alunni di recente immigrazione, per dotare le scuole di docenti dedicati in maniera continuativa e flessibile all'insegnamento dell'italiano. La proposta è stata avanzata e sostenuta anche dal Parlamento, che ha approvato una mozione che impegna la prossima finanziaria a destinare risorse per poter distaccare per tale compito (anche con distacco parziale e su reti di scuole) un congruo numero di docenti, già formati (circa 700) in questi anni attraverso i corsi organizzati dal Ministero.

2. Un piano nazionale di formazione dei dirigenti scolastici delle scuole a forte concentrazione di alunni stranieri già partito a Rimini nel maggio 2007 con i primi 100 dirigenti, proseguirà a Torino dal prossimo 22 novembre con 200 dirigenti e continuerà a febbraio, sempre in una città del nord, con ulteriori 300 dirigenti, questi ultimi scelti tra i neo nominati che hanno preso servizio quest'anno.
La formazione è mirata principalmente a promuovere la capacità di rapportarsi con la complessità sociale del territorio ed a costruire patti ed intese tra scuole ed enti locali

3. Avvio di un'intesa sperimentale tra il ministero italiano della pubblica istruzione e il ministero dell'educazione e della ricerca di Romania per l'introduzione di lingua e cultura romena, per gli alunni romeni, nelle scuole italiane dove c'è una loro forte presenza. Per quest'anno scolastico l'iniziativa interesserà scuole di Piemonte, Lazio e Veneto.
L'iniziativa è a carico del governo romeno e può essere considerata, se sarà estesa ad altre realtà, un primo passo per evitare l'istituzione di scuole e corsi separati e chiusi da parte delle singole comunità

4. Avvio di un "patto educativo di territorio" d'intesa con gli Enti Locali e con la conferenza Stato - Regioni per evitare fenomeni di concentrazione in alcune scuole. Quindi, promuovere accordi tra reti di scuole, enti locali, associazioni del territorio, anche di genitori, per ottenere una equilibrata distribuzione di allievi stranieri, in particolare i neo arrivati, tra le diverse scuole che gravitano nello stesso territorio.

Conferenza internazionale Di questi temi si parlerà in un confronto internazionale con i principali Paesi d'immigrazione che si terrà oggi e domani, 23 e 24 ottobre, con inizio alle ore 15, presso l'Hotel Jolly di Corso d'Italia, a Roma.


aggiornato: 02/03/2010
 
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