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NOTA DI SERVIZIO

Roma, 19 maggio 1998

Il ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, ha firmato oggi la direttiva e la circolare applicativa concernenti l'"Istituzione del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa".

Si allega la scheda tecnica.


Legge 440 del 18 dicembre 1997

 

1) Come è noto la Legge 440/97 rende disponibile un "fondo per l’allargamento e per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi".

2) La cifra posta a bilancio è di 1000 miliardi per il triennio 1997-1999.Per il 1998 sono a disposizione 500 miliardi. È importante sottolineare come lo stanziamento sia senz’altro ancora non sufficiente e tuttavia significativo: non si tratta, infatti, di un intervento una tantum, bensì di un provvedimento stabile, destinato a riproporsi anche nei prossimi anni.

3) Sulla base della Direttiva applicativa, su cui il Parlamento ha espresso il proprio parere il 14 maggio, quasi metà della cifra complessivamente stanziata (oltre 230 miliardi) sarà destinata alla sperimentazione dell’autonomia didattica e organizzativa.

4) Tale stanziamento, si badi bene, non ha nulla a che fare - come talora si equivoca - con gli esiti della consultazione nazionale volontaria sui regolamenti. Al contrario, esso ha l’obiettivo di fornire risorse - fresche e aggiuntive - ai progetti di innovazione didattica e organizzativa che erano stati sollecitati dal D.M. del novembre 1997 e la cui elaborazione ha sinora incontrato oggettive difficoltà per motivi di tempo (anno scolastico già iniziato) e per carenza di disponibilità finanziarie.

5) Queste le novità più significative delle circolari attuative appena emanate:

a) una quota standard sarà assegnata a tutte le scuole che entro la fine di settembre presenteranno progetti per i quali sia da esse prevista la necessità di un finanziamento. Le scuole saranno poste in condizione di calcolare autonomamente la cifra loro spettante sulla base di alcuni semplici indici e parametri oggettivi (nazionalmente la somma prevista ammonta al 65% dell’intero stanziamento). Come ben si vede si tratta di un finanziamento potenzialmente generalizzato, ma assolutamente non a pioggia;

b) i progetti delle scuole non avranno bisogno di autorizzazione da parte dell’Amministrazione centrale e/o periferica; andranno solo comunicati ai Provveditorati, al fine di un monitoraggio in itinere e conclusivo delle esperienze avviate;

c) un’ulteriore quota (pari nazionalmente al 35% dello stanziamento complessivo) sarà utilizzata per finanziare progetti delle scuole caratterizzati da maggiori ambizioni e maggiore complessità. È ipotizzabile che, nel concreto, tale cifra sarà notevolmenteimplementata dalle somme che risulteranno "risparmiate" a consuntivo dopo l’assegnazione del primo 65%.

d) la costituzione di un capitolo unico di bilancio a cui attingere le risorse per le diverse esigenze che ogni progetto di sperimentazione vorrà individuare.

6) La novità più significativa è però quella del nuovo rapporto che si stabilisce tra Centro e periferia.

L’Amministrazione non dà prescrizioni, ma indica obiettivi che le scuole potranno raggiungere attraverso una programmazione autonoma alla quale vengono garantite risorse finanziarie.

Tra l’Amministrazione e le istituzioni scolastiche si stringe una sorta di "patto d’onore" perché come già si è detto la grande maggioranza dei progetti ottengono un finanziamento solo per il fatto di essere presentati e non necessitano dunque di autorizzazione.

Tale patto si fonda sulla convinzione che le energie, il desiderio di riscatto e di innovazione, la stessa fantasia della "scuola militante" non potranno non far premio sugli eventuali rischi di logiche corporative e di piccoli cabotaggi.

Per la prima volta, cioè, nella storia del nostro sistema educativo le componenti che nella scuola vivono e della scuola vivono divengono protagoniste del tutto autonome di un momento non marginale della programmazione dell’offerta formativa.

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