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 Normativa

Dipartimento per i servizi nel territorio
Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione

Prot. n. 1081/DIP/Segr. Roma, 30 aprile 2003
Allegati  

Oggetto: INDIRIZZI OPERATIVI DEL CAPO DIPARTIMENTO PER I SERVIZI NEL TERRITORIO E PER LO SVILUPPO DELL'ISTRUZIONE SULLE ATTIVITA' DI GESTIONE PER L'ANNO 2003

IL CAPO DIPARTIMENTO

VISTA la Direttiva Generale sull'azione amministrativa e sulla gestione per l'anno 2003 emanata dal Ministro con atto in data 14 gennaio 2003, prot. n. 231/MR e registrata dalla Corte dei Conti in data 11 aprile 2003, elenco n. 80, registro n.1, foglio n. 289;
VISTO il Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e successive modificazioni ed integrazioni, concernente il riordino delle Amministrazioni dello Stato, a norma degli articoli 11 e 15 della Legge 15 marzo 1997, n. 59;
VISTO in particolare l'articolo 5 del succitato Decreto Legislativo n. 300/99 con il quale vengono individuate le finalità ed i compiti dei Dipartimenti, nonché le attribuzioni dei Capi Dipartimento;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica dell'11 ottobre 2001, con il quale i due Dipartimenti operanti presso l'ex Ministero della Pubblica Istruzione sono stati affidati ad un solo responsabile che ha assunto la titolarità del Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione e la reggenza del Dipartimento per i servizi nel territorio;
VISTE le Direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 15 novembre 2001 e dell'11 novembre 2002 con le quali sono state evidenziate, tra l'altro, le politiche intersettoriali di cui le Amministrazioni devono tenere conto in fase di programmazione annuale degli interventi;
VISTA la Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 febbraio 2003, recante indirizzi per il monitoraggio dello stato di attuazione del programma di Governo, nella quale, tra l'altro, si sottolinea l'esigenza che il Piano generale di Governo, la programmazione strategica settoriale, definita con la Direttiva annuale del Ministro, e la relativa, successiva programmazione operativa siano logicamente e sequenzialmente correlate;
VISTO il Decreto-legge del 25 settembre 2000 n. 212, convertito con modificazioni nella Legge 25 novembre 2002, n. 268, contenente misure urgenti per la scuola, l'università, la ricerca scientifica e tecnologica e l'alta formazione artistica e musicale;
VISTA la Legge 27 dicembre 2002, n. 289 (finanziaria 2003) e in particolare l'art. 35, recante misure di razionalizzazione in materia di organizzazione scolastica;
VISTO il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria per gli anni 2003-2006;
CONSIDERATO che il Capo Dipartimento, in esecuzione della Direttiva Generale sull'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2003, deve emanare indirizzi operativi volti a realizzare le finalità e gli obiettivi specificati dalla stessa nel quadro delle linee politiche generali individuate dal Ministro, nonché porre in essere gli interventi più idonei a garantirne l'attuazione;
VALUTATI i risultati raggiunti dall'Amministrazione nell'anno 2002 e riportati nelle schede e nella relazione sull'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2002;
VISTO il proprio provvedimento prot. n 1/Dip/U01 del 2 gennaio 2002 e successive modificazioni ed integrazioni, con il quale sono state disciplinate le attribuzioni degli Uffici di supporto e di diretta collaborazione del Capo Dipartimento;
VISTA la propria nota prot. n. 3201 del 3 dicembre 2002, con la quale sono state individuate le linee di indirizzo programmatiche per l'anno 2003;
RITENUTA l'esigenza di adottare, in attuazione della citata Direttiva generale sull'azione amministrativa e la gestione e per il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi sopra accennati, apposito Atto di Indirizzo al quale le Direzioni Generali ed i Servizi debbono attenersi nello svolgimento della propria azione, in coerenza col proprio ruolo istituzionale e con le proprie funzioni e nel rispetto degli obiettivi da raggiungere singolarmente e attraverso collaborazioni ed interazioni;
CONSIDERATO che il perdurante regime di transizione, che caratterizza gli assetti strutturali, organizzativi ed operativi dell'Amministrazione e che interessa una parte dell'anno 2003, in attesa dell'attuazione degli atti di normazione che porteranno all'effettiva riunificazione degli ex Ministeri della Pubblica Istruzione e dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, impone l'adozione di indirizzi flessibili ed adattabili al particolare contesto ed alle specifiche contingenze, alla luce di quanto, tra l'altro, previsto nella citata Direttiva del Ministro;
CON RISERVA degli adeguamenti e degli adattamenti che dovessero rendersi necessari in relazione ai predetti interventi di riforma dell'Amministrazione;

