Elementi per l'audizione del Ministro Moratti alla
Commissione ITRE del Parlamento Europeo
BRUXELLES - 9 LUGLIO 2003
Signor Presidente, Onorevoli Membri della Commissione ITRE - Industria, Mercato Interno, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo. Sono lieta di presentare il programma che la Presidenza intende realizzare nel prossimo semestre nel settore integrato della Competitività e della Ricerca in particolare.
Le linee programmatiche inizialmente proposte sono state integrate e affinate dalle indicazioni fornite dalla Commissione Europea e arricchite con i contributi fornitici da parte dei Paesi Membri, con i quali abbiamo mantenuto una continuità di dialogo, in particolare con la Grecia che ci ha preceduto e che ringraziamo per l'eccellente lavoro svolto e quindi con l'Irlanda e anche con i Paesi Bassi che seguiranno in successione la Presidenza italiana.
Dialogo con i nostri Partners necessario per raccogliere ogni utile indicazione per la messa a punto di un programma di lavoro per quanto possibile condiviso, pur nella specificità delle posizioni nazionali riguardo a settori di prioritario interesse o di particolare sensibilità.
L'opportunità ora di presentare al Parlamento Europeo i temi prioritari del programma di lavoro di questo semestre, rappresenta per la Presidenza un significativo passaggio che costituisce un'occasione di confronto e di interazione, in considerazione del prezioso contributo che ritengo possa scaturire dall'aperto dialogo tra i Rappresentanti dei cittadini europei e i rappresentanti dei Governi.
La Presidenza pone al centro delle sue proposte gli obiettivi approvati dal Consiglio Europeo di Lisbona e di Barcellona e ritiene che i Piani d'Azione e le Comunicazioni della Commissione, costituiscano un valido riferimento e forniscano le linee strategiche per impostare il programma di lavoro.
Ciò che la Presidenza intende sviluppare è - da un lato - la messa a punto di una metodologia di sviluppo del processo d'integrazione delle politiche che concorrono alla Competitività; dall'altro fornire strumenti appropriati per il conseguimento degli obiettivi concordati, identificando gli attori che concorreranno al loro raggiungimento.
La crescente integrazione dei mercati a livello mondiale, la rilevante interdipendenza tra i vari fattori economici e giuridico istituzionali e, soprattutto il preoccupante rallentamento della crescita della produttività nell'Unione Europea, rende sempre più urgente l'esigenza di una strategia globale che consenta agli stati membri e all'Unione di utilizzare strumenti moderni e flessibili in grado di garantire l'organizzazione di un mercato realmente competitivo. Un mercato nel quale la conoscenza, l'industria e i servizi costituiscano un elemento significativo dello sviluppo economico e dell'occupazione.
Il Consiglio Europeo di Siviglia, nel giugno 2002 deliberando l'istituzione di un Consiglio per tutte le tematiche connesse alla competitività, ha inteso facilitare il raggiungimento dell'obiettivo fissato a Lisbona nel 2000: fare dell'Unione Europea entro il 2010 un'economia dinamica basata sulla conoscenza al vertice della competitività internazionale, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e più qualificati posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale.
La Presidenza - ad un anno dalle decisioni di Siviglia, che hanno accorpato in un'unica "formazione" del Consiglio le tematiche della Ricerca, dell'Industria e del Mercato interno - intende ora fornire un nuovo impulso, proponendo un passaggio dall'accorpamento dei temi trattati congiuntamente ad una integrazione delle politiche che consenta di creare i presupposti di un effettivo Consiglio Competitività dove le tematiche della Ricerca siano sempre più collegate con le aspettative dell'Industria e disciplinate dalle regole del Mercato.
In quest'ottica la Riunione informale dei Ministri Competitività, che si terrà a Roma proprio questa settimana, vedrà per la prima volta riuniti insieme i responsabili politici della Ricerca con i loro colleghi dell'Industria e del Mercato Interno, per poter affrontare congiuntamente il tema: "Quali politiche per un'Europa competitiva in un mercato globale".
In tale contesto la Presidenza intende affrontare la complessità dei fenomeni che determinano le dinamiche di sviluppo socio-economico e che ha acquisito una dimensione sempre più rilevante, anche a seguito del processo di globalizzazione dei mercati. E' ormai evidente come l'acquisizione di posizioni competitive nei diversi sistemi economici si basi prevalentemente sullo sviluppo dei settori ad alta intensità di conoscenza.
Da qui l'esigenza per l'Europa di accrescere gli investimenti nella capacità di produrre e utilizzare conoscenza, valorizzando al massimo gli effetti indotti dei settori più innovativi e di più rapida crescita, al fine di estendere a tutto il sistema produttivo un tasso di sviluppo più sostenuto, in coerenza con l'obiettivo di un investimento in R&S pari al 3% del PIL, così come stabilito nei Consigli Europei di Lisbona e Barcellona.
