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Con i suoi 7 milioni e 600 mila alunni frequentanti scuole statali, dall'infanzia alle superiori, - oltre 8 milioni e mezzo se si considerano anche le scuole paritarie - e con circa un milione e 100 mila unità di personale scolastico statale dipendente, il sistema scuola colpisce innanzitutto per l'impressionante grandezza dei valori che lo connotano.
Se a questi semplici dati interni al sistema scolastico si aggiungono anche quelli relativi a tutte le altre persone che direttamente o indirettamente hanno con la scuola rapporti organici e continuativi, si può ancor meglio cogliere, sotto l'aspetto del mero dato dimensionale, tutta la portata e la rilevanza di un sistema pubblico che, con l'ulteriore riferimento a circa 17 milioni di genitori (senza considerare altri familiari che, soprattutto nella prima età dei minori, assistono e accompagnano), coinvolge quasi la metà della popolazione nazionale.
Con il solo riferimento al dato degli alunni c'è da osservare che nella scuola, a differenza degli altri grandi servizi pubblici (trasporti, sanità), questa giovane utenza non transita per qualche ora o in qualche giorno, ma è presente continuativamente per un arco di tempo consistente, quotidianamente e per almeno duecento giorni lavorativi all'anno, per una utenza annua complessiva stimabile in almeno un miliardo e mezzo di presenze.
Ogni anno entra nel sistema poco più di mezzo milione di nuovi alunni e altrettanti ne escono con una sostanziale invarianza - in questi ultimi anni - della dimensione complessiva (anche se una parte esce dal sistema nei passaggi intermedi e una quota consistente arriva fino al terminale estremo del sistema stesso di istruzione).
Di anno in anno questo immenso fiume di popolazione scolastica si muove lungo l'itinerario formativo, da un anno di corso all'altro, prima di uscire nel "mare aperto" del diploma, dopo 16 anni di lento cammino. Ed è appunto di 16 anni il tempo che occorre per avere una intera generazione di alunni completamente rinnovata.
In questa prima riflessione sui grandi numeri del sistema d'istruzione non vi è forse nulla di nuovo, ma ricordarli a chi si accinge a consultare la sintesi di questo anno scolastico 2004/2005, serve a ricordare quanto peso e importanza abbia il sistema scolastico nella vita della comunità nazionale e a percepirne meglio gli elementi strutturali e dinamici che lo caratterizzano, e le relazioni umane e sociali che esso attiva.
Questo dato quantitativo, già di per sé significativo per le diverse implicazioni che induce, va inoltre letto anche con riferimento all'articolazione del sistema sull'intero territorio nazionale. Un sistema complesso, costituito da circa 42 mila punti di erogazione del servizio (plessi, scuole, istituti, sedi e sezioni distaccate) e da poco meno di 11 mila istituzioni scolastiche, cui è preposta una funzione dirigenziale, che rappresentano l'unità amministrativa centrale di organizzazione, gestione e coordinamento delle scuole stesse sul territorio, e a cui è riconosciuta personalità giuridica pubblica con conferimento di autonomia finanziaria, gestionale, didattica e organizzativa.
L'offerta di istruzione che questi punti di erogazione del servizio assicurano alla popolazione scolastica è inoltre differenziata per fasce di età e, ai livelli più alti, per tipologia di indirizzo.
Questi elementi di distribuzione territoriale del servizio e di differenziazione dell'offerta formativa, fanno della scuola un sistema estremamente articolato e complesso, mettendo in evidenza come questo grande servizio pubblico si caratterizzi non soltanto per l'ampiezza dimensionale ma anche per la sua complessità e pluralità di tipologie dell'offerta di servizio.
Il sistema scolastico, con la sua rete che si distribuisce sul territorio fino alle sedi più lontane, rende concreto, più che per altri settori pubblici, il principio di sussidiarietà che vuole i servizi pubblici e la loro gestione là dove la gente vive. I servizi scolastici sono presenti infatti in quasi il 90% dei Comuni italiani, compresi quelli di ridotte dimensioni di popolazione.
Per il funzionamento di quelle migliaia di punti di erogazione del servizio si adoprano, oltre agli insegnanti e all'altro personale scolastico, Enti locali che integrano e sostengono il servizio scolastico con tutte le misure di accompagnamento necessarie per assicurare le condizioni di funzionalità logistica per la popolazione scolastica ospitata: trasporti, mense, manutenzione, riscaldamento, illuminazione, ecc.; centri intorno ai quali gravitano iniziative, attività, progetti, interessi, interventi amministrativi.
Una riflessione su questo indotto amministrativo determinato dalla rete di scuole sul territorio, senza trascurare tutti gli altri settori commerciali ed economici che dalla scuola traggono quotidianamente ragioni di esistenza e di interesse, rende forse evidente a tutti la consapevolezza, intuita almeno nelle sue caratteristiche elementari, del quadro estremamente composito e complesso del sistema nazionale di istruzione.
C'è un altro dato macro che colpisce l'immaginario collettivo quando si parla di scuola: il personale scolastico. Tra dirigenti, insegnanti e personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) la scuola statale impiega circa un milione e 100 mila addetti: una quantità di operatori da far impallidire le più grandi aziende nazionali (per carichi finanziari e responsabilità gestionali e organizzative), senza contare che a questo dato vanno aggiunte decine di migliaia di altri docenti (supplenti brevi, ecc.) con rapporto di lavoro precario.
Nei confronti internazionali il peso del personale delle scuole italiane, in rapporto alla dimensione della popolazione scolastica, appare, nella crudezza dei numeri, forse eccessivo, facendo ritenere che vi siano eccedenze superflue e onerose.
Ma il rapporto alunni/insegnanti (nel corrente anno scolastico mediamente pari a 9,3 alunni per ogni docente), portato a razionalizzazione con interventi finanziari degli ultimi anni, va considerato anche per gli aspetti qualitativi non evidenziati da tale rapporto, come ad esempio, l'estensione di un maggior tempo scuola per un milione e centomila alunni, e il sostegno per l'integrazione di quasi 160 mila alunni disabili, inseriti, dato peculiare del nostro Paese, nelle strutture scolastiche "normali".
Un milione e 100 mila unità di personale scolastico: è dunque questa, allo stato attuale, la dimensione della forza lavoro che opera nella scuola. Una massa non indifferente di dipendenti, caratterizzati da una serie di profili professionali diversi e che si connotano per i due grandi raggruppamenti degli insegnanti e del personale ATA, secondo un rapporto di forze di tre docenti per ogni unità di addetto ai servizi.
Una parte del personale ATA, fino a cinque anni fa, lavorava nella scuola alle dipendenze di Enti Locali, ma nel 1999 una legge ne ha previsto la statalizzazione, riversandone, per effetto del passaggio alle dipendenze dell'Amministrazione scolastica statale, direttamente i relativi oneri finanziari sul Ministero dell'Istruzione e contribuendo, in tal modo, ad ampliare formalmente le dimensioni del sistema scuola.
Nel sistema scolastico statale nessun dato è insignificante, e le variazioni che intervengono di anno in anno hanno sempre incidenza rilevante anche quando sono percentualmente contenute.
Di ciò si può avere contezza nella sintesi di questo anno scolastico 2004/05, che oltre a rappresentare i dati generali strutturali del sistema, presenta, in termini di maggiore comparazione rispetto a quanto avveniva di consueto, le situazioni particolari attuali rapportate anche alle variazioni intervenute nei precedenti anni con riferimento all'ultimo decennio.
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