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NUOVO ESAME DI STATO:
BERLINGUER, NON SOLO IL TEMA

Ministro inaugura "Laboratorio di scrittura" sui percorsi didattici per l’insegnamento di nuove forme di scrittura


Non solo il tema: la scuola deve aprirsi all’insegnamento e all’utilizzo di nuovi modelli di espressione scritta, superando l’idea che il componimento libero sia l’unico ad avere dignità culturale e rilevanza comunicativa. Una posizione ormai insostenibile, quella che assegna al tema tradizionale un ruolo predominante nell’insegnamento della lingua italiana, visto che la comunicazione all’esterno delle aule viaggia ormai su canali diversificati, dalla musica alla multimedialità, dal messaggio pubblicitario all’articolo giornalistico.

La scuola è d’altra parte l’unica istituzione che può fornire a tutti gli strumenti e le tecniche per capire, decodificare e produrre messaggi comunicativi sempre più differenziati e più complessi.

Dalla necessità di progettare e realizzare nuovi percorsi didattici per superare l’unicità della forma di scrittura praticata a scuola viene l’idea del corso "Laboratorio di scrittura", che fino a sabato 14 novembre vede coinvolti a Roma una sessantina di docenti di lettere provenienti da sette regioni.

Si tratta di una sorta di "bottega artigianale" in cui i docenti, anche con l’aiuto di linguisti ed esperti della comunicazione tra cui gli scrittori Antonio Tabucchi e Vincenzo Cerami, cercheranno di individuare strategie di insegnamento tese ad orientare gli alunni nella produzione e nella fruizione delle varie tipologie testuali per rompere la rigidità del tema come unica forma di scrittura oggi presente nelle scuole.

Una riflessione didattica resa ormai necessaria e improcrastinabile dalle regole del nuovo esame di Stato, che prevedono appunto per lo svolgimento della prima prova la capacità di utilizzare forme di scrittura diverse dal vecchio tema: articolo di giornale e saggio breve per quest’anno di rodaggio, ma in futuro anche l’analisi e il commento di un testo (sia letterario che non letterario), la recensione, la lettera. E tra le modalità previste per la terza prova compare la trattazione sintetica di un argomento, con l’indicazione di un numero massimo di parole o righe utilizzabili.

La comunicazione basata su un unico "format", quello del tema tradizionale, rischia insomma di impoverire la sensibilità linguistica dei giovani e di limitare le loro stesse capacità comunicative: i docenti impegnati nel corso studieranno la possibilità di creare una didattica che comprenda nuove strade per l’insegnamento di tecniche di composizione e fruizione di testi scritti. Gli obiettivi del Laboratorio sono l’elaborazione di curricoli per la didattica della scrittura e la predisposizione di materiali didattici da mettere a disposizione degli altri docenti e da utilizzare nell’attività curricolare.

Il ministro Berlinguer, intervenendo all’inaugurazione del corso, ha sottolineato che "la scuola non compie appieno la sua funzione se non tiene conto dell’enorme complessità sociale che si esprime attraverso una grande varietà di codici e linguaggi". "Il tema è una delle forme espressive che la scuola deve insegnare: - ha
aggiunto - ma a scuola l’eterogeneità della comunicazione sociale deve essere accettata, studiata, decodificata, e devono essere messi a disposizione degli alunni gli strumenti per poterla interpretare e applicare in modo autonomo. L’inserimento nell’esame di Stato di queste nuove tipologie di scrittura è anche un modo per definire nuovi approdi didattici e per indurre comportamenti virtuosi".

Il progetto del Laboratorio nasce dalla collaborazione tra la Direzione Classica del ministero della Pubblica istruzione, l’Università di Siena - Scienze della Comunicazione, il Giscel e l’IRRSAE dell’Emilia Romagna. Il progetto coinvolgerà nella prima fase un pool di sette Regioni: Lombardia, Emilia - Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sardegna e Veneto. Per ogni regione sono state individuate sei scuole che partecipano al progetto e fra queste una con la funzione di scuola Polo.


Roma, 9 novembre 1998

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