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Circolare Ministeriale 19 ottobre 1998, n.423 Prot.n. 32380/BL Oggetto: La Scuola e i diritti dellInfanzia e dellAdolescenza Limpegno del Paese nei confronti delle nuove generazioni, si esprime innanzitutto con il pieno riconoscimento e leffettivo rispetto dei diritti dellinfanzia e delladolescenza, sanciti nella Costituzione della Repubblica e nelle Carte internazionali. Questo impegno è stato assunto dal Governo e dal Parlamento, dalle Regioni e dalle istituzioni locali. La legge N° 285/97, il Piano dAzione per linfanzia e ladolescenza, la Carta di impegni sottoscritti il 16 aprile scorso, la Conferenza Nazionale che si terrà a Firenze il 19, 20 e 21 novembre prossimo sono alcuni dei principali interventi per promuovere la vita e la cittadinanza delle nuove generazioni, per contrastare il disagio e la violenza di cui sono vittime. Nellambito di questimpegno nazionale la scuola attribuisce priorità culturale e politica alla tutela dei diritti dei minori, assumendo un ruolo decisivo nello sviluppo delle potenzialità personali. A tal fine si ritiene opportuno trasmettere alcuni documenti utili per individuare una linea di azione delle istituzioni scolastiche sulla tematica specifica. Unitamente alla suindicata Carta di impegni sottoscritta il 16 aprile scorso (Allegato A) si trasmette, altresì, una nota di indirizzo (Allegato B), concertata sul piano delle politiche integrate del Ministero della pubblica istruzione e del Dipartimento degli affari sociali, volta a sostenere le istituzioni scolastiche nellazione significativa da svolgere e a renderle pienamente partecipi, nellambito dellautonomia e dellintegrazione con le istituzioni locali, le famiglie, le comunità del territorio, dellimpegno comune per la promozione dei diritti dellinfanzia e delladolescenza nel nostro Paese. Si segnala, infine, che il Dipartimento degli Affari Sociali ha avviato un concorso sui diritti dellinfanzia e delladolescenza (Allegato C), al quale sono state invitate a partecipare le istituzioni scolastiche, inviando loro il relativo materiale. Si pregano le SS.LL. di portare la presente circolare e gli allegati documenti a conoscenza delle istituzioni scolastiche ed educative funzionanti nelle proprie circoscrizioni territoriali. IL MINISTRO Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale - Ministero per la Solidarietà Sociale - Ministero dell'Interno - Ministero della Pubblica Istruzione - Ministero per le Pari Opportunità - Ministero per gli Affari Esteri - Ministero del Commercio con l'Estero - Ministero dell'Industria, Commercio e Artigianato - CGIL - CISL - UIL - ISTAT - OIL UNICEF - CONFINDUSTRIA - CNA - CONFCOMMERCIO - CONFARTIGIANATO CONFAGRICOLTURA - CONFAPI - C.A.S.A - CLAAI CARTA DI IMPEGNI Roma, 16 aprile 1998 PREMESSA Questa "Carta di impegni per promuovere i diritti dell'infanzia e delladolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile" costituisce un programma di azioni concrete che il Governo e le parti sociali sottoscrivono e s'impegnano a realizzare nei prossimi mesi. La Carta costituisce la traduzione per il nostro Paese del Programma sottoscritto dal Governo Italiano nella recente Conferenza Internazionale svoltasi ad Oslo (27-30 novembre 1997) Il Tavolo di Concertazione tra il Governo e le parti sociali, il Tavolo Tripartito OIL - che ha fin qui svolto un importante e qualificato lavoro - sono gli strumenti del dialogo e della concertazione con cui attuare le azioni per contrastare il lavoro minorile. Il tavolo di Concertazione tra il Governo e le parti sociali, per laffermazione la tutela dei diritti umani e del lavoro, fa riferimento rispettivamente all'ONU e all'OIL mentre, sul diverso piano del commercio internazionale, il riferimento è costituito dallOrganizzazione Mondiale del Commercio. Concertazione, dialogo sociale, assunzione di responsabilità da parte di ciascun soggetto sono le modalità più efficaci per ottenere risultati concreti. Il Tavolo intende coinvolgere gli