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Documento di base

Per la diffusione della musica
come fattore educativo nel sistema scolastico italiano


TRE PREMESSE


1) Per quanto attiene alla formazione musicale, la Camera dei Deputati, nel licenziare il provvedimento di riforma delle Accademie e dei conservatori, ha rinviato la disciplina di tale formazione nelle fasce dell'istruzione secondaria alla legge di riordino dei cicli scolastici.

2) Si impone intanto l'esigenza di intervenire nel settore per assicurare una formazione ed educazione musicale, che da una parte concorra alla definizione e realizzazione dei progetto educativo e metodologico - didattico complessivo dei segmento di istruzione nel quale è collocata, ma dall'altra abbia anche una valenza funzionale e prodromica agli studi musicali e coreutici di livello superiore.

3) Le attività musicali come fattore educativo non possono non essere diffusamente presenti nel sistema scolastico italiano a tutti i livelli ed in tutti i settori.


CINQUE CONSIDERAZIONI GENERALI


  1. Allo stato attuale dell'organizzazione complessiva dei sistema scolastico italiano, le attività specificamente musicali sono presenti come fattore educativo nella scuola materna, nella scuola elementare e nella scuola media, con dei programmi sostanzialmente bene articolati e non così rigidi da impedire una sufficiente flessibilità di adeguamento alla continua evoluzione dei metodi e delle pratiche. Ciò che manca talora agli insegnanti, anche a quelli in possesso di studi musicali conservatoriali, è invece una formazione didattica aggiornata ed omogenea. Altro è saper suonare bene uno strumento o essere esperto compositore, altro è saper "far fare" musica ad un gruppo di bambini o ragazzi, coordinando le loro capacità esecutive e creative espresse attraverso lo strumento "voce" o attraverso strumenti musicali adatti allo scopo e all'età. Altro ancora è saper motivare questa attività in modo tale da condurre il gruppo alla scoperta, alla comprensione ed alla progressiva nazionalizzazione di, tutto ciò che l'esperienza musicale suscita in termini di emozioni e riflessioni, anche nella prospettiva dell'arricchimento del bagaglio comunicativo con riferimento alla pluralità dei linguaggi che ovviamente comprende anche quello musicale.

  2. Per quanto si riferisce al complesso panorama degli indirizzi scolastici della secondaria superiore, si può dire che in esso la musica come disciplina quasi non esiste, poiché allo stato l'unica presenza istituzionale, quella degli istituti magistrali e delle scuole magistrali è scomparsa, a seguito dei D.I.10.03.97 che ha eliminato il valore abilitante dei titoli rilasciati da queste ultime istituzioni e le ha di fatto eliminate dal sistema scolastico.

  3. Questa assenza, che investe tutta la fascia della secondaria, ivi compreso il biennio che si avvia a diventare obbligatorio, comporta non solo una indebita sostituzione di formazione culturale alle esigenze e, richieste degli adolescenti, ma anche una ingiustificato interruzione dell'attività comunque avviata in quest'ambito nel settore scolastico precedente. Va subito osservato che la necessaria continuità deve necessariamente prevedere attività musicali adeguate all'età e strettamente collegate ad un approfondito lavoro di ascolto, analisi e riscontro storico. A tal fine restano comunque disponibili le attività complementari e integrative di cui al D.567 dei 10.10.96, con i relativi stanziamenti.

  4. Principio generale da riaffermare definitivamente è che non si può considerare "educazione musicale" una disciplina scolastica che si risolva in termini di puro apprendimento passivo. L'ambito dell'educazione musicale dovrà sempre comprendere una parte fondamentale di attività creativo. Inoltre essa dovrà contribuire ad una formazione generale della persona. Componenti ineludibili di un'attività musicale globale sono l'attività gestuale, la pratica vocale, la pratica strumentale, la musica d'insieme, la drammatizzazione, i procedimenti di improvvisazione e composizione, con tutte le conseguenti implicazioni di acquisizione, conoscenza, competenza e razionalizzazione. La musica, ponendosi in tal modo come mezzo oltre e prima ancora che come scopo, dovrà vedere valorizzate nel suo ambito tutte quelle componenti formativi individuali e sociali che costituiscono parte essenziale della sua natura.

  5. L'attività musicale dovrà avere importanza primaria come motore di sviluppo dei senso di sicurezza individuale e delle capacità di integrarsi con gli altri e in senso più generale come mezzo per promuovere e sviluppare negli alunni la capacità di "star bene insieme" a scuola, fuori della scuola, dopo la scuola.


