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Interventi - Milano, 16 maggio 2005
Intervento introduttivo del Ministro Letizia Moratti
Presentazione dei "Distretti ad alta tecnologia" 16 maggio 2005 (ca. 20 min) Milano - Camera di Commercio Prima di affrontare il tema dei distretti tecnologici, uno degli strumenti più efficaci messi in campo in questi ultimi tre anni per sostenere le attività di ricerca e di innovazione del sistema industriale in Italia, desidero evidenziare brevemente alcune delle valutazioni fondamentali che stanno alla base delle scelte politiche fin qui compiute dal Governo.
Scelte che, come vedremo, si traducono in interventi concreti capaci di dare un forte impulso in particolare alla ricerca finalizzata al miglioramento della qualità della vita, per quanto riguarda la salute, la sicurezza e l'ambiente; all'accrescimento della competitività sul piano internazionale delle nostre imprese; allo sviluppo sostenibile a livello globale. L'affermarsi della società della conoscenza apre, per i sistemi socio-economici che desiderano raggiungere alti valori di competitività, una fase di profondo ripensamento sulle strategie da adottarsi per la crescita economica e sociale ed un forte contesto di nuove opportunità. Il sistema produttivo italiano è oggi caratterizzato da alcune peculiari criticità, che riassumiamo di seguito:
Lo scenario attuale presenta tuttavia nuove opportunità dettate in primo luogo dalla straordinaria produzione di nuova conoscenza nei settori dei materiali, delle nanotecnologie, delle biotecnologie e delle tecnologie per la salute, delle applicazioni ICT. Tutti ambiti che promettono ampi spazi di sviluppo per nuove imprese altamente innovative e la prospettiva di nuova occupazione qualificata. Il Governo si è pertanto posto l'ambizioso obiettivo di creare in numerose aree del Paese, poli di ricerca e di innovazione in grado, fra l'altro, di attirare e far crescere i migliori talenti, generando ricadute economiche significative sia nel medio che nel lungo termine, attuando una forte sinergia tra interventi nazionali e regionali. L'incremento della competitività rappresenta infatti una delle missioni fondamentali affidate da questo Esecutivo al sistema italiano della ricerca scientifica, nella ferma consapevolezza che uno dei più importanti fattori della competitività è rappresentato proprio dall'innovazione, cioè dalla capacità di sviluppare - attraverso le applicazioni della ricerca - nuovi prodotti, processi e servizi, competitivi sul mercato mondiale. Il Governo Berlusconi si è dunque impegnato - con le Linee Guida della Politica Scientifica e Tecnologica varate dal CIPE nel 2002, e successivamente con il PNR 2005-2007, recentemente approvato - a perseguire una nuova strategia che conferisca agli investimenti in ricerca una più marcata finalizzazione al rilancio della competitività del Paese, rispondendo con nuove azioni alle criticità che sono state evidenziate. Da un punto di vista operativo, le azioni più rilevanti promosse negli ultimi tre anni per sostenere le attività di ricerca e di innovazione del sistema industriale in Italia sono riassunte nei seguenti punti:
I settori strategici di intervento, secondo la logica perseguita dalle "Linee Guida" e dal PNR, sono stati perciò definiti in base ad
Si tratta di nuovi ed originali modelli operativi, supportati attraverso gli strumenti del Fondo Agevolazioni Ricerca (FAR, legge 297/99), la cui istituzione consente alle grandi e alle piccole e medie imprese di collaborare su un terreno di innovazione spinta, per raccogliere, già nel breve periodo, risultati mirati alla crescita delle economie locali a differente grado di sviluppo e con vocazioni produttive diversificate. Allo stato attuale - di concerto con le Regioni, gli Enti locali, le imprese, le Università, gli Enti pubblici di ricerca, riuniti su base territoriale, e sfruttando il sistema del venture-capital - abbiamo dato vita a 11 distretti high-tech che hanno riscosso grande interesse a livello europeo e internazionale (OCSE, USA, Israele, Inghilterra, Giappone). Le iniziative fin qui realizzate riguardano
Coerentemente alle direttive del Governo, il distretto tecnologico nasce quindi con l'obiettivo di creare un circolo virtuoso tra talenti, aziende e finanziamenti pubblici e privati, capace di sviluppare progetti di ricerca competitivi e in grado di determinare forti ricadute di innovazione sul tessuto imprenditoriale. I distretti che abbiamo avviato si caratterizzano per la presenza contemporanea dei seguenti fattori:
