Tradizioni e patrimonio locale...

Alla scoperta di…..VEREZZO!!!

Ciao ragazzi,

per l’ultimo articolo del nostro mitico giornalino…abbiamo pensato di portarvi con noi alla scoperta della nostra bellissima collina!!

Verezzo è costituita da tante località, ognuna delle quali ha una sua storia….che adesso vi racconteremo…

VEREZZO PONTE

Salve a tutti, sono Laura Modena e vivo a Verezzo un piccolo paesino di campagna .

Verezzo è suddiviso in zone: San Donato, Sant’Antonio,i Rodi e infine Verezzo Ponte dove io abito. In Verezzo Ponte, quando i miei nonni erano giovani, c’erano 4 frantoi tra cui uno che esiste ancora adesso, dove lavora mio padre.

In tutta la borgata c’erano solo due case e un ponte che era l’unica strada di comunicazione, per salire a Sant’Antonio e ai Rodi.

Nel 1911 ci fu una alluvione che strascinò via un muro e ruppe una parte della strada;

era mattino presto ed era buio, un contadino con il suo carro pieno di latte trainato da una mula, stava percorrendo la stradina che portava al Ponte quando la mula si fermò improvvisamente, il contadino scese dal carro e provò in tutti i modi possibili a farla continuare: picchiandola, spingendola e urlandole, ma la mula non ne voleva sapere. Quando alla fine l’animale si rassegnò e riprese a muoversi cadde nel torrente, solo allora il contadino si rese conto che nonostante il buio aveva capito che davanti a loro si apriva un burrone: purtroppo era troppo tardi e il contadino perse la sua mula.

Io a Verezzo vivo bene perché c’è tanta amicizia, tanto verde, poco smog e tanto raccolto.

Laura

IL MIO BORGO

Io abito in un borgo nominato il ponte, perché si trova nel mezzo di due ponti.

Si racconta che nel 1910 una forte pioggia trascinò a valle dal bosco vicino, alcuni grossi tronchi d’albero che giunti al ponte formarono una diga; e l’acqua trovando la strada sbarrata tracimò dal ponte.

Raggiungendo con forza il secondo ponte, distrusse la piccola mulattiera e un’abitazione vicina.

Dopo quel giorno, la popolazione cercò di migliorare le costruzioni, continuando sempre a lavorare in campagna, però con maggiore profitto.

Così oggi noi possiamo vivere meglio con meno fatica perché per mezzo di nuovi macchinari si lavora meglio.

Daniele

S.DONATO

La frazione di Verezzo è distribuita in più borgate: S.Donato, S.Antonio, Ponte, Rodi, Case Ghersi.

Il 7 agosto 1543 si verificò l'episodio dello scontro vittorioso dei sanremesi guidati dal podestà Genovese Luca Spinola sui pirati di Barbarossa.

La battaglia avvenne nella zona di Verezzo detta Parà.

In questo punto in cui il 6 agosto1543 si svolse la vittoriosa battaglia contro i pirati Barbareschi è stata eretta una croce detta (Croce della Parà). 

Ma la vittoriosa battaglia non impedì ai corsari di fare bottino e di rapire alcune persone nelle campagne, che non fu più possibile riscattare.

A 1 km dal luogo ricordato da una croce,fu eretta una cappella ingrandita e divenuta chiesa nel 1630, dedicata a S.Donato.

La chiesa è stata ingrandita nel 1718 e nel 1836.

In occasione della rivoluzione del 1753 contro Genova, Verezzo, si schierò coraggiosamente contro i sanremesi.

Lorenzo Bonfante, uno dei 481 abitanti della frazione reo, di aver suonato la campana a martello, di aver incitato alla rivolta i compaesani opposti con le armi e un picchetto di soldati corsi, fu condannato all'esilio e potè ritornare in patria solo dopo diversi anni.

Nel mese di luglio il Pinelli guidò una spedizione punitiva contro Verezzo per castigare la loro contumacia.

Impose pesanti contribuzioni appropriandosi del bestiame e riscuotendo la somma di 1373 £ a capo.

Verezzo era comandato dai consoli,al console aspettava il compito di conciliare bonariamente le controversie, fra i soci, partecipava ai giudizi dei casi più gravi doveva intervenire in caso di inosservanza delle norme.

Da uno statuto dei Molinari (mugnai)nel 1765 apprendiamo che la zona era coltivata a grano duro, uliveti, vigneti e lungo i torrenti vi erano molti mulini.

Federico

SANT’ANTONIO

La località di Verezzo è un piccolo paesino alle spalle di Sanremo ed in particolare ne è una Frazione.

La Frazione,a differenza dei tipici paesi Liguri non ha un centro storico con le case tutte attaccate ed i violetti stretti, ma è composta da tante casette isolate; Verezzo, infatti, non è "nato" come paese vero e proprio, ma, mi racconta mio nonno, in antichità era la campana degli abitanti di Sanremo, che costruivano delle piccole casette accanto ai terreni dove si recavano per coltivare gli orti e gli ulivi.

La Frazione è divisa a sua volta in due parti Verezzo San Donato e Verezzo Sant’Antonio .

