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OBBLIGO FORMATIVO FINO A 18 ANNI, CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA IL REGOLAMENTO
Il Consiglio dei ministri ha approvato questa mattina il regolamento che dà attuazione all'obbligo di frequenza di attività formative fino al compimento dei 18 anni (articolo 68 della legge n.144/99), su proposta del ministri della Pubblica Istruzione, del Lavoro e del Tesoro.
Il regolamento indica i percorsi d'istruzione e formazione nel quali potrà essere assolto l'obbligo formativo, nonché le modalità della loro integrazione ai fini del successo formativo dei giovani.
A chi si rivolge
Ai quindicenni che, una volta assolto l'obbligo d'istruzione, avranno di fronte tre strade:
· proseguire gli studi nella scuola secondaria superiore;
· accedere al sistema di formazione professionale regionale ai fini del perseguimento di una qualifica;
· iniziare il percorso di apprendistato che prevede la frequenza di moduli formativi di almeno 240 ore.
Il provvedimento avrà un'attuazione graduale e progressiva e si applica nei confronti di tutti i giovani presenti nel territorio nazionale, anche stranieri, che:
· nel 2000 compiono 15 anni e hanno assolto l'obbligo scolastico;
· nel 2001 compiono 15 e 16 anni;
· a partire dal 2002 compiono 15,16 e 17 anni;
· i giovani che nel 2000 compiono rispettivamente 15,16 e 17 anni potranno, se lo vorranno, accedere ai servizi per l'impiego del territorio per usufruire dei servizi di orientamento, supporto e tutoraggio.
Come si realizza
Le iniziative e le attività di orientamento e informazione sono garantite dalla scuola e dai servizi per l'impiego, che sono "obbligati" a scambiarsi le informazioni sulla carriera dei giovani. In particolare la scuola deve comunicare ai servizi per l'impiego i nominativi dei giovani che hanno assolto l'obbligo scolastico e non vogliono proseguire gli studi, che sono passati nel sistema di formazione professionale oppure che hanno interrotto la frequenza dell'istituto prima del 15 marzo. Al fine di assicurare la personalizzazione dell'intervento formativo i servizi per l'impiego nominano un tutor con il compito di accompagnare e seguire il percorso formativo.
Ai fini di consentire i passaggi tra i sistemi, scolastici e formativi, saranno raccordati i criteri di valutazione delle competenze acquisite attraverso i crediti formativi. Una commissione composta da esponenti della scuola, della formazione professionale e del mondo del lavoro riconosce i crediti formativi acquisiti ai fini di un reingresso nella scuola. Mentre l'ingresso nella formazione professionale da parte di coloro che hanno abbandonato la scuola sarà definito da un accordo tra governo e Conferenza unificata Stato, Regioni, Città e Autonomie locali. Gli ambiti di competenza regionale non sono definiti con atto del governo ma con un accordo con la Conferenza stessa.
Roma, 25 febbraio 2000
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