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Il problema dell'integrazione degli immigrati nella società è questione centrale nella maggior parte dei paesi europei.
In alcuni di essi, come da noi, il fenomeno dell'immigrazione si è verificato più recentemente, mentre altri Paesi hanno acquisito un'esperienza di lunga durata nell'adozione di politiche in questo settore.
La scuola costituisce un laboratorio privilegiato di inclusione sociale, ed è suo obiettivo educare alla convivenza civile e costruire percorsi di integrazione capaci non solo di accogliere, ma anche di valorizzare tutte le persone, trasformando le diverse provenienze culturali in opportunità di formazione per tutti.
Il successo scolastico è uno degli elementi qualitativi su cui misurare l'integrazione.
I fenomeni di ritardo scolastico o di abbandono fra gli alunni immigrati costituiscono una preoccupazione.
Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dopo aver consolidato il sistema di rilevazione delle presenze con la sua indagine annuale Alunni con cittadinanza non italiana (arrivata al settimo anno) ha avviato, con questa nuova ricerca, una riflessione non condizionata dall'emergenza al fine di sollecitare una sensibilità e una attenzione specifica agli esiti scolastici degli alunni stranieri.
Questo monitoraggio mette in luce come l'impegno del nostro Paese non sia da meno di Paesi di più lunga e consolidata immigrazione. Essi, peraltro, considerano tendenzialmente le seconde generazioni, ovvero quelle composte dai figli di origine straniera nati nel Paese in cui sono arrivati i genitori, più esposte al disagio, alle devianze e in generale ai comportamenti a rischio.
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