Attenzione:
sezione in aggiornamento
Alcune pagine/sezioni potrebbero non funzionare correttamente
Torna alla homepage
|
|
Decreto ministeriale n. 234
Roma, 26 giugno 2000
Oggetto: Regolamento recante norme sui curricoli delle istituzioni
scolastiche, ai sensi dell'articolo 8 del Decreto del Presidente della
Repubblica 8 marzo 1999, n.275
Il Ministro della pubblica Istruzione
di concerto con
Il Ministro del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica
VISTO il regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni
scolastiche, ai sensi dell'articolo 21 della Legge 15 marzo 1997 n.59, emanato con
Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, ed in
particolare l'articolo 8;
VISTO l'articolo 17, commi 3 e 4 , della legge 23 agosto 1988, n.400;
VISTO l'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n.59 e successive modificazioni;
VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994 n.297, concernente il testo unico delle
disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione relative alle scuole di ogni
ordine e grado, ed in particolare l'articolo 205, richiamato dal suindicato articolo 8
del Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275;
VISTA la legge 10 febbraio 2000, n.30 in materia di riordino dei cicli dell'istruzione;
VISTI l'articolo 1, comma 70 della legge 23 dicembre 1996, n.662, l'articolo 40,
comma 1 della legge 23 dicembre 1997, n.449 e l'articolo 5 del Decreto del
Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n.233, concernenti l'organico
funzionale delle istituzioni scolastiche;
CONSIDERATO che, con effetto dal 1° settembre 2000, la disciplina dell'autonomia
si applica a tutte le istituzioni scolastiche e che, a decorrere dalla stessa data,
occorre dare attuazione all'articolo 8 del citato Regolamento, anche in
considerazione della abrogazione delle norme in contrasto con la disciplina da esso
dettata;
RITENUTA l'opportunità, in attesa dell'approvazione degli strumenti di attuazione
della legge di riordino dei cicli scolastici, di dettare prime disposizioni per la
graduale attuazione dell'articolo 8 del citato Regolamento, al fine di assicurare
continuità e stabilità agli attuali ordinamenti e relative sperimentazioni, tenuto conto
anche dei risultati emersi dalla sperimentazione dell'autonomia, di cui ai Decreti del
Ministro della pubblica istruzione n.251 del 29 maggio 1998 e n.179 del 19 luglio
1999;
CONSIDERATO, inoltre, che occorre favorire gli eventuali adeguamenti che si
rendano necessari per una più significativa e omogenea qualità dell'offerta formativa;
RITENUTO necessario assicurare alle scuole flessibilità organizzativa e didattica
secondo i principi dell'autonomia, promuovendo la ridefinizione dei curricoli secondo
modalità fondate su obiettivi formativi e competenze e garantendo soluzioni
differenziate in relazione ai diversi ordini e gradi di scuola;
ACQUISITI i pareri delle competenti Commissioni del Senato della Repubblica e
della Camera dei Deputati, espressi rispettivamente nelle sedute del 26 gennaio e
del 27 gennaio 2000, sulle linee e sugli indirizzi generali, di cui al comma 1
dell'articolo 8 del citato Regolamento;
VISTO il parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione espresso nella
adunanza del 14 marzo 2000;
VISTA la nota del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione
Economica - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, protocollo
n.0028926, in data 3 aprile 2000;
SENTITO il parere del Consiglio di Stato espresso dalla Sezione consultiva per gli
atti normativi nell'adunanza generale del 17 aprile 2000;
VISTA la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, a norma
dell'articolo 17, comma 3, della citata legge n.400 del 1988 (nota n.8812 U/L A39
del 18 maggio 2000);
ADOTTA
il seguente regolamento
Art. 1
(Curricoli delle istituzioni scolastiche autonome)
1. A decorrere dal 1° settembre 2000, e sino a quando non sarà data concreta
attuazione alla legge 10 febbraio 2000, n.30, gli ordinamenti e relative
sperimentazioni funzionanti nell'anno scolastico 1999/2000, sia per quanto riguarda
i programmi di insegnamento che l'orario di funzionamento delle scuole di ogni
ordine e grado, ivi compresa la scuola materna, costituiscono, in prima applicazione
dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, i
curricoli delle istituzioni scolastiche alle quali è stata riconosciuta autonomia a
norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59.
2. Ai curricoli come definiti nel comma 1 si applicano tutti gli strumenti di flessibilità
organizzativa, didattica e di autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo,
secondo quanto previsto dal piano dell'offerta formativa di ciascuna istituzione
scolastica.
Art. 2
(Obiettivi specifici di apprendimento)
1. Nell'ambito dei curricoli di cui all'articolo 1 ciascuna istituzione scolastica, può
riorganizzare, in sede di elaborazione del piano dell'offerta formativa, i propri percorsi
didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi specifici di apprendimento e
competenze degli alunni, valorizzando l'introduzione di nuove metodologie
didattiche, anche attraverso il ricorso alle tecnologie multimediali.
