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Aree a rischio
Relazione sugli esiti della valutazione dei progetti delle scuole
Gli interventi di contrasto alla dispersione e al disagio scolastico e di miglioramento del successo formativo attivati dalle scuole situate nelle aree a rischio hanno ottenuto risultati nel complesso soddisfacenti. Hanno attivato dei processi di trasformazione positiva dei processi di insegnamento e apprendimento nella metà delle scuole coinvolte, mentre in un ulteriore 38% di istituzioni i progetti hanno fatto registrare segni contrastanti di problematicità, ma non indicazioni totalmente negative.
E' questo il quadro d'insieme fotografato dalla Relazione Intermedia sulla valutazione dei progetti attivati nelle zone a rischio ai sensi dell'art. 4 del CCNI nell'a.s. 2000-01, realizzato a cura del Gruppo di lavoro nazionale istituito presso l'Ufficio 3° della Direzione Generale per l'Organizzazione dei Servizi nel Territorio; lo studio si basa sui dati rilevati in 435 scuole su un totale di 472 istituzioni interessate dal dispositivo contrattuale e dislocate su tutto il territorio nazionale e riguarda le azioni svolte nei primi due anni del triennio previsto.
In metà delle scuole che operano in zone a rischio dunque l'attuazione del progetto ha migliorato la situazione di partenza, ha innescato processi che hanno aumentato la qualità del servizio educativo o è andata a rafforzare processi già in atto.
Il dato più rilevante è che la grande maggioranza delle scuole dove gli indicatori segnano i livelli più alti è collocata nel centro e nel nord del paese, ossia nelle aree dove comunque più profonda e diffusa è la sensibilità dei cittadini e delle amministrazioni alla qualità delle politiche sociali: la percentuale di esito positivo decresce man mano che da nord si scende a sud e nelle isole, segnando una mappa dei tassi di difficoltà connessi alle diverse situazioni socio-culturali di partenza delle diverse regioni italiane.
Dallo studio emerge infatti che proprio il rapporto con il territorio e la capacità di interagire con altri soggetti esterni alla scuola rappresentano i punti comuni più deboli e i fronti di maggiore rischio per il successo di questo tipo di interventi.
Alle istituzioni scolastiche vengono richieste infatti non solo capacità progettuale e volontà di cambiamento, ma anche determinazione nel creare solidi e stabili collegamenti con il contesto amministrativo, sociale e imprenditoriale e disponibilità a coinvolgere gli studenti e i loro genitori, in un'opera di responsabilizzazione diretta dei soggetti "a rischio".
Le raccomandazioni che provengono dal gruppo di lavoro sulla scorta dei dati raccolti in questo censimento in itinere riguardano anche un ordine di azioni interno alla scuola: una più ampia condivisione ampia del progetto da parte dei docenti e la scelta di riorientare l'intera attività didattica sui contenuti del progetto, lavorando sulla vita "ordinaria" della scuola, non solamente realizzando eventi e attività aggiuntive.
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