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IL MINISTRO Caro Direttore, Ho letto la bella lettera che ha pubblicato ieri sulla prima pagina del suo giornale, nella quale un ex bambino delle elementari ci invita "a fermarci un momento" e a pensare a quanto è successo a lui e a tanti altri bambini, ragazzi e insegnanti ebrei, dall'asilo all'università, sessant'anni fa. Il 15 novembre 1998 ricorre l'anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia. Tutti conoscono l'orrore dell'Olocausto; anche i giovani nella scuola ne hanno cognizione e sensibilità. Ma pochi sanno che la campagna antisemita ebbe inizio proprio nella scuola, con l'espulsione o la segregazione degli alunni ebrei. In Germania Hitler fu eletto cancelliere del Reich nel gennaio del '33, già nel marzo dello stesso anno un decreto stabiliva che ai fanciulli di razza ebraica erano riservati banchi separati dai loro condiscepoli. In Italia ciò accadde con i "Provvedimenti in difesa della razza nella scuola fascista" emanati il 5 settembre del '38 e attuati con un Regio decreto legge del 15 novembre. Per non cancellare questa pagina della nostra storia, di cui c'è ancora traccia negli archivi della scuole italiane, il 17 novembre ho promosso insieme all'associazione "Miriam Novtch" un incontro dal titolo "La scuola della memoria" nella scuola media "Giuseppe Mazzini" di Roma, al quale parteciperanno il Rabbino Elio Toaff ed ex bambini del 1938 . Ho notizia di altre analoghe iniziative della scuola a Torino, Napoli, Trieste, Firenze ecc. Il nove ottobre scorso ho inviato una circolare alle scuole per ricordare il 60mo della promulgazione delle leggi razziali: un invito per le scuole che autonomamente vogliano raccoglierlo, non per celebrazioni rituali, ma per richiamare l'attenzione dei giovani sul contesto storico in cui furono promulgate e sugli eventi cui dettero origine. Abbiamo anche predisposto un apposito finanziamento per i progetti che, a conclusione del loro itinerario didattico, prevedano la visita a uno dei campi di sterminio nazista. Le scuole sono un archivio della memoria, dove sono raccolte, purtroppo a volte negli scantinati, tracce di quegli eventi che coinvolsero bambini e insegnanti. Sarebbe bello se non solo la scuola ma anche altri enti associazioni e, perché no, gli stessi giornali si facessero promotori di iniziative che stimolino gli studenti alla ricerca storica. Luigi Berlinguer Indietro |
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