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La nuova indagine "Alunni con cittadinanza non italiana - Scuole statali e non statali - Anno Scolastico 2003/2004" ci consegna una fotografia puntualissima e ricca sulla presenza degli alunni stranieri nella scuola italiana.
Una realtà mobile e cangiante, ma anche stabile e strutturale. L'aumento
progressivo negli ultimi anni del numero di alunni stranieri, 282.683 con una
percentuale del 3,5% sul totale della popolazione scolastica, pone l'accento sul carattere di stabilità e sulla presenza di nuclei familiari. Prefigura una dimensione multicolore della nostra scuola futura, come già avvenuto in altre società.
È una percentuale ancora inferiore a quella di altri paesi di più lunga e consolidata esperienza di integrazione culturale come Francia, Inghilterra, Germania e Svizzera. Ma anche di paesi dell'area mediterranea e di recente immigrazione come Spagna e Portogallo.
E tuttavia la bassa percentuale dell'Italia è rappresentata da una grande quantità di differenze: sono ben 191 i paesi di origine degli alunni stranieri, distribuiti in gran parte in province e città anche piccole del Centro e del Nord Italia.
Un tessuto economico e sociale multiforme e policentrico, sostenuto da piccole
e medie imprese, da specializzazioni locali, spiega le ragioni di una presenza così diffusa e variegata.
Si sta sviluppando un impegno ai diversi livelli, centrale e periferico, per
monitorare e conoscere il fenomeno dell'immigrazione, ma anche per approfondirne le diverse implicazioni, per gestire i mutamenti prodotti da questa nuova presenza, per mettere a punto e divulgare buone pratiche e protocolli di accoglienza.
Il Ministero, con l'istituzione del nuovo ufficio per l'Integrazione degli
studenti immigrati, intende mettere a sistema gli interventi a sostegno
dell'integrazione, supportare ed incrementare le attività a favore degli alunni stranieri già predisposte dalle scuole, costruire modelli e strumenti di utilità per tutto il sistema scolastico ed attivare un confronto con altre esperienze in campo internazionale.
La scuola intende giocare un ruolo da protagonista, d'intesa con le agenzie educative del territorio, gli enti locali, il mondo del volontariato, consapevole di costituire un laboratorio privilegiato di inclusione sociale, un ambito importante di incontro, di confronto e di scambio.
Obiettivo, dunque, è una scuola delle cittadinanze: europea nella sua
ispirazione, capace di contenere le tante identità locali, ma anche di costruire una cornice entro la quale far dialogare la molteplicità delle culture.
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