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SCUOLA E LAVORO A BARI PER LO SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO

Diverse analisi mettono in correlazione il basso livello d'istruzione, la scarsa qualificazione professionale con elevati tassi di disoccupazione e situazioni di devianza giovanile che facilitano l'arruolamento nella criminalità organizzata.
Il Convegno "Scuola , lavoro, Mezzogiorno" che si terrà lunedì 28 febbraio a Bari, si propone una ricognizione della situazione di sei regioni meridionali (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) relativamente ai livelli d'istruzione, qualificazione professionale e disoccupazione ai fini di proporre percorsi formativi efficaci, in quanto capaci di far conseguire a coloro che non proseguono gli studi dopo l'obbligo scolastico un maggiore livello di alfabetizzazione e competenze professionali spendibili nel mercato del lavoro.

Assenza di titolo (o la sola licenza elementare nella forza lavoro)
Nord - Ovest 11,7%
Nord - Est 13,1%
Centro 12,6%
Sud 16,4%
Qualifica professionale nella forza di lavoro
Nord - Ovest 10%
Nord - Est 11,9%
Centro 6,7%
Sud 4,1%
Puglia 4,4%
Calabria 3,6%
Sicilia 3%

(ISTAT 1999)


Il convegno non si rivolge solo alla scuola ma anche alla formazione professionale, alle Regioni e agli Enti locali, alle imprese. Assicurare una nuova offerta formativa, anche in attuazione dell'obbligo formativo fino a 18 anni, non significa costringere a restare o a far tornare sui banchi di scuola chi ne vuole uscire o ne è già uscito; ma offrire competenze per utilizzare le nuove tecnologie, risolvere problemi, saper gestire le relazioni interpersonali e muoversi nel mercato del lavoro. Ciò richiede un'alleanza tra scuola, formazione professionale, imprese e privato sociale.
Il problema di bassi livelli di istruzione e qualificazione professionale non riguarda solo i giovani ma soprattutto la popolazione adulta. Un fenomeno presente in tutto il paese non solo nelle regioni meridionali considerate. Nel Sud è particolarmente grave il basso numero di persone in possesso di una qualificazione professionale.
I giovani che ogni anno si diplomano il Italia sono ormai il 79% della classe di età corrispondente. Gli interventi si devono rivolgere a quella parte di giovani che non proseguono gli studi e alla fascia di popolazione adulta esclusa nel passato dal processo di scolarità e oggi a rischio di esclusione sociale.
20 milioni con la sola licenza elementare
16 milioni con la sola licenza media
2 milioni con una qualifica professionale
La fascia di età che supera i 44 anni è pari al 49,8 della popolazione è in gran parte forza di lavoro ed è quella dove si riscontrano i livelli più bassi d'istruzione.
Il timore che un anno in meno di studi previsto dalla riforma dei cicli possa comportare riduzione di posti di lavoro e un abbassamento dei livelli d'istruzione è ingiustificato. Occorre, infatti, garantire un'offerta di maggiore istruzione per tutta la popolazione. Il timore che la scuola possa comprimere la formazione professionale è altrettanto ingiustificato. In questo settore si deve fare di più e sostenere soprattutto a Sud lo sviluppo di una formazione professionale di qualità, senza la quale non ci potrà essere espansione delle piccola e media impresa. Se il numero di persone in possesso di qualifica professionale è basso in tutto il Paese (2.417.000), ancora più grave è la situazione nel Mezzogiorno dove solo 398.000 sono in possesso di qualifica professionale.
I corsi di formazione professionale sono stati nel 1997/98 (ultimo anno di rilevazione): al Nord 21.040; al Centro 9.396; al Sud 6.061. I corsi per i disoccupati sono stati 1.293 al Nord; 1.873 al Centro; 635 al Sud.
Un'analoga disparità si riscontra nell'offerta formativa della scuola che fino agli anni Novanta non ha saputo rispondere alle esigenze di sviluppo del territorio. E' il caso dell'istruzione tecnica industriale e degli istituti tecnici per il turismo, il cui numero ridotto non ha corrisposto alle vocazioni territoriali.

Roma, 25 febbraio 2000

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