AUTONOMIA, LIFE SKILLS E PEER EDUCATION |
Questo progetto parte dalla considerazione che, nell'ambito della nuova scuola dell'autonomia, la peer education è una delle metodologie che consentono di potenziare la dimensione sociale dell'apprendimento e di veicolare con maggiore efficacia l'insegnamento delle life skills idonee a formare o a rafforzare l'efficacia individuale e collettiva indispensabili per il raggiungimento del successo formativo da parte di ogni studente. Questa metodologia è trasversale alle varie aree ed azioni previste dal Piano dell'Offerta Formativa. Già dal 1997 la Commissione Europea della Sanità aveva indicato nell'educazione alle life skills e nella peer education gli strumenti più validi per attuare percorsi innovativi di insegnamento - apprendimento e di prevenzione per i giovani dai 15 ai 19 anni; in Italia il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato nel 1999-2000 un progetto pilota per 20 province che vede coinvolti Università, Enti Locali, IRRSAE,Consulte degli Studenti in una rete integrata d'interventi per sostenere e monitorare le attività programmate dalle singole scuole (direttiva 29 febbraio 1999). In queste esperienze si è cominciato ad applicare la peer Education con risultati molto positivi, inoltre molte province, non incluse nel progetto, hanno inviato richieste per attivare esperienze pilota di peer education nelle proprie scuole. Si tratta, quindi, di ricercare tecniche innovative ed efficaci ma, soprattutto, di aiutare i ragazzi ad individuare il senso del loro esistere come individui e come collettività, affinché vogliano investire le loro risorse in un processo di crescita che li valorizzi e li renda parte attiva e coscienza critica dei processi formativi che li coinvolgono all'interno della scuola dell'autonomia. La peer education, per essere attuata, richiede innanzitutto da parte dei docenti la fiducia nella partecipazione studentesca ai processi formativi e di riforma della scuola e da parte dei ragazzi la disponibilità ad assumere responsabilità. Il metodo infatti prevede che alcuni alunni di una classe assumano nei confronti dei compagni il ruolo di "peer educator" nel realizzare un progetto di miglioramento che la classe stessa sotto la guida di un docente tutor ha individuato. L'attività proposta deve protrarsi nel tempo almeno per un triennio perché sia possibile monitorare il processo educativo ed ottenere modifiche significative nei comportamenti. La scelta dei peer educator è l'aspetto più delicato del progetto e deve essere effettuata in base a criteri che variano secondo gli obiettivi che si vogliono raggiungere e le attività che s'intendono realizzare. I risultati delle prime esperienze spontanee delle scuole (realizzate a Cremona 1998-1999) hanno suggerito di elaborare un progetto di peer education strutturato che aderisca agli standard di qualità, di formazione e di valutazione europei. Inoltre, il progetto sembra essere uno strumento incisivo nell'innovazione pedagogica e didattica perché interviene nel rapporto docente -studente migliorando il clima di classe e d'istituto che è uno degli obiettivi fondamentali dell'autonomia scolastica. Rendere protagonisti i ragazzi aiuta i docenti ad attuare l'approccio costruzionistico nell'attività didattica ed educativa che produce un coinvolgimento attivo ed accresce la motivazione intrinseca attivando i processi necessari a conseguire un apprendimento significativo in grado di influire sui comportamenti e sulla volontà di migliorare le performances personali. Il progetto è monitorato e valutato dal Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e sullo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali ed Antisociali di Roma che riunisce sette facoltà di Psicologia in diverse regioni e quindi particolarmente adatto al tipo di percorso nazionale e provinciale previsto nell' ambito della formazione e della valutazione. Il progetto si articola in un livello nazionale, in cui sono stati previsti percorsi di valutazione e di formazione uguali per tutte le scuole coinvolte, coordinati a livello centrale, e in un livello provinciale in cui ogni scuola, nell'ambito della propria autonomia didattica, ha elaborato percorsi da inserire nel curricolo opzionale per le singole classi coinvolte. La formazione sarà garantita da esperti locali secondo standard e criteri monitorati sia a livello provinciale, sia a livello nazionale. I principali destinatari a cui sono stati garantiti percorsi di formazione
e di valutazione specifici sono: OBIETTIVI GENERALI E RISULTATI ATTESI
OBIETTIVI SPECIFICI Le aree di miglioramento individuate quali ambiti progettuali sono state:
ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO La prima fase, la creazione della coalizione di progetto, è stata la più faticosa, ma di per sé ha costituito già un'innovazione notevole con il riunire intorno allo stesso tavolo varie forze sociali intenzionate a collaborare per migliorare la condizione giovanile e promuoverne l'integrazione e la promozione culturale ponendo in essere le condizioni per una reale cittadinanza studentesca. In seguito, si è proceduto in ogni scuola a costituire il gruppo di progetto formato dal dirigente scolastico, dai docenti funzione obiettivo dell'area 3, dai docenti e dai rappresentanti di classe degli studenti e dei genitori delle classi coinvolte. Sono stati scelti e formati i docenti tutor che hanno definito il gruppo target. Ogni classe, opportunamente guidata ha individuato l'area di miglioramento e i peer educator ( studenti) che sono stati scelti con criteri diversi secondo i singoli progetti. Si è poi provveduto a procurare i supporti tecnici individualizzati e le risorse necessarie a ciascun gruppo. Il docente referente per le politiche giovanili del Provveditorato agli Studi ha svolto un ruolo di monitoraggio e di consulenza durante ciascuna fase del progetto definendo gli incontri con l'università per garantire i percorsi di implementazione e di valutazione. Le aree di miglioramento scelte consistono fondamentalmente nell'attuazione dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti, nell' educazione alle diversità, nel miglioramento del clima in classe, nella prevenzione del disagio, nel recupero disciplinare. Sono tematiche di grande attualità affrontate nel contesto di tre eventi insieme combinati: la sperimentazione dell'autonomia con l'innovazione didattica in primo piano; la sperimentazione della peer education con gli studenti protagonisti, l'applicazione dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti. I progetti sono ancora in svolgimento ma i primi risultati sembrano essere soddisfacenti: studenti, docenti e dirigenti scolastici delle scuole interessate hanno rilevato miglioramenti nel clima classe, nella motivazione e nell'apprendimento. Attualmente è in fase di elaborazione il primo rapporto di analisi e di valutazione delle prime fasi del progetto da parte del Centro Interuniversitario di Roma. All'Università il Ministero ha affidato il compito di organizzare e gestire
la formazione e la valutazione dei docenti tutor e dei peer educator,
di condurre il monitoraggio sistematico e la valutazione dei risultati.
La formazione dei docenti tutor, che hanno aderito tutti spontaneamente,
comporta una presa di coscienza dell'universo giovanile e delle sue problematiche,
propone un approccio sistemico alla realtà scolastica e alle sue dinamiche
relazionali, suscita motivi di riflessione sulla nuova professionalità
docente , offre la possibilità di acquisire tecniche di comunicazione
e di gestione del gruppo classe ,presenta la metodologia della peer education,
i suoi fondamenti teorici ed i percorsi per lo sviluppo progettuale. Inoltre
si evidenzia quanto i contenuti disciplinari dei progetti non siano fine
a se stessi ma siano soprattutto strumenti per l'esercizio e l'acquisizione
delle life skills considerate.
E' bene ricordare che la realizzazione del cambiamento comporta tre momenti significativi: esame della situazione ed interpretazione dei dati finalizzati alla formulazione della diagnosi che tenga conto delle opportunità e dei limiti dell'ambiente e delle caratteristiche culturali del contesto; selezione strategica e costruzione di soluzioni alternative; scelta ed elaborazione del percorso più efficace con relativi criteri di valutazione Alcuni progetti elaborati dalle scuole delle province coinvolte: Arezzo, Bologna, Chieti, Cremona, Crotone, Cuneo, Enna, Imperia, Lecce, Matera, Milano, Oristano, Padova, Ragusa, Reggio Calabria, Roma, Sassari, Trapani, Venezia, Vercelli. |
Documentato da: | Area di riferimento | Parole chiave |
rappresentanti degli studenti delle classi prima, seconda, terza | Formazione alla rappresentanza studentesca |
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gruppo di progetto della scuola | Clima classe Statuto studenti e regolamento di istituto |
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gruppo di progetto della scuola | Clima classe Statuto studenti e regolamento di istituto |
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gruppo di progetto della scuola | Recupero didattico |
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insegnanti-tutor gruppo di progetto | Clima della classe Recupero motivazionale e didattico |
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gruppo di progetto della scuola | Servizio di ascolto per gli studenti |
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formatori esterni e da insegnanti tutor della classe | Laboratorio autobiografico " Recupero didattico |
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gruppo di progetto della scuola | Accoglienza ed orientamento |
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Funzioni obiettivo area 3 | Storia, arte, letteratura, cinema, musica, società attuale |
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Per avere maggiori informazioni relative al progetto, contattare l'Ufficio Studenti del Ministero della Pubblica Istruzione al numero: 06.58492603 - fax. 06.5815402 |
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