IL PROGETTO SP.OR.A. (SPERIMENTARE-ORIENTARE-ACCOGLIERE)

La scelta di un nome non è mai casuale. E la denominazione del progetto SP.OR.A., seppure acronimo di "sperimentare - orientare - accogliere" contiene, anche se in senso figurato, il significato del sostantivo "spora" a cui il medesimo aspetto fonico rimanda. Contiene, più precisamente, i due significati che la parola esprime: quello di essere capace di riproduzione e quello di trovare modalità di sopravvivenza anche in condizioni ambientali non sempre favorevoli.

Infatti "SP.OR.A. - sperimentare, orientare, accogliere - Attività di formazione integrata, ricerca e sviluppo per la promozione della didattica orientativa e del successo formativo nel sistema formativo integrato" vuole dare, nell'ottica del non disperdere, continuità e visibilità ad esperienze condotte in questi ultimi anni nel sistema scolastico italiano, esperienze non sempre realizzate in condizioni favorevoli, ma tutte finalizzate a contrastare e prevenire il fenomeno della dispersione e dell'insuccesso, per promuovere infine il successo formativo.

In SP.OR.A., che non è un nuovo progetto ma più propriamente linee metodologiche, sono promosse una serie di attività che sono insieme di formazione per i docenti e di "ricerca e sviluppo" su alcune aree tematiche, individuate come centrali per la costruzione di un servizio scolastico di qualità che garantisca il successo formativo.

La sua finalità, infatti, è quella di far emergere percorsi e processi per il miglioramento dell'offerta formativa e la promozione del successo formativo per tutti, intenzionalmente mirati alla produzione di risultati trasferibili, facendo convergere la varietà e la complessità delle risorse e delle professionalità presenti nel sistema scuola e nel territorio verso l'unicità del piano per l'offerta formativa centrato sulla persona dello studente. In questo senso si configura come modalità per costruire percorsi di autonomia.

Il progetto si pone l'obiettivo di valutare e validare esperienze che, in termini paradigmatici, hanno rappresentato significativi momenti di innovazione sul piano organizzativo, didattico e di raccordi interistituzionali.

Sulla base di queste esperienze sono stati individuati temi di ricerca, aree sensibili, punti di attenzione che contribuiscono alla qualità del sistema formativo, riconducibili a tre aree tematiche cruciali strettamente interconnesse, ma ugualmente presenti anche se con modalità e proporzioni diverse in tutte le esperienze: curricolo, orientamento e rete.

  • Il curricolo che struttura la realtà, le attività le relazioni, attraverso la concettualizzazione e le discipline. Il curricolo come "snodo/cerniera" tra due culture: quella letterata, legata ai programmi di studio di cui il docente è portatore e il vissuto soggettivo del ragazzo rappresentato da cultura, esperienza, conoscenza, emozioni, sentimenti. L'obiettivo è che la scuola, proprio per il suo compito strutturante, sviluppi la capacità di assumere nel curricolo le attività spontanee, individuali e di gruppo che si realizzano dentro e fuori la scuola e che il curricolo sia strategia/strumento per integrare, mutuare, contestualizzare i saperi e le culture connessi al vissuto personale e i saperi disciplinari, secondo una logica "laboratoriale".

  • La scuola che orienta, che accompagna i processi di crescita dei giovani verso percorsi non prevedibili. L'orientamento è qui inteso come componente strutturale del processo formativo, come unità di misura del successo formativo, che è tale se al termine del proprio percorso formativo ciascuno abbia trovato se stesso e la propria strada. E in questa accezione, l'orientamento postula come dimensioni ineliminabili la continuità e l'integrazione dei curricoli nel duplice senso di continuità verticale e di integrazione nella persona dei diversi aspetti dell'esistenza e del conoscere.

  • La rete che accoglie: la comunità, la scuola che accolgono la complessa realtà dei ragazzi e del territorio. La rete come metodologia e come struttura organizzativa, intesa nella sua struttura flessibile di "maglia" di relazioni, ma anche come insieme di attività di "cura", di accoglienza per costruire reciprocità ed appartenenza, promuovere cittadinanza attiva, con progetti integrati di area che si articolano attraverso assunzione sociale delle responsabilità.

Il documento progettuale riporta indicazioni specifiche sulle tipologie di progetti di ogni area tematica, indicando gli elementi, le modalità, gli strumenti, gli obiettivi e le strutture di spesa con le indicazioni delle possibili attività. In esso, una particolare notazione è attribuita al momento formativo inteso, soprattutto, come mediazione tra il momento dell'azione (operatività) e il momento della produzione di conoscenze nuove (ricerca), momento formativo che riceve significato se diventa parte integrante di un processo di ricerca-azione. Anzi, la formazione deve come per i ragazzi partecipare alla "progettazione di attività e di prodotti che [siano] visibili e possibilmente comunicabili all'esterno in cui sapere e saper fare [diventino] gli strumenti per un prodotto culturale e sociale che [sia] intrinsecamente motivante… e che [acquisti] una visibilità… per la comunità circostante, più pregnante di qualsiasi messaggio…" (C. Pontecorvo, 1998).