Enti Locali, le ONG interessate, perché ritiene importante che si attivino a livello locale iniziative concertate per realizzare veri e propri Accordi di Programma tra Enti Locali, forze economiche e sociali, amministrazioni dello Stato, per promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Il lavoro minorile costituisce una grave lesione dei valori essenziali della nostra convivenza sociale e dei diritti umani fondamentali riconosciuti e sanciti in molte Convenzioni e Trattati Internazionali - la Convenzione sui diritti dell'uomo, la Convenzione sui diritti dell'infanzia, la Piattaforma ONU sui diritti delle donne, la Convenzione OIL sull'età minima di ammissione al lavoro n. 138. Il coinvolgimento delle bambine e dei bambini nell'esperienza lavorativa precoce ed in condizioni lavorative pesanti arreca un grave danno alla loro crescita perché li priva di risorse - come il gioco, la socialità, l'educazione, il rispetto della loro salute e dei loro tempi di crescita - che sono essenziali per il loro sviluppo psicofisico e costituisce motivo di futura emarginazione dalle dinamiche sociali. Questo è un dato che vale per tutti i bambini e le bambine, di ogni etnia, colore e di ogni popolo e paese, ovunque siano collocati geograficamente. I diritti dei bambini e delle bambine sono universali. Le cause dello sfruttamento del lavoro minorile sono molte e
complesse. La povertà, lo squilibrio tra il Nord ed il Sud del Mondo, la globalizzazione
dei mercati che modifica la divisione internazionale del lavoro. Lo sfruttamento del lavoro minorile è conseguenza e causa della povertà "perché l'utilizzo dei fanciulli rallenta la crescita economica e lo sviluppo sociale e costituisce una violazione grave dei diritti elementari delle persone umane". (Conferenza Oslo 1997) Nel contesto attuale il lavoro minorile assume una pluralità di
forme e di tipologie nuove rispetto al passato. Lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo coinvolge bambini e bambine Molte bambine durante le giornate svolgono lavoro domestico, considerato non produttivo e dunque non lavoro. Si tratta invece di lavoro, e di lavoro pesante, spesso accompagnato a forme di maltrattamento sessuale. Le bambine e le ragazze sono vittime, altresì, in molte situazioni di forme di sfruttamento sessuale a scopo commerciale, fenomeno in espansione e che lascia ferite tante volte non rimarginabili. La Piattaforma della IV Conferenza Mondiale dell'ONU sulle donne dice "le bambine sono spesso trattate come esseri inferiori, ed esse socializzano ponendo se stesse per ultime, in tal modo indebolendo la propria autostima". La Piattaforma dell'ONU, impegna i Governi nazionali a mettere in atto politiche mirate che superino ogni forma di discriminazione e valorizzino al contempo la differenza di genere. In particolare indica la necessità di "eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile" delle bambine e dei bambini. - I - Per eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile sono necessarie azioni integrate che puntino sulla prevenzione, investano sulla educazione e formazione, attivino sostegni economici e culturali alle famiglie, promuovano i diritti delle donne. Tali azioni devono essere parte di un programma concertato tra amministrazioni dello Stato, parti sociali, ONG; devono saper mettere in rete le opportunità e le risorse; devono localizzarsi nei contesti comunitari. Per eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile è importante PROIBIRE E PUNIRE ma al contempo dare SOLUZIONI POSITIVE E CONCRETE AI CASI CONCRETI. Promuovere dei sistemi di controllo particolari e elaborare meccanismi intersettoriali di ispezione del lavoro, agendo in linea con i principi contenuti nel Piano di azione adottato ad Oslo nell'ottobre 1997. Scuola, famiglia, lavoro, impresa sono i cardini della strategia per il superamento del lavoro minorile. I.1 - In sede internazionale e nel rapporto con i paesi del mondo Il Governo e le parti sociali si impegnano a: Promuovere e sostenere