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Saluto del Ministro Giuseppe Fioroni alla cerimonia d'apertura
dell'anno scolastico 2006-2007

Messaggio del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano

Roma, 18 settembre 2006
1. La scuola come “bene della Repubblica”, come “bene comune”

Grazie signor Presidente di averci ospitato al Quirinale. Grazie ai docenti, agli studenti, agli operatori scolastici, alle famiglie di essere qui: voi siete la nostra comunità scolastica, quella comunità a cui la Repubblica, dallo Stato al più piccolo Comune, affida il compito di educare e istruire i nostri figli, un compito fondamentale per la vita del Paese, per il suo sviluppo economico, per la coesione sociale e per la democrazia. Scuola e famiglia sono un binomio inscindibile nel progetto educativo: il loro fecondo rapporto crea le condizioni per lo sviluppo consapevole e armonico dei ragazzi. Auguro a tutti voi un anno scolastico sereno e tranquillo, e spero che possa rappresentare un’opportunità forte per il vostro futuro personale e per la vostra vita. Il mio augurio è che ogni giorno in ogni aula e in ogni laboratorio voi studenti abbiate il sentimento della scuola come un bene comune, un bene di tutti a cui tutti devono contribuire. Dovete sentirvi parte di una comunità che non abbandona nessuno, che non lascia solo nessuno. La solitudine non può essere la vostra compagna di viaggio nella scuola. Vivrete incontri indimenticabili con tanti docenti, maestri ed amici. Ma anche con i vostri libri. Fatevi amici, oltre ai compagni di classe, anche Pitagora, Dante e Manzoni: daranno risposte alle vostre curiosità e anche, a volte, alla vostra vita.

2. La scuola come crescita di una “nuova cittadinanza”

Nelle nostre aule scolastiche sono sempre più numerosi i figli dell’immigrazione; e alle nostre scuole si rivolgono ogni anno anche moltissimi immigrati adulti per imparare la nostra lingua, conseguire titoli di studio, entrare in contatto con la nostra cultura, le nostre leggi e il nostro sistema sociale. Non è un’invasione, ma una straordinaria opportunità per un’educazione più ricca e capace di guardare oltre i confini nazionali ed europei, stimolando il dialogo e lo scambio interculturale.

E’ nella scuola, più che in altri luoghi del vivere sociale, che può crescere una “nuova cittadinanza”. E’ nella scuola che i giovani immigrati e le loro famiglie impareranno a comprendere  e a rispettare i valori e le regole del nostro paese per una completa integrazione sociale e professionale basata sulle capacità e non sulle provenienze. Così noi tutti avremo modo di sperimentare nuovi modelli di convivenza e di responsabilità reciproca.

3. La scuola come “terra di mezzo”

Dobbiamo essere orgogliosi di una scuola che, come vediamo anche oggi,  sa accompagnare per mano i nostri ragazzi, anche i più deboli, li prepara a misurarsi con i problemi più duri e più difficili del nostro paese, a conoscere i compiti di una nuova cittadinanza, a seguire l’evoluzione delle tecnologie e delle professioni. Non c’è contenuto che, sebbene complesso e magari anche difficile, non possa – se proposto con cura e professionalità – essere affrontato e capito dall’intelligenza dei bambini e dei ragazzi. I nostri insegnanti lo sanno e lo sanno fare.
E’ anche così che la scuola aiuta a diventare adulti: come una “terra di mezzo” in cui si passa poco alla volta da una condizione di  tutela alle prime prove di autonomia, dalla cura che ti danno gli altri alla cura che impari ad avere  degli altri, dall’ascolto delle parole degli insegnanti alla tua capacità di prendere la parola e di farti ascoltare, al pensiero libero, alla disponibilità a  cambiare le proprie idee confrontandole con  quelle degli altri. Una “terra di mezzo” tra la famiglia e la società, tra il proprio piccolo ambiente di appartenenza e i diritti e i doveri  di  un mondo più grande. E’ così che si diventa cittadini. Sono queste capacità, e non solo quelle date dalle competenze professionali, che preparano al lavoro e alla vita.

Lavoriamo insieme per il futuro, perché “nessuno cresce se non è sognato”: e la scuola vuole fare con voi questo sogno.






aggiornato: 02/03/2010
 
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