In ciascuna delle due località sorge une Chiesa, ma entrambe fanno parte della stessa Parrocchia.

Io abito nella parte di Verezzo Sant’Antonio.

A sua volta Verezzo Sant’Antonio è composto da località chiamate con nomi caratteristici: Pian dei Bosi, Casette, Crovi, Muren. Questi nomi derivano dal nome degli antichi abitanti di quelle località (es Casette Ghersi) o delle caratteristiche dei terreni (località Scogli).

La località di Verezzo Sant’Antonio dove abito io si chiama "Casette".

Per arrivarci si deve imboccare una ripida salita che parte proprio dalla Piazza della Chiesa.

Questa zona è ricca di piante di ulivo ancora coltivate: a partire da ottobre si sente il tipico rumore delle bacchette di legno che sbattono sui rami per far cadere le olive sulle reti.

In alcuni terreni viene anche coltivata la vite con la disposizione a filari sui tralicci; a settembre, quando matura l’uva le persone fanno la vendemmia e quando si passa davanti alle case si avverte il profumo dell’uva appena schiacciata .

Il terreno è terrazzato con muretti in pietra a secco, cioè costruiti senza l’uso del cemento.

Anche parecchie case sono fatte in pietra, alcune sono state ristrutturate, mentre altre sono in stato di abbandono e più abitate; ci sono inoltre alcune piccole costruzioni utilizzate per conservare il fieno e proteggerlo della pioggia.

In questa zona sono ancora visibili molti pozzi dove, mi racconta la nonna, quando lei era piccola venivano utilizzati per lavare i panni da tutte la donne della zona: doveva essere molto faticoso partire da casa con tutta la roba sporca ed andare a piedi fino al pozzo per lavare i panni con l’acqua fredda.

Nelle vicinanze dei pozzi ci sono anche sorgenti di acqua fresca e potabile.

Se dalla piazza della Chiesa si prosegue, anziché imboccare la salita che porta a casa mia, si arriva ad un’altra località chiamata "Pian dei Bosi".

In questa zona è molto praticata la floricoltura. Le colture più frequenti in questa zona sono: la ginestra, il "verde", le anemoni e altri fiori, tutti coltivati in plenaria, cioè fuori dalle serre.

In questa località sono inoltre presenti numerose piante di pino marittimo sulle alture delle quali si vede un uno stupendo panorama, il mare e la città di Sanremo.

La Frazione di Verezzo Sant’Antonio è particolare rispetto alle altre località dell’entroterra di Sanremo perché non ci sono serre:questo è molto importante perché non sono molto belle a vedersi e all’interno di queste vengono spruzzati veleni che possono inquinare l’aria e essere pericolosi per la salute.

L’unica serra che è utilizzata per la piantagione di fiori è quella sotto il cimitero dove vengono coltivate "bocche di leone" di tutti i colori. Quando sono fiorite le guardo sempre perché sono bellissime.

Sono ancora presenti e praticate alcune piccole stradine costruite in pietre e gradini, le mulattiere, che collegano tutte le località alle campagne: mi sembra impossibile che una volta fossero lo uniche percorse solo a piedi o con i muli.

Mi piace molto abitare a Verezzo di Sant’Antonio perché oggi abbiamo ogni comodità ma sono ancora presenti diverse testimonianze di come vivevano le persone negli anni passati.

Giulia

SANTUARIO REGINA PACIS

 

Il Santuario della Regina Pacis si trova a Verezzo nella gola delle valli di S. Domato e di S. Antonio.

La prima pietra è stata messa nel 1924 con l’inizio della costruzione del Santuario, che è stato finito di costruire nel 1951. Questo santuario è stato costruito da alcune persone del paesino di Verezzo.

E’ stato deciso di costruire il Santuario in mezzo a un grandissimo prato,

dove è stato costruito un monumento dedicato ai caduti morti durante la prima guerra mondiale.

La domenica dopo la Santa Pasqua è la festa della Madonna della Pace e per beneficenza si organizza una lotteria per tutti bambini, adulti e anziani senza l’esclusione di nessuna persona. In questa occasione noi bambini scriviamo dei messaggi di pace e di amore su alcuni bigliettini, che vengono poi legati al filo di palloncini colorati.

I palloncini vengono poi lasciati andare, liberi di volare nel cielo, insieme alle nostre speranze, per venire raccolti da altre persone che vivono lontane. Un anno, uno dei nostri palloncini è stato raccolto da una bambina di Cuneo, che ci ha contattati ed ha partecipato alla festa della Pace dell’anno successivo….

Con l’aiuto del nostro parroco Don Giacomo abbiamo fatto costruire un campetto per grandi e piccoli: all’entrata c’è un atrio coni giochi, scivoli e dondoli a molla, per i bambini più piccoli e dall’altra parte del campetto c’è un atrio dove si organizzano piccoli tornei sportivi tra amici o conoscenti: pallavolo, calcio, basket, tennis, calcio cinque, ecc.

Nel Santuario si celebra la messa solo quando ci sono matrimoni, e altre feste religiose come la Madonna della Pace perché le messe domenicali si celebrano a S. Antonio e a S. Donato.