Il 30 Aprile 2003, la Commissione Europea ha presentato un dettagliato piano d'azione sul quale il Consiglio Competitività si dovrà pronunziare prossimamente. Gli Stati Membri saranno ugualmente implicati nell'ambito del processo di coordinamento.
Il conseguimento di tale obiettivo non può prescindere dalla realizzazione di condizioni più favorevoli all'incremento ed al consolidamento dell'investimento privato nella ricerca che dovrà coprire i due terzi dell'investimento complessivo. Ciò evidentemente deve comportare, oltre alle misure che i singoli Stati Membri assumono in coerenza con le loro caratteristiche strutturali, l'adozione, a livello europeo, di forme di incentivazione per il settore privato, che possano riguardare anche aspetti di ordine giuridico e regolamentare.
Parallelamente, si rende necessaria un'intensificazione degli sforzi del sistema pubblico sia in termini di maggiori investimenti nella ricerca, sia in termini di interventi strutturali che favoriscano il processo di trasformazione della nuova conoscenza in capacità produttive e competitive, anche mediante la creazione di nuove imprese basate su tecnologie innovative.
In tale contesto risulta determinante, per l'economia europea, il ruolo che giocheranno le PMI, che devono affiancare alla loro capacità di innovazione di processo, una nuova dimensione legata all'innovazione di prodotto, per la quale diventano cruciali gli investimenti in R&S. Pertanto le PMI necessitano di un complesso di azioni mirate a contrastare le difficoltà che esse incontrano nel sostenere e valorizzare attività di ricerca, nell'utilizzare e commercializzare i risultati, nell'accedere ai finanziamenti pubblici e privati. A tal fine si rende necessaria la rimozione di alcuni vincoli posti dall'attuale normativa comunitaria sulla concorrenza.
Fattore complementare e al tempo stesso condizionante è la crescita quantitativa e qualitativa delle risorse umane nel settore. Ciò presuppone maggiori investimenti nelle politiche educative e del lavoro, e una maggiore integrazione tra scuola, formazione professionale, università, ricerca e mondo della produzione.
Appare, inoltre, necessario un orientamento più deciso ed appropriato dei Fondi Strutturali verso investimenti produttivi quali in particolare la R&S, conferendo a tale strumento di politica comunitaria un ruolo più incisivo a favore della crescita economica e della competitività dell'Europa.
Da ultimo, al fine di garantire la stabilità macroeconomica e la sostenibilità a lungo termine dei previsti investimenti pubblici, occorre correlare le predette azioni con una più flessibile interpretazione dei vincoli economici e finanziari posti a livello nazionale ed europeo. In particolare, nell'attuale scenario di rallentamento della crescita economica, si ritiene importante poter disporre di risorse aggiuntive che, pur nel rispetto dei parametri fissati dal Patto di Stabilità e di Crescita, consentano interventi di "deficit spending" a beneficio delle priorità nazionali dei singoli Stati Membri. Si potrebbe in tal modo rafforzare gli investimenti che non hanno ritorni economici nel breve e medio periodo, quali le politiche sociali, occupazionali, di sicurezza e ambientali.
In coerenza con il quadro sopra delineato, la Presidenza s'impegnerà sulle seguenti direttrici di intervento:
aumentare il volume di investimenti in ricerca ed innovazione, con estesa e privilegiata partecipazione delle PMI;
sviluppare e diversificare i centri di eccellenza e le loro reti, nella logica di una impostazione multicentrica dello Spazio Europeo della Ricerca;
assicurare un'efficace formazione dei ricercatori e una loro effettiva mobilità, con specifica attenzione allo sviluppo delle loro carriere e alla partecipazione delle donne nella scienza;
Tali temi saranno trattati nella riunione informale dei Ministri che si terrà a Roma l'11 e 12 luglio e nelle riunioni tecniche che si svolgeranno a Firenze il 18 luglio e a Trieste il 21 e 22 novembre.
Per quanto riguarda i diversi temi in corso di definizione, ve ne sono tre di particolare importanza: principi etici nella ricerca, la conclusione del negoziato in corso tra UE e ESA sulla politica spaziale europea e la stesura del Libro Bianco sullo spazio e la localizzazione del progetto ITER.
Bioetica
Dal punto di vista legislativo, il programma quadro continua ad essere il principale strumento comunitario in materia di ricerca. In tale contesto, ricordo come la pronta adozione del pacchetto legislativo relativo al Sesto programma quadro da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, ha consentito alla Commissione di lanciare tempestivamente il programma, la cui attuazione è attualmente ben avviata.