ogni iniziativa volta all'approvazione da parte dell'OIL di una nuova convenzione sulle forme più intollerabili di sfruttamento. A tal fine si proseguirà nellattività, anche bilaterale, con altri paesi in vista del raggiungimento di tale obiettivo, dando continuità ai rapporti già intrapresi con i Paesi del Mediterraneo. Sostenere la Dichiarazione solenne in materia di diritti fondamentali dei lavoratori, allesame della prossima Conferenza del Lavoro, che dovrebbe anche sancire l'impegno alleliminazione effettiva del lavoro minorile e all'elevazione progressiva delletà minima per l'accesso al lavoro, avendo cura in modo particolare, di rafforzare procedure e meccanismi di controllo per l'applicazione delle stesse. Mettere in atto azioni politico-diplomatiche per convincere i Paesi inadempienti a ratificare le esistenti Convenzioni fondamentali, più segnatamente, a ratificare la Convenzione 138 sul lavoro minorile. Rilanciare il ruolo delle ONG unitamente alle parti sociali e della cooperazione decentrata nelle attività di prevenzione ed eliminazione del fenomeno del lavoro minorile. Attuare e sostenere il Progetto Lavoro, già promosso dal Ministero Lavoro, OIL, UNICEF e parti sociali, che prevede la realizzazione di tre progetti di cooperazione allo sviluppo in Pakistan, Nepal e Bangladesh attraverso una gestione tripartita e la cooperazione dell'OIL e dell'UNICEF. Sostenere in sede di Unione Europea una efficace regolazione e attuazione del sistema di preferenze generalizzate. Aumentare il contributo di risorse al programma IPEC contribuendo attivamente alla sua realizzazione. Contrastare lo sfruttamento sessuale di minori originato da viaggi e turismo, legiferando rapidamente in materia; sostenendo la campagna di sensibilizzazione delle agenzie di viaggio condotta dalle associazioni e dalle categorie; istituendo un ALBO D'ORO della responsabilità che comprenda quelle agenzie che, su segnalazione del pubblico, aderiscono alla campagna di sensibilizzazione. Il Governo si impegna a: Le parti sociali si impegnano a: Sulla natura di questi codici non si registra ancora una convergenza tra le parti sociali. Pertanto questo aspetto dovrà essere ulteriormente approfondito. L'azione italiana sul piano internazionale, avvalendosi del contributo della nostra
Cooperazione, si impegna a: - I.2 - Contrastare lo sfruttamento del lavoro minorile rientra nel Piano d'Azione per la promozione di diritti ed opportunità per linfanzia e l'adolescenza. A tal fine si assume come criterio per l'azione, la visione integrata delle politiche, della legislazione, delle risorse. La legge n. 59/97 che conferisce autonomia, funzioni e compiti alle regioni e agli enti locali, la Legge 309/90 e la Direttiva n. 600/96 che prevedono l'attuazione da parte delle scuole di attività educative e didattiche finalizzate alla educazione alla salute e alla prevenzione delle tossicodipendenze, la Legge 216/91 che prevede interventi in favore dei minori a rischio di coinvolgimento in attività criminose, la Legge 285/97 per la promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza e il Piano di Azione per l'infanzia e l'adolescenza, la Legge n. 40/98 sulla disciplina dell'immigrazione (art. 36), la direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione n. 133/96. In tal modo si potranno affrontare contestualmente i problemi della dispersione scolastica, dell'educazione alla salute per la prevenzione della tossicodipendenza, dell'immigrazione, dello sfruttamento minorile, degli abusi dei minori, della microcriminalità. Questi interventi convergono nel rilancio della scuola come centro di promozione culturale e sociale nel territorio, determinante per assicurare la convivenza civile e il tessuto democratico. Si individua nel tavolo di concertazione nazionale e nei tavoli di concertazione territoriali, secondo il sistema di rete, la sede per lindividuazione delle cause del disagio sociale e del lavoro minorile e per lo sviluppo delle azioni che vedono innanzitutto protagonista la scuola. E', altresì, fondamentale, conoscere il fenomeno. Infatti, non è sufficiente