Nel mese di maggio chiamato "mese mariano" perché è il mese dedicato alla Madonna tutti i sabato sera viene recitato il rosario. Il Santuario è anche circondato da un bellissimo e grande bosco chiamato proprio "Il bosco di Vanin". 

All’interno di questo immenso bosco c’è anche una scala stretta, lunga e molto ripida chiamata "Scala Santa" che porta in una radura nascosta in mezzo agli alberi. 

Serena

 

Castello Rodi

Nel 1944 mio nonno lavorava in un castello chiamato "CASTELLO dei RODI ".

La proprietaria del castello preparava delle torte verdi spesse come un palmo di mano e poi le offriva a mio nonno e agli altri contadini per pranzo. Si dice che ci vivevano delle persone ricche e poi successivamente delle suore.

Il castello era infatti formato da piccole stanze singole, le celle dove avevano vissuto le suore. Entrando nel castello si vede un chiostro, di fronte c’è un portone, a destra si procede verso la cucina, mentre a sinistra, salendo due gradini, si accedeva a una cappella dove si celebravano le funzioni solo per gli abitanti del castello.

All’ interno del chiostro, scendendo alcuni gradini, si entra in una stanza al centro della quale c’è un mulino: quando veniva raccolto il grano veniva fatta la farina, ma nel periodo di raccolta delle olive fungeva da frantoio.

Il mulino è detto "a sangue" perché al momento della macina si attaccava alla ruota una mula che girava sempre in tondo, facendo ruotare la macina, e per non farle girare la testa, l’animale veniva bendato.

Laura

Il campetto

Il campetto si trova a Verezzo nelle vicinanze del santuario Regina Pacis. Prima della costruzione del campetto c’era un terreno piuttosto pianeggiante, abbandonato da tanti anni e per questo ricoperto da rovi ed erbacce.

Nel 1999 il Comune di San Remo ha iniziato i lavori per la costruzione della struttura e, nel 2001 il campetto è stato inaugurato.

Ricordo ancora il giorno dell’inaugurazione: il Vescovo ha celebrato la Messa, poi la banda del paese ha suonato alcuni brani mentre il Vicesindaco tagliava il nastro con cui era chiuso il cancello. 

La struttura è divisa in due parti, nella prima metà c’è lo spazio destinato ai bambini più piccoli con lo scivolo, la piramide e le "molle" a forma di animaletti. Nella seconda metà c’è il campo da gioco vero e proprio dove si può giocare a calcetto, a tennis o a pallavolo.

Accanto al campo una gradinata in pietra permette ai tifosi di assistere da vicino alle partite. Nella parte inferiore ci sono gli spogliatoi per potersi cambiare, i servizi igienici,l’infermeria ed un ripostiglio per tenere il materiale sportivo: palloni, le reti e le racchette da tennis…

Con la scuola ogni tanto saliamo al campetto a fare delle attività sportive, in particolare l’anno scorso abbiamo giocato al Mini Basket. Anche i ragazzi della frazione a volte si recano al campetto e organizzano delle partite di calcetto.

In estate le persone che custodiscono il campo organizzano anche giochi per i bambini come la pentolaccia, il gioco dei sacchi o i tornei di pallavolo.

Quest’inverno è stato organizzato il Campionato di calcetto per gli abitanti della Frazione, dividendo le squadre secondo le località di Verezzo: San Donato Parà, Modeni, Sant’Antonio, Spazzante…

Il mio papà ha giocato nella squadra di Sant’Antonio, ma il Campionato è stato vinto dalla squadra di San Donato Parà, che ha giocato molto bene e ha meritato la vittoria.

Sono molto contenta che sia stato costruito questo campetto perché è un luogo molto sicuro per poter giocare in tranquillità con gli amici, lontano dalla strada e dai pericoli.

Giulia

I BERENGEI

Nella frazione di Verezzo c’è un quartiere di nome "Cappella", soprannominato Berengei.

In antichità c’erano molti più abitanti, oggi ci sono 5 case e 9 abitanti. E’ situato in collina a 400 metri dal livello del mare, vicino al confine con Ceriana.

E’ una zona alta, quindi con un panorama stupendo che domina tutto il paese. La caratteristica di Berengei, come di tutta la collina di Verezzo sono i "muretti a secco", costruiti dai contadini per poter coltivare le fasce di terra sui pendii collinari: i muretti erano fabbricati con le pietre del luogo, senza cemento, per permettere all’acqua di scorrere attraverso le fessure e impedire gli allagamenti e il crollo dei muretti.Vengono coltivati ulivi, vigneti e ortaggi; fino a parecchi anni fa non ci si poteva arrivare con le macchine, ma solo a piedi o con la mula attraverso vecchie e caratteristiche mulattiere.

Ora invece gli abitanti, dopo molti sacrifici, hanno costruito una strada stretta, ma carrozzabile. Lassù si vive bene, perché non c’è smog, ma aria pulita e profumata dai fiori tipici della nostra collina.

Nicolò

(I bambini della scuola di Verezzo)


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