TRE ESIGENZE INELUDIBILI


  1. L'esigenza di dotare la scuola, in particolare quella dell'infanzia e quella elementare, di insegnanti realmente in grado di svolgere i compiti decisivi in tema di educazione musicale, che allo stato vengono loro attribuiti.

  2. L'esigenza di provvedere a interventi che risultino coerenti con l'estensione dell'obbligo scolastico a sedici anni, in via di approvazione in sede parlamentare. Il che implica che occorre pensare a bisogni formativi inerenti all'ambito musicale che superino il livello primario e propedeutico al quale si limitano le "didattiche storiche" alle quali si può fare riferimento per l'educazione musicale di base. Occorre nell'ambito di quest'esigenza sviluppare da una parte una diversa attivazione dell'educazione musicale nella scuola media, dove oggi essa viene mortificata nella pratica piccolo - povera del "flautino" e dall'altra proporre e sviluppare una "pedagogia musicale" per l'ultimo biennio dell'obbligo, dimensione sconosciuta al nostro sistema scolastico nella prospettiva trasversale di una presenza in tutti gli indirizzi di quel biennio.

  3. L'esigenza conseguente di individuare, per tutti gli studenti coinvolti dall'estensione dell'obbligo, un nuovo settore di studi musicali, orientabile sia nel senso dell'analisi musicale, che nasca da una potenziata "didattica dell'ascolto attivo e partecipativo", sia nel senso dell'acquisizione di una pratica strumentale di propria elezione, a fini non necessariamente professionalizzanti, avviata nel segmento scolastico precedente ed opportunamente fatta proseguire nella fascia della secondaria superiore. In tale prospettiva dovrà essere opportunamente valorizzata l'esperienza della musica d'insieme, finalizzata anche ad un uso creativo dei linguaggio musicale, senza esclusione di generi, stili e prassi.


CINQUE OBIETTIVI A MEDIO TERMINE

  1. Potenziamento delle attività di aggiornamento per docenti di educazione musicale operanti a tutti i livelli nel sistema scolastico.

  2. Istituzionalizzazione degli attuali corsi sperimentali ad indirizzo musicale nella scuola media.

  3. Promozione della creazione di indirizzi sperimentali musicali nella scuola secondaria superiore.

  4. Istituzione di un numero programmato di indirizzi musicali all'interno dei sistema scolastico secondario attuale ed ovviamente anche all'interno dei sistema riordinato.

  5. Attuazione dell'insegnamento di discipline musicali in indirizzi non specialistici almeno nell'ambito disciplinare dei "linguaggi non verbali e multimediali" e comunque in riferimento a tutti gli ambiti scolastici.


UN OBIETTIVO A BREVE TERMINE


1. Proposta di un piano triennale di finanziamento

a) per la creazione di specifiche figure di sistema

b) per la definizione, identificazione e creazione di appositi spazi fisici strutturati e attrezzati per la didattica della musica

c) per l'avvio sperimentale di specifiche esperienze di educazione all'ascolto e di pratica strumentale.

DUE PROPOSTE OPERATIVE ALL'INTERNO DELL'OBIETTIVO A BREVE TERMINE


1. Costituzione del "Laboratorio musicale" in tutte le istituzioni scolastiche

Il laboratorio musicale è un luogo fisico, un'aula attrezzata e dotata di tutte le strumentazioni necessarie per produrre e riprodurre suono, che viene messo a disposizione dell'intera struttura scolastica, eventualmente, in caso di assoluta necessità, anche sfruttando il sistema dei "poli" scolastici in senso orizzontale o verticale.

2. Creazione della figura di sistema del "Coordinatore didattico dei laboratorio musicale"

Il coordinatore didattico del laboratorio musicale deve avere elevate competenze musicali e didattico-pedagogico-musicali per gestire direttamente il laboratorio, ove manchino insegnanti competenti, oppure per assistere e coordinare gli insegnanti in possesso di requisiti almeno iniziali di competenza. Il coordinatore, inoltre, gestisce in prima persona o promuove attività di ulteriore aggiornamento per gli insegnanti della propria scuola, coinvolgendo temporaneamente anche altri esperti o gruppi apportatori di nuove proposte e/o esperienze sia didattiche che artistiche. Il coordinatore supporta tutte le iniziative didattiche che nell'ambito dell'educazione musicale siano assunte dagli organi competenti, centrali e periferici. Per la programmazione, sperimentazione e assunzione a regime di questa figura di sistema un soccorso prezioso potrebbe venire dalle sperimentazioni previste nell'ambito dell'attuazione dell'autonomia organizzativa e didattica di cui alla L. 59/97, art.21.

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