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Il Ministro
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Cari insegnanti e dirigenti scolastici,

mentre vi trasmetto gli esiti della consultazione sulle "Linee di sviluppo della scuola dell'infanzia" che insieme abbiamo promosso nel corso del 1999, unitamente agli Atti dell'importante convegno realizzato a Firenze nella primavera scorsa sul futuro della scuola dai 3 ai 6 anni, intendo ringraziarvi per l'ampia partecipazione all'iniziativa e per le preziose idee che sono emerse dalle articolate risposte (oltre 16.000 schede) che avete voluto farci pervenire.
Tutta la documentazione è stata analizzata con attenzione in sede locale e nazionale e costituisce oggi un patrimonio di conoscenze e di osservazioni dalle quali partire per rilanciare una forte iniziativa politica e culturale in un settore che già rappresenta un punto di forza del nostro sistema formativo.
Il processo di riforme ormai delineato coinvolge a pieno titolo la scuola dell'infanzia, anzi ne reclama un ruolo fondativo nella formazione delle nuove generazioni, sia sotto il profilo pedagogico che istituzionale. L'idea di un percorso formativo coerente che si sviluppa dai 3 fino ai 18 anni implica un ulteriore investimento sulla qualità della scuola dei piccoli, ed esige che le istituzioni pubbliche - a tutti i livelli - si impegnino a fondo a rimuovere ostacoli e ritardi che impediscono il dispiegarsi di tutte le potenzialità del servizio educativo.
In questa prospettiva abbiamo posto l'obiettivo della totale generalizzazione del servizio per i bambini dai 3 ai 6 anni e della qualificazione delle strutture, dell'organizzazione e degli operatori, sulla base di rigorosi standard di qualità pubblicamente verificati e garantiti.
Il completamento dell'iniziativa riformatrice, che trova nell'autonomia delle unità scolastiche, nella ricerca sui saperi e sulle competenze fondamentali, nel riordino complessivo dei cicli i suoi punti di forza, dovrà vedere una presenza più incisiva della scuola dell'infanzia, della sua "cultura" e dei suoi operatori nei processi di elaborazione e di decisione che dovranno essere sviluppati nei prossimi mesi. E' questa una precisa scelta politica e rappresenta un impegno formale che intendo assumermi anche come esito della consultazione promossa.
La realizzazione dell'autonomia, che avrà un momento di passaggio "decisivo" con il prossimo anno scolastico, richiede la definizione di una nuova piattaforma curricolare (come sviluppo degli Orientamenti del 1991, di cui si riconferma la validità, ma di cui vanno meglio evidenziati gli aspetti innovativi nei diversi contesti operativi), di standard di funzionamento e di orario, di migliori raccordi con la nuova scuola di base, valorizzando l'ampia flessibilità di soluzioni organizzative che già caratterizza le migliori esperienze. Un monitoraggio delle diverse situazioni, che possa dar conto della reale attuazione degli Orientamenti, ma che si spinga ad una verifica della gestione - che si vorrebbe più incisiva - dell'organico funzionale, potrà fornire utili informazioni per interventi di supporto, di compensazione, di riorientamento delle politiche locali.
Il dibattito sul rinnovamento del curricolo dovrà vedere la presenza significativa di insegnanti e scuole dell'infanzia già impegnate in esperienze innovative, in un fecondo dialogo con il mondo della ricerca scientifica universitaria. Una particolare attenzione sarà dedicata alle questioni del curricolo verticale, già in fase di sperimentazione in centinaia di istituti comprensivi, nei quali la presenza stimolante della scuola dell'infanzia non può essere considerata un dato marginale ed occasionale, ma deve portare ad un pieno e paritario riconoscimento del ruolo di alta professionalità degli insegnanti della prima infanzia.
Vogliamo rendere più estese le iniziative di formazione e di sviluppo professionale offerte ai docenti (ed agli altri operatori ugualmente importanti nella gestione delle dinamiche del contesto educativo), anche attraverso modalità e strade nuove ora in fase di avvio, ma da potenziare ed estendere. Molto ci si aspetta dal progetto di ricerca/formazione Alice, che intende valorizzare e diffondere le pratiche migliori.
A tal fine viene richiesto l'impegno anche dell'ampio settore delle scuole non statali (dei comuni e del privato sociale) che rappresenta una parte importante, non solo in termini quantitativi, del servizio rivolto alle nostre comunità ed ai genitori. La costituzione di un sistema integrato, già avviato con atti dal Parlamento ed in fase di estensione nella legislazione nazionale (parità) e regionale (diritto allo studio) dovrà rappresentare uno stimolo a realizzare, mediante intese e accordi, le migliori opportunità di sviluppo e crescita per tutti i bambini, nel rispetto delle scelte educative dei genitori, ma con un ruolo propulsivo dello Stato nel farsi garante del diritto costituzionale per tutti all'educazione e all'istruzione.
Sono impegni che intendiamo sottoscrivere con piena fiducia che un'analoga attenzione sarà espressa dal Parlamento e dalle forze sociali e politiche, perché l'aumento dei livelli qualitativi presenta dei costi finanziari che possono essere ben ripagati sul piano dello sviluppo sociale, culturale e civile del nostro Paese. E' questa consapevolezza, che va sempre più diffondendosi nell'opinione pubblica, anche grazie all'esempio trainante della scuola dell'infanzia, che ci farà da guida nelle prossime importanti scelte di politica scolastica.

Roma, 31 Gennaio 2000

Luigi Berlinguer

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