Tuttavia, come ben sapete, l'elaborazione di norme di attuazione dettagliate, che includono attività di ricerca con utilizzo di embrioni umani e di cellule staminali embrionali, continua ad essere una questione di particolare interesse sia per il Parlamento europeo che per il Consiglio.
Sulla questione della bioetica, il seminario interistituzionale tenutosi il 24 aprile a Bruxelles, ha consentito uno scambio di informazioni ed opinioni estremamente valido ed ha sicuramente fornito un notevole contributo al dibattito in corso a livello europeo sui problemi etici posti dalla moderna biotecnologia. Su tale base, nell'attesa di una rapida presentazione della proposta della Commissione al riguardo, sottolineo l'impegno del Consiglio e della Commissione, e contando sull'appoggio del Parlamento europeo, mi auguro di completare entro la fine dell'anno la procedura legislativa.
So che la questione della bioetica è estremamente ampia e complessa, e che esistono opinioni divergenti tra gli Stati membri.
La Presidenza attende con interesse il dibattito che si svilupperà in Parlamento che faciliterà le discussioni in sede di Consiglio. Ci impegneremo per trovare una soluzione equilibrata e responsabile, a beneficio della comunità scientifica europea e dell' l'intera società europea.
Ricerca nel settore della fusione. ITER
Nel promuovere la ricerca europea, non dobbiamo dimenticare il carattere autenticamente internazionale della ricerca e la conseguente necessità di cooperazione. In tale contesto desidero porre in rilievo gli attuali negoziati in vista di un accordo internazionale per la costruzione del reattore sperimentale a fusione nucleare, ITER, che giungono ora ad uno stadio decisivo e coinvolgono anche Cina, Giappone, Russia, Corea del Sud e USA.
Il Consiglio ha convenuto - e sono certa che il Parlamento europeo appoggi tale opinione - che occorrerebbe assicurare un sito europeo a questa importante impresa all'avanguardia della tecnologia, onde mantenere l'attuale leadership mondiale dell'Europa in materia di tecnologia della fusione, se e quando verrà decisa la sua costruzione. Pur essendo tutti concordi sull'obiettivo di ubicare l'ITER in Europa, la migliore strategia dovrà essere determinata nel corso dei prossimi mesi. Confido che potremo farlo sulla base della prossima relazione della Commissione in materia e in cooperazione con i paesi maggiormente interessati.
Politica spaziale
Nel contesto internazionale il Consiglio continuerà a seguire da vicino i negoziati condotti dalla Commissione, secondo il mandato ricevuto dal Consiglio, con l'Agenzia spaziale europea allo scopo di concludere un accordo quadro nel settore spaziale. La Presidenza s'impegnerà a fornire il necessario impulso, auspicando che la conclusione del negoziato in atto venga conseguita entro la fine del 2003 e prima della finalizzazione del libro Bianco. Da parte della Presidenza si ribadisce la volontà di perseguire in ogni sede decisionale l'affermarsi di un assetto istituzionale del settore spaziale equilibrato e rispettoso delle funzioni e delle capacità proprie di ciascun attore:
i Governi, attori decisionali di ogni processo, impegnati a cooperare per assicurare il perseguimento di una Politica Spaziale Europea integrata, equilibrata, capace di garantire il conseguimento efficiente degli obiettivi comuni ed equa distribuzione delle relative ricadute sui sistemi sociali, industriali, commerciali dei Paesi che vi hanno concorso.
l'ESA, quale Agenzia europea di ricerca e sviluppo spaziale, detentrice del patrimonio di competenze, capacità e infrastrutture e risorse indispensabili alla realizzazione di programmi e progetti spaziali a dimensione europea, la cui autonomia di ruolo e funzionamento va pertanto preservata, quale strumento di efficienza ed efficacia decisionale e gestionale di investimenti pubblici e di equa ripartizione dei relativi ritorni industriali.
l'Unione Europea, quale sede di indirizzo delle linee d'azione europea nei settori applicativi delle attività spaziali e di definizione dei relativi requisiti, nel ruolo di co-finanziatore degli sviluppi identificati come prioritari per la disponibilità di servizi essenziali ai Governi e ai cittadini europei e - da ultimo - per la salvaguardia della competitività industriale europea.
Seguiamo con attenzione, inoltre, i lavori per la stesura del libro bianco della Commissione relativo alla politica spaziale europea. La crescente importanza del settore spaziale è stata infatti recentemente riconosciuta dalla Convenzione, che ha suggerito di aggiungere un riferimento allo spazio nella proposta di Costituzione europea.
Queste, in sintesi, le proposte della Presidenza che desidero sottoporre all'attenzione del Parlamento Europeo, certa che da parte della Presidenza potranno essere acquisite utili indicazioni, volte ad attivare un costruttivo dialogo sul programma presentato.