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La presente indagine campionaria è stata effettuata a chiusura dell'anno scolastico di riferimento nelle scuole statali elementari e medie (con esclusione, quindi, della Regione Valle d'Aosta e delle Province autonome di Trento e Bolzano).
L'indagine in questione esamina il fenomeno degli alunni non valutati in sede di scrutinio finale fra i quali possono essere inclusi gran parte di coloro che abbandonano la scuola o che evadono l'obbligo scolastico.
La dispersione scolastica, nell'ultimo quinquennio, si è attestata nelle scuole elementari su livelli "fisiologici" costanti nel tempo, mentre presenta nelle scuole medie valori più elevati, pur sempre con dimensioni molto contenute.
Queste le indicazioni complessive che emergono dall'Indagine campionaria sulla dispersione scolastica realizzata
dall'Ufficio di Statistica del Ministero dell'Istruzione relativamente all'anno scolastico 2002-03.
La rilevazione riguarda gli studenti delle scuole statali elementari e medie che si sono ritirati con atto formale
entro i termini di legge (esclusi comunque quelli che si sono trasferiti ad altra scuola), gli alunni non valutati agli
scrutini finali a seguito di un troppo elevato numero di assenze, e i ragazzi che sono usciti dal circuito dell'istruzione
dopo l'assolvimento dell'obbligo scolastico senza aver però conseguito il titolo di licenza media.
L'indagine non è esaustiva dei fenomeni di abbandono ed evasione, ma analizza alcuni rilevanti aspetti strettamente
collegati a situazioni di dispersione scolastica e i cui descrittori possono fornire attendibili indicazioni al riguardo.
Per quanto concerne le scuole elementari, il dato risultante dagli indicatori di interruzione di frequenza che sembrano
configurare un abbandono (iscritti mai frequentanti e interruzioni di frequenza non formalizzate) complessivamente nei
cinque anni di corso è dello 0,08%, identico a quello dello scorso anno. La quasi totalità dei casi è, comunque,
ascrivibile ad alunni nomadi trasferitisi e/o ritiratisi senza preavviso.
Nelle scuole medie, che presentano valori più elevati dei corrispondenti valori riscontrati nelle scuole elementari
(nell'anno scolastico 2002-03 ha interrotto la frequenza lo 0,31% degli iscritti), il trend degli ultimi anni ha un
andamento molto regolare, nel quale i valori dell'Italia si pongono a metà tra quelli delle ripartizioni meridionale ed
insulare e quelli del centro-nord. La maggiore concentrazione di interruzioni (0,20% nazionale) è presente tra gli
alunni "mai frequentanti sebbene iscritti", con punte dello 0,37% nel sud (0,68% in Calabria) e dello 0,31% nelle isole.
Così come nelle scuole elementari, i valori riscontrati nelle scuole medie sono influenzati dalle scelte operate dagli
alunni di famiglie nomadi, i quali, però, costituiscono solo una parte di coloro che interrompono gli studi.
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