Il modello dei distretti, individuato dalle "Linee Guida", è stato ripreso e potenziato nelle indicazioni del PNR, il primo organico documento sulla ricerca approvato da un Governo italiano. Colgo l'occasione per citare qui, in rapida sintesi, altre azioni avviate contestualmente, che danno la misura della politica complessiva del Governo. Il MIUR ha infatti lanciato, attraverso il Fondo Investimenti Ricerca di Base (FIRB), un primo set di Programmi Strategici di ricerca "mission oriented" per sostenere la competitività delle aree produttive esistenti, rivitalizzandole e rilanciandole attraverso una capillare diffusione delle tecnologie-chiave abilitanti innovazione di prodotto, di processo e organizzative; e creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo di settori industriali high-tech concorrenti a diversificare nel medio-lungo periodo, il sistema produttivo nazionale. Le aree di intervento finora attivate, sottoposte alla valutazione progettuale di esperti internazionali, fanno riferimento ai seguenti ambiti:
Inoltre, come è noto, il nostro Paese, primo tra quelli europei, ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la BEI che consente di mobilitare, per la prima volta, i finanziamenti della Banca europea a sostegno di progetti di R&S, per un importo totale per la ricerca europea di 40 miliardi di euro. L'Italia è stato ancora il primo Paese europeo ad ottenere l'intervento della BEI per potenziare la grande infrastruttura del Sincrotrone di Trieste e, al momento attuale, ha espresso il maggior numero di progetti agli stessi fini. Sul piano internazionale, infine, sono stati conclusi numerosi accordi per il lancio di iniziative di ricerca di comune interesse con gli USA, Israele, il Giappone, l'India, il Regno Unito, la Francia, la Russia, la Tunisia e il Marocco. Altri accordi seguiranno con Cina, Canada, Egitto e Giordania. Tali accordi per la prima volta prevedono la reciprocità di impegni anche finanziari con le più importanti istituzioni di ricerca degli USA, di Israele e del Giappone come MIT, Harvard, Weizman e l'istituzione su base permanente di Joint-Labs su cui innestare programmi avanzati di formazione. Un esempio certamente significativo è costituito dal nuovo "Centre for Computational and Systems Biology" istituito presso l'Università di Trento, grazie al contributo del Governo italiano e della Microsoft Research, che marca un passaggio importante per rilanciare l'Italia nei settori cruciali della convergenza tra scienze, medicina, biologia, genetica e tecnologia dell'informazione. Altri importanti programmi relativi ai settori strategici, finalizzati oltretutto alla realizzazione dell'Agenda di Lisbona, sono contenuti nel decreto sulla competitività e lo sviluppo. Si tratta di dieci programmi di ricerca che coinvolgono prioritariamente imprese, università ed enti pubblici di ricerca, a sostegno sia della produttività dei settori industriali a maggiore capacità di esportazione o ad alto contenuto tecnologico, sia della attrazione di investimenti dall'estero. E' previsto che essi riguardino i seguenti ambiti:
Come detto inizialmente, i distretti tecnologici rappresentano una delle "punte di diamante" di questa strategia complessiva di investimento sul capitale umano e sull'innovazione, e in quanto tali assumono una valenza preminente, simbolica e sostanziale, nell'azione di questo Governo. Ciò appare ancora più evidente se si considerano i finanziamenti destinati a tutte le iniziative in materia di innovazione e ricerca nell'arco temporale del periodo di fine legislatura.
Come tutti Voi avrete potuto osservare da quanto ho qui riassunto, il Governo, che sta portando avanti con determinazione delle "storiche" azioni di riforma nei settori della Scuola, dell'Università e della Ricerca, ha messo a disposizione di tutti gli operatori del settore un vasto complesso di strumenti, interventi finanziari ed agevolazioni. Sta ora agli attori del mondo scientifico e delle imprese utilizzare nel modo più opportuno queste disponibilità nell'interesse del Paese, interagendo fattivamente e propositivamente con il Ministero e con gli altri soggetti pubblici coinvolti nelle fasi di progettazione e realizzazione degli interventi. In questo modo, ritengo, possiamo riuscire a costruire un sistema delle imprese solido e competitivo a livello internazionale, a partire dal nostro migliore "capitale umano" e da quel "fattore conoscenza" che rappresenta oggi più del 50% della ricchezza dei paesi industrializzati. Siamo certamente consapevoli delle difficoltà di avviare cambiamenti strutturali profondi in settori che toccano la vita di milioni di famiglie e degli operatori stessi occupati in tali settori. Siamo consapevoli dell'importanza di rafforzare e razionalizzare gli investimenti, pur nel quadro di vincoli di bilancio da rispettare. Siamo tuttavia certi che la via della valorizzazione del capitale umano basata sui principi di equità e di merito sia l'unica strada per ridare al Paese competitività migliorando nel contempo la qualità della vita. Sappiamo di avere bisogno della collaborazione preziosa di tutti coloro che hanno a cuore il futuro del Paese e vi ringrazio per l'attenzione che avete sempre rivolto alla nostra azione. |
Le azioni delle Direzioni Generali del Ministero
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