una conoscenza in termini quantitativi; per intervenire sulle cause vi è la necessità di
acquisire elementi che descrivano il fenomeno anche qualitativamente. Specifica attenzione in questo contesto verrà rivolta al fenomeno del lavoro dei bambini extra-comunitari che vivono in Italia. Il lavoro minorile è anche l'altra faccia dellabbandono scolastico. Lobiettivo cui vogliamo tendere è che nessun ragazzo si perda, che si investa sulle potenzialità di ciascuno, che cresca la stima nei confronti della scuola e se ne percepisca il valore sociale e civile. Il Governo, su iniziativa del Ministero della P.I., ha avviato un processo di
riforma della scuola che, anche grazie alla legge sullautonomia, modifica
profondamente il sistema scolastico. Di tale riforma, che vede la scuola aprirsi al mondo
dell'economia, del lavoro, delle problematiche sociali che investono l'infanzia e
l'adolescenza, obiettivo fondamentale è il prolungamento dellobbligo scolastico. Il Ministero della P.I. assume l'impegno delle seguenti specifiche azioni,
nell'immediato e a partire dall'anno scolastico 1998-99: Il Ministero della P.I. intende coinvolgere su questo programma di azione, anche ai fini di una più forte sensibilizzazione della scuola, le Organizzazioni Sindacali della Scuola, le Associazioni Professionali, Studentesche, delle Famiglie, nonché le organizzazioni culturali e sociali anche internazionali, e in modo particolare lUNICEF. Aiutare a sostenere le famiglie. Ci rivolgiamo agli Enti locali perché applichino la legge n. 285/97 "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza", dotando il proprio territorio di un programma concreto a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. Il Governo, con gli Enti locali, si impegna a promuovere programmi contro la povertà e l'esclusione sociale utilizzando la legge 285 del 28 agosto 1997 e lo strumento del reddito minimo di inserimento. Sollecitiamo gli Enti locali ad utilizzare le opportunità offerte dalla legislazione vigente perché si promuovano occasioni di svago, formazione, socializzazione per il tempo libero delle ragazze e dei ragazzi, coinvolgendo lassociazionismo, il volontariato ed il no profit. Il Governo s'impegna a: Applicare le leggi in materia di lavoro minorile e rafforzare nonché coordinare gli interventi ispettivi e repressivi. In questo senso è necessaria una iniziativa mirata, straordinaria concordata tra tutte le istituzioni a ciò deputate. In particolare, al fine di realizzare unopera di coordinamento unitario tra le Istituzioni ed i vari Enti nella loro qualità di Presidenti del Comitato Provinciale della Pubblica Amministrazione - sia svolta nel modo più adeguato tali attività di interconnessione ed interazione tra i diversi organismi, dando particolare impulso ai vari tipi di controllo ed interventi in materia, sia da parte delle Forze dellordine che degli Enti locali, della scuola o del volontariato. Recepire, nell'ordinamento interno, la direttiva dell'U.E. 33/94 sulla protezione dei giovani operando, in particolare, per prevedere misure adeguate per la valutazione dei rischi, per rafforzare la protezione in materia d'igiene e sicurezza sul lavoro e modificare lart. 7 della Legge 977 del 1967 al fine di ridurre drasticamente le deroghe allattività dei minori tra i 14 e 15 anni, in attuazione della legge comunitaria. Rafforzare l'attività dell'Ispettorato del Lavoro, sia aumentando gli organici, sia con azioni mirate all'individuazione di aree geografiche e merceologiche a rischio, valutandone i relativi costi., in linea con gli accordi assunti con l'intesa del 22 luglio 1997. Contrastare lo sfruttamento del lavoro minorile debellando la piaga del lavoro nero e sommerso. In particolare riteniamo indispensabile il rispetto degli impegni assunti nel Protocollo sulla Politica dei redditi del luglio 1993 e, in questo contesto, l'introduzione di norme che garantiscano l'efficacia generale dei contratti