2. Al termine dell'anno scolastico ogni istituzione scolastica valuta gli effetti degli
interventi di cui al comma 1, che devono tendere al miglioramento dell'insegnamento
e dell'apprendimento al fine di far conseguire a ciascun alunno livelli di preparazione
adeguati al raggiungimento dei gradi più elevati dell'istruzione ed all'inserimento
nella vita sociale e nel mondo del lavoro.
Art. 3
(Quota nazionale e quota riservata alle istituzioni scolastiche)
1. La quota oraria nazionale obbligatoria dei curricoli di cui all'articolo 1 è pari
all'85% del monte ore annuale delle singole discipline di insegnamento comprese
negli attuali ordinamenti e nelle relative sperimentazioni.
2. La quota oraria obbligatoria dei predetti curricoli riservata alle singole istituzioni
scolastiche è costituita dal restante 15% del monte ore annuale; tale quota potrà
essere utilizzata o per confermare l'attuale assetto ordinamentale o per realizzare
compensazioni tra le discipline e attività di insegnamento previste dagli attuali
programmi o per introdurre nuove discipline, utilizzando i docenti in servizio
nell'istituto, anche in attuazione dell'organico funzionale di cui alla normativa citata
in premessa, ove esistente in forma strutturale o sperimentale.
3. Il curricolo obbligatorio è realizzato utilizzando tutti gli strumenti di flessibilità
organizzativa e didattica previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 275
del 1999.
4. In particolare le istituzioni scolastiche, nell'ambito degli strumenti di flessibilità di
cui al comma 3, rilevate le diverse esigenze formative degli alunni, promuovono,
anche con percorsi individuali, la valorizzazione degli alunni più capaci e meritevoli
ed il recupero di quelli che presentano carenze di preparazione, e garantiscono
efficaci azioni di continuità e di orientamento didattici.
5. L'adozione, nell'ambito del piano dell'offerta formativa, di unità di insegnamento
non coincidenti con l'unità oraria non può comportare la riduzione dell'orario
obbligatorio annuale, costituito dalle quote di cui ai commi 1 e 2, nell'ambito del
quale debbono essere recuperate le residue frazioni di tempo.
Art. 4
(Curricoli delle singole istituzioni scolastiche)
1. In applicazione dell'articolo 1 restano confermati gli ordinamenti e relative
sperimentazioni in atto in ciascuna istituzione scolastica nell'anno scolastico
1999/2000, con le specificità di cui ai commi seguenti.
2. Per la scuola materna, sino a quando non sarà data concreta attuazione alla
legge 10 febbraio 2000, n.30, sono confermati gli orientamenti delle attività
educative adottati con decreto del Ministro della pubblica istruzione 3 giugno 1991,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.138 del 15 giugno 1991.
3. In attesa della ridefinizione dell'orario di funzionamento della scuola dell'infanzia
in relazione agli standard concernenti la qualità del servizio di cui all'articolo 8,
comma 1, lettera f) del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.
275, ciascuna istituzione scolastica, valorizzando la flessibilità
didattico-organizzativa già sperimentata a partire dalla circolare ministeriale n.70,
protocollo n.639 del 25 febbraio 1994, individua tutte le modalità atte a garantire
l'utilizzazione ottimale dell'organico dei docenti da assegnarsi nella misura di due
per ogni sezione funzionante ad 8-10 ore giornaliere e, in relazione a particolari
situazioni di fatto esistenti, nella misura di uno per ogni sezione ad orario ridotto,
fermo restando l'orario obbligatorio di servizio dei docenti.
4. Nell'istruzione tecnica ed artistica - nell'ambito dell'offerta formativa dei rispettivi
settori - le istituzioni scolastiche possono adottare - nei limiti della dotazione
organica determinata dai relativi decreti emanati di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica - i progetti sperimentali
coordinati a livello nazionale, ancora esistenti alla data dell'anno scolastico
1999/2000, sia nel caso in cui si trovino ad attuare percorsi di ordinamento rispetto
ai quali a livello nazionale vi è un progetto sperimentale coordinato, sia che
intendano sostituire indirizzi sperimentali autonomi già autorizzati, sia nel caso di
nuova istituzione di un indirizzo per il quale vi è un progetto sperimentale
coordinato.
Art. 5
(Adempimenti delle scuole)
1. L'attuazione delle disposizioni di cui al presente regolamento non comporta
l'adozione di decreti autorizzativi.
2. Le istituzioni scolastiche dovranno comunque comunicare ai competenti uffici
centrali e periferici del Ministero della pubblica istruzione le scelte curricolari
effettuate in base all'articolo 4, al fine di consentire all'amministrazione e al suo
sistema informativo la predisposizione delle procedure connesse alla gestione del
personale.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta
ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque
spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 198 del 25 agosto 2000.
IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
IL MINISTRO DEL TESORO, DEL BILANCIO
E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
Indietro
|
|
|