E M A N A

il seguente Atto contenente indirizzi ed obiettivi operativi degli Uffici centrali e periferici per l'anno 2003.
Costituiscono parte integrante dello stesso le allegate schede recanti gli Obiettivi Operativi che declinano i Macro Obiettivi individuati nella Direttiva del Ministro per il 2003. Con successivo atto, sarà definita una più analitica scansione operativa degli obiettivi stessi e sarà individuato un sistema di indicatori semplificato e di natura sperimentale che consenta un efficace e strutturato monitoraggio degli esiti dell'azione amministrativa intrapresa rispetto agli obiettivi prestabiliti.

I PROFILI E I PUNTI ESSENZIALI DELLA DIRETTIVA GENERALE SULL'AZIONE AMMINISTRATIVA E LA GESTIONE PER L'ANNO 2003 CON RIFERIMENTO AI MACRO OBIETTIVI PRIORITARI.

Ai fini di una puntuale ed esaustiva individuazione degli indirizzi, degli obiettivi operativi e dei programmi d'azione cui debbono conformarsi gli Uffici centrali e periferici nell'anno 2003, si richiamano, in sintesi, le linee generali e i profili strategici della Direttiva Generale del Ministro sull'azione amministrativa e la gestione, in quanto presupposto e riferimento obbligato del presente atto di indirizzo:

  • piena aderenza al Documento di Programmazione Economico-Finanziaria, alle previsioni di cui alla Legge 27 dicembre 2002, n. 289 (finanziaria 2003), ai documenti di programmazione generale, alla legislazione, sia vigente che in itinere, con specifico riguardo all'Amministrazione scolastica;

  • miglioramento della qualità e dei livelli del servizio scolastico, attraverso una riforma complessiva del sistema dell'istruzione e della formazione e l'adozione di una serie di iniziative di supporto, di promozione e di potenziamento;

  • realizzazione di un'offerta formativa di più alto e qualificato profilo, in grado di corrispondere alle attese e ai bisogni individuali e complessivi di una società in rapida evoluzione e tecnologicamente avanzata quale quella in cui viviamo;

  • valorizzazione della centralità dell'alunno e delle famiglie;

  • migliore qualificazione del personale e in particolare di quello docente;

  • rigorosa razionalizzazione e qualificazione della spesa;

  • adozione, promozione e sviluppo di modelli organizzativi intesi a modernizzare e a rendere più efficiente l'Amministrazione nelle sue articolazioni centrali e periferiche;

  • semplificazione e snellimento dell'azione amministrativa;

  • valorizzazione delle professionalità più capaci;

  • più ampia diffusione e potenziamento delle iniziative e soluzioni di informatizzazione dei servizi della Scuola e dell'Amministrazione, anche nel quadro delle linee programmatiche individuate e definite dal Ministro per l'innovazione e le tecnologie;

  • aumento della capacità di programmazione e di omogeneità della gestione;

  • responsabilizzazione dei Dirigenti in ordine ai risultati delle attività amministrative e della gestione e valutazione degli stessi secondo criteri oggettivi e misurabili.

Le linee generali e i profili strategici sopra indicati recepiscono, a loro volta, i principi guida ai quali si ispira il piano programmatico del Governo in materia di istruzione e formazione e trovano esplicitazione in una serie di macro-obiettivi e di specifiche aree operative.
In funzione di tali macro obiettivi ed aree operative e delle relative scansioni temporali, la Direttiva Generale sull'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2003 reca apposite Schede.

Interventi di competenza del Capo Dipartimento

Nell'ampio quadro programmatico e progettuale, nel quale si collocano i citati macro obiettivi e aree operative, si innestano gli interventi e le fasi di attività di competenza delle Direzioni Generali e dei Servizi. Di tali interventi di seguito si individuano i più significativi, tenendo a riferimento, per ragioni sistematiche e per comodità di riscontri, la Direttiva del Ministro.