per innalzare il livello medio di tutela e per combattere i fenomeni distorsivi della concorrenza. Creare specifici Centri di Servizio che, unitamente alle istituzioni locali, le organizzazioni economiche e sociali, nonché le autorità scolastiche, individuino le dimensioni e le caratteristiche del problema. ****** Il Governo e le parti sociali mediante il Tavolo di concertazione sulle tematiche del lavoro minorile s'impegnano a raccordarsi con il lavoro svolto, rispettivamente, dalla Commissione Lavoro previdenza sociale del Senato, dalla Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera; nonché, a verificare, periodicamente, lapplicazione dei contenuti e gli esiti operativi della Carta d'impegni per promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile, arricchendola con ulteriori elaborazioni e proposte. Il Tavolo di concertazione tra il Governo e le parti sociali si impegna, in considerazione dell'interesse superiore dell'infanzia a realizzare tavoli di concertazione a livello locale per debellare ogni forma di sfruttamento della mano d'opera minorile. VISTO E SOTTOSCRITTO: Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale - Ministro per la Solidarietà Sociale Ministro dell'Interno - Ministro della Pubblica Istruzione - Ministro per le Pari Opportunità - Ministro per gli Affari Esteri - Ministro del Commercio con l'Estero - Ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato - CGIL - CISL - UIL - ISTAT - OIL - UNICEF - CONFINDUSTRIA - CNA - CONFCOMMERCIO - CONFARTIGIANATO - CONFAGRICOLTURA - CONFAPI - C.A.S.A - CLAAI Roma, lì 16 aprile 1998 LA SCUOLA Nota di indirizzo Una più consapevole cultura dell'infanzia La Convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia del 20 Novembre '89, che il nostro Paese ha ratificato, impegna le istituzioni e la comunità sociale a svolgere ogni possibile iniziativa per migliorare, la qualità della vita dell'infanzia e dell'adolescenza. Del resto in questi anni si è andata sviluppando nel nostro Paese una sempre più consapevole cultura dell'infanzia e dell'adolescenza, anche se molta è ancora la strada da percorrere. Il Rapporto 1996 sulla condizione dell'infanzia - "Diritto di
crescere e disagio" - pubblicato a cura del Dipartimento degli Affari Sociali della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha segnalato come non manchino le ambivalenze ed i
problemi. Accanto a numerosi segnali positivi che indicano una crescente attenzione a
comprendere e soddisfare le reali esigenze dei minori, convivono altri di segno opposto. I minori hanno bisogno di vedere sostenuto dalla famiglia e dalla comunità sociale il loro processo di personalizzazione e di socializzazione, e spesso non trovano l'aiuto indispensabile. Il Rapporto 1997 "Un volto o una maschera?" individua nella scuola una fondamentale agenzia di promozione dell'identità dei bambini e delle bambine, degli adolescenti e dei giovani, considerata nella sua complessa sfaccettatura (identità di genere, sociale, culturale, etnica) e questo in stretta collaborazione con i genitori, primi partner nel compito educativo. Ambiente educativo e di apprendimento In questo impegno la scuola riveste una particolare centralità. E' un
luogo di apprendimento, ma un luogo particolare nel quale la relazione tra docenti e
alunni e degli alunni tra loro è fondamentale. Gli insegnanti sono tanto più efficaci quanto più, mentre conducono la loro azione didattica, imparano a sviluppare una sempre maggiore capacità di ascolto e di dialogo. La scuola appare ambiente privilegiato per favorire negli stessi alunni una sempre più matura consapevolezza dei loro diritti, correlata alla scoperta dei doveri che vi sono connessi. Lo "Statuto delle studentesse e degli studenti", recentemente approvato, la definisce comunità di dialogo, di ricerca e di esperienza sociale informata ai valori democratici, nella quale ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla 'Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia'. La scuola può fare