Il processo formativo, conseguentemente, deve supportare soggetti che continuamente ricerchino, tentando e provando, perché il processo di insegnamento/apprendimento non sia qualcosa di lontano, di marginale nella vita dei ragazzi, ma diventi un'occasione per ricercare senso e risposte alle loro vite. Ci si forma con loro, in quel "qui e ora", ci si accompagna crescendo insieme.

E uno degli obiettivi del progetto SP.OR.A. è di "formare insegnanti in grado di far convergere la varietà e complessità delle risorse e delle professionalità, presenti nel sistema scuola e nel territorio verso l'unicità del progetto educativo centrato sulla persona dell'allievo, valorizzando ogni sua esperienza umana e sociale, curricolare e non, in un sistema che sa riconoscere ed accogliere l'individualità di ciascuno in un circuito di conoscenza e socializzazione che porta alla valorizzazione e alla riconoscibilità di tale valore per se stessi, nella relazione con gli altri, in relazione al lavoro".

Questa azione formativa riguarda tutte le figure che entrano nell'azione educativa dentro e fuori la scuola: per questo è stata utilizzata la parola "soggetti" e non insegnanti, perché questa azione riguarda tutti. "Infatti il concetto del "successo formativo", che ha sostituito quello della dispersione scolastica sposta, dilata ed amplia la nostra attenzione e il nostro agire verso flussi comunicativi tra istituzioni, Enti Locali e pezzi della società civile che influiscono più o meno direttamente nei processi di costruzione e di sviluppo della personalità dei giovani. Inoltre, questo concetto superando la rigida ripartizione "istruzione - formazione - lavoro", ci proietta verso compiti di integrazione tra sistemi educativi - formativi e processi lavorativi e ci riconsegna una rappresentazione più realistica dell'alunno: un soggetto indivisibile che apprende, si educa e si forma dovunque e per tutto l'arco della vita" (Provveditorato agli Studi di Roma, 1997).

Il progetto ha avuto inizio nell'anno scolastico 1998-1999 con l'attivazione di quindici moduli di formazione e ricerca sulle tre aree tematiche, in dodici province scelte tra quelle rappresentative delle esperienze condotte in questi anni e dei diversi contesti territoriali: aree metropolitane: Bari, Milano, Napoli, Palermo, Roma; province del centro-nord con basso indice di disagio: Lecco, Pisa, Pistoia, Verona; province del sud con alti indici di rischio: Agrigento, Lecce, Salerno.

Le scuole individuate, appartenenti a tutti gli ordini di scuola in rete verticale e/o orizzontale a seconda dei contesti territoriali, dovevano aver svolto esperienze significative nell'innovazione curricolare e nella didattica orientativa finalizzate al successo formativo, nella prevenzione della dispersione scolastica, nell'integrazione territoriale in rete, disporre di strumentazione multimediale e telematica, offrire garanzie adeguate circa le capacità organizzative, gestionali e di documentazione dei percorsi e dei risultati.

Nell'anno successivo, sulla base delle verifiche effettuate e in una logica di prima disseminazione, l'iniziativa è stata estesa ad altre province, coinvolgendone almeno una per Regione (Ancona, Cagliari, Campobasso, Genova, Pescara, Potenza, Reggio Emilia, Terni, Torino, Trieste).

Le esperienze condotte nelle diverse realtà, strutturate, verificate e codificate, faranno emergere una serie di linee-guida, metodologie di lavoro, materiali didattici da mettere a disposizione di tutte le scuole che potranno liberamente attingere ad esse adattandole per sviluppare la propria autonoma progettazione. La caratteristica del progetto è proprio la trasferibilità dei risultati.

L'itinerario di sviluppo del progetto è supportato da un gruppo di progetto nazionale che applicando la metodologia di sostegno alla ricerca, al monitoraggio, all'elaborazione e restituzione dei risultati riproducibili sta promuovendo le capacità dei sistemi formativi territoriali di crescere e apprendere dalle esperienze.

Nella prospettiva "dell'ordinarietà del fare scuola" e della costruzione del Piano dell'offerta formativa (art. 3, Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche), tali esperienze potranno rappresentare utili riferimenti per la gestione dell'autonomia incentrata sulla capacità di innovare le modalità del curricolo, di promuovere la creazione di servizi intermedi di supporto alle scuole e di azioni di orientamento. Per questo motivo, SP.OR.A. può essere uno dei progetti che il Ministro della Pubblica Istruzione "promuove in ambito nazionale, regionale e locale, volti a esplorare possibili innovazioni" (art. 11, Regolamento dell'autonomia sopra citato).

SP.OR.A. può anche essere una risposta agli interventi da compiere individuati dalla VII Commissione della Camera dei Deputati (Indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica, documento conclusivo, 19 gennaio 2000) che "riguardano l'uso creativo in sede locale delle condizioni ausiliarie prodotte a livello centrale. Le esperienze locali debitamente studiate e fatte circolare, offriranno motivo di riflessione sia agli attori istituzionali centrali sia agli altri protagonisti locali dell'impegno della scuola italiana contro la dispersione".