Interventi riferiti al sistema scolastico e formativo:

  • predisposizione e realizzazione delle azioni attuative dell'ampio e complesso disegno di riforma riguardante gli ordinamenti scolastici, gli organi collegiali, l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica, la disciplina degli istituti atipici, il sistema nazionale di valutazione;

  • consolidamento dell'autonomia scolastica, in coerenza con le esigenze di riforma degli ordinamenti scolastici e con le iniziative finalizzate ad una migliore qualificazione, efficacia ed efficienza dei servizi scolastici e dell'offerta formativa in generale;

  • potenziamento dei raccordi e delle interazioni tra il sistema dell'istruzione e il mondo della produzione e del lavoro, anche sulla base di intese e convenzioni con imprese, enti e soggetti competenti e a vario titolo interessati;

  • coinvolgimento sempre più esteso e proficuo delle Regioni, degli enti locali e di altri soggetti rappresentativi di interessi delle realtà territoriali nella ridefinizione di importanti parti ed aspetti del sistema educativo e formativo e nel relativo funzionamento, in un contesto di più avanzati equilibri e interazioni tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale;

  • sostegno e consulenza alle scuole nella progettazione dell'offerta formativa, anche in sintonia con le esigenze culturali, sociali ed economiche espresse in ambito regionale e locale;
  • ulteriore definizione e impulso alle iniziative legate ai settori dell'istruzione e formazione tecnica superiore e dell'educazione degli adulti, al fine di accogliere il maggior numero possibile di giovani, in relazione alle risorse finanziarie disponibili e mettere gli stessi in condizione di raggiungere livelli di qualificazione atti a favorirne l'occupazione sia in ambito locale che nazionale e comunitario, nonché ad innalzare le competenze di base della popolazione adulta;

  • prosieguo e potenziamento dell'integrazione tra scuole paritarie e sistema di istruzione statale come parti dell'unico sistema scolastico nazionale;

  • attivazione in via ordinaria e graduale messa a regime del Servizio Nazionale di Valutazione, a conclusione della fase sperimentale;

  • partecipazione con maggiore impegno di proposta e di realizzazione ai progetti di carattere comunitario ed extracomunitario, bilaterali e multilaterali.


Interventi riferiti agli alunni e alle famiglie:
  • potenziamento dell'offerta formativa con specifico riguardo alla prevenzione e al contrasto del disagio giovanile, all'innalzamento dei livelli di scolarità e dei tassi di successo scolastico, alla partecipazione all'esercizio della cittadinanza, alla valorizzazione della componente familiare nel progetto educativo scolastico, al rafforzamento dell'orientamento per favorire l'integrazione sociale, all'integrazione scolastica degli alunni delle aree a rischio di devianza sociale e criminalità minorile, al sostegno degli alunni in situazioni di handicap, al supporto didattico degli alunni ricoverati in strutture sanitarie;

  • attivazione di azioni e di misure atte a garantire, nell'ambito della collaborazione istituzionale con le Regioni e gli enti locali, il graduale esercizio del diritto-dovere all'istruzione e formazione per almeno 12 anni fino al o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica professionale entro il 18° anno di età, più ampie e proficue possibilità di accesso agli I.F.T.S., nonché un effettivo sviluppo delle opportunità relative all'educazione permanente;

  • promozione e maggiore diffusione delle attività motorie e sportive;

  • ordinato e puntuale avvio dell'anno scolastico 2003/2004, portando a definizione in tempo utile tutte le operazioni finalizzate al regolare assetto delle platee scolastiche, alla sistemazione, utilizzazione e nomine del personale dirigente, docente ed ATA, nonché ponendo in essere, anche con la collaborazione degli enti locali, le iniziative necessarie a garantire il corretto e regolare funzionamento dei servizi scolastici;

  • coinvolgimento consapevole e partecipato degli studenti e delle famiglie nell'attivazione delle innovazioni del sistema scolastico e formativo e la piena fruizione del diritto allo studio;

  • apertura sempre più estesa