molto per promuovere negli alunni una consapevolezza critica dei loro diritti e dei loro doveri, e per allargare questa conoscenza alle tante realtà, del nostro Paese come nel mondo, nelle quali i diritti dei minori sono negati. L'impegno della scuola Oggi la scuola è sempre più spesso chiamata in causa quasi a supplire carenze di ogni tipo che si verificano in ambito familiare e sociale. Se è vero che non si possono scaricare sulla scuola tutti i disagi e gli insuccessi che originano in altri contesti, né è accettabile una logica di deresponsabilizzazione e di delega, tuttavia non si possono ignorare i problemi e le richieste. Ciò che giustifica, in primo luogo, l'intervento degli insegnanti non è una domanda di supplenza, ma ciò che appartiene alla natura e alla finalità della scuola stessa. Favorire sul piano culturale la consapevolezza dei diritti della persona e assicurarne sul piano pedagogico la piena promozione a partire dall'ambiente scolastico costituiscono per la scuola compiti non marginali né facoltativi. Non si vuole, certo, invitare gli insegnanti ad aggiungere una nuova materia o una nuova "educazione" al loro già impegnativo piano di studi. Il processo di innovazione in atto vede spostarsi significativamente l'accento dall'insegnare all'apprendere, vede cioè riscoprire sul piano educativo e didattico la "centralità" dell'alunno, rispetto al quale le stesse discipline devono considerarsi campi di educazione e formazione. La finalizzazione alla persona degli insegnamenti scolasti ci consente di superare il carattere aggiuntivo e periferico delle tante "educazioni" (alla salute, alla pace, alla legalità, all'interculturalità..) riconducendole pienamente dentro il curricolo, del quale costituiscono importanti trasversalità, capaci di connettere e dare significato a molti apprendimenti settoriali. Gli interventi che competono alla scuola si inseriscono nel nuovo contesto dell'autonomia. Ancora prima di essere provvedimento legislativo e regola istituzionale l'autonomia rappresenta valore culturale e nuovo modo di concepire il servizio scolastico. L'autonomia non riguarda solo il campo della didattica o dell'organizzazione interna della scuola, ma anche i rapporti che la scuola intesse con la comunità sociale e il territorio. La Legge n.59/97 e il D.Lgs. 112/98 hanno ridisegnato i compiti della scuola e la sua collocazione istituzionale; oggi è più forte, la sollecitazione verso una azione coordinata tra tutti i soggetti impegnati in ambito educativo e sociale (famiglia, istituzioni, servizi presenti sul territorio, privato socia le). Alla scuola si chiede di farsi protagonista e promotrice di contatti, di favorire collaborazioni, di promuovere assunzione di responsabilità, di svolgere, nell'ambito del progetto di istituto, una azione di coordinamento delle risorse e degli interventi. La scuola e i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza Nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche si segnala
alle scuole, per i compiti di orientamento generale e di prospettazione degli obiettivi
formativi ritenuti essenziali, propri di questo Ministero, l'importanza che assume
l'impegno per il pieno riconoscimento e sviluppo dei diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza. Il Dipartimento per gli Affari Sociali sta inviando alle scuole una documentazione che può costituire un utile riferimento per le istituzioni scolastiche che intendano conoscere meglio le finalità della legge e le possibilità di intervento. Si segnala, inoltre, la "Carta di impegni per promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile", sottoscritta, oltre che dai Ministri del Lavoro, dell'Interno, degli Affari Esteri, della Pubblica Istruzione, del Commercio con l'Estero, dell'Industria, Commercio e Artigianato, per la Solidarietà Sociale e per le Pari Opportunità, anche dalle parti sociali. La risposta che la scuola può dare si colloca, dunque, tanto sul versante dell'azione educativa e didattica, quanto sul versante delle politiche scolastiche e degli interventi istituzionali. Da un lato riguarda, per così dire, l'ordinarietà dell'esperienza scolastica, che deve essere di qualità, dall'altro la capacità di sviluppare una strategia istituzionale, che preveda interventi organici, mirati e integrati. La Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'Adolescenza Nei giorni 19-20-21 Novembre 1998 si svolgerà, a Firenze, la prima "Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'Adolescenza". Si tratta di un appuntamento voluto dalla citata legge n. 285/97 e affidato, per la realizzazione, al coordinamento del Dipartimento per gli Affari Sociali. Tale Conferenza intende porre con il massimo rilievo all'attenzione di tutto il Paese il tema dei diritti dei minori, riservando una particolare attenzione alla azione educativa della scuola. Si ritiene opportuno fin d'ora invitare tutte le componenti della scuola (docenti, dirigenti, studenti, genitori) a prestare attenzione a tale appuntamento. In particolare, si propone alle scuole di vivere la giornata del 20 Novembre come occasione per un approfondimento del tema dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in collegamento ideale con la Giornata Italiana per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza promossa nell'ambito della Conferenza. Al fine di sottolineare l'importanza della ricorrenza, si propone inoltre alle scuole di aderire all'iniziativa del Dipartimento per gli Affari Sociali e del Ministero della Pubblica Istruzione, che prevede lo svolgimento di un concorso per le scuole elementari, medie e superiori, da svolgersi nell'arco temporale che va dal 20 Novembre 1998 al 16 Aprile 1999 (ricorrenza della morte del piccolo pakistano Iqbal Mazih), data prevista per le premiazioni. I DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA CONCORSO PER LE SCUOLE Finalità Il concorso vuole essere una occasione, proposta alla libera adesione delle scuole statali e non statali della scuola elementare, media e superiore, per favorire negli alunni una presa di consapevolezza dei diritti dei minori, alla luce della Convenzione ONU approvata a New York il 20 novembre 1989 e della quale ricorre il decennale. Modalità di partecipazione Scuola elementare: realizzazione di un Poster I lavori possono essere individuali o collettivi. Modalità di svolgimento I dirigenti scolastici nominano una commissione con il compito di promuovere l'iniziativa e, successivamente, di selezionare i lavori da inviare al competente Provveditorato agli Studi. Al Provveditorato vanno inviati, da parte delle singole istituzioni scolastiche:
Tutti i lavori devono pervenire ai Provveditorati entro il mese di dicembre. Presso i Provveditorati una commissione nominata dal provveditore valuta i lavori pervenuti selezionando, per la provincia, quelli da inviare al Dipartimento per gli Affari Sociali, nel numero di:
Tutti i lavori dovranno pervenire al Dipartimento per gli Affari Sociali entro il 15 febbraio 1999. Valutazione Presso il Dipartimento per gli Affari Sociali una commissione altamente qualificata di esperti esaminerà i lavori pervenuti. Premiazione Tutti i lavori saranno esposti nell'ambito di una mostra in occasione della giornata delle premiazione, fissata a Roma per il 16 aprile 1999, ricorrenza della morte di lqbal Mazih. VERRANNO PREMIATI:
I vincitori verranno invitati a Roma per la premiazione a palazzo Chigi alla presenza di alte autorità dello Stato e saranno ricevuti dal Presidente della Repubblica. I vincitori riceveranno anche dei premi consistenti in materiali e sussidi a disposizione delle classi e delle scuole di provenienza. ULTERIORI INFORMAZIONI. Per ogni ulteriore informazioni le scuole possono rivolgersi al Dipartimento per gli Affari Sociali, presso il quale sarà attivo un apposito sportello. Indirizzo:
Per acquisire documentazione utile le scuole possono anche rivolgersi al Centro Nazionale di documentazione e Analisi sull'infanzia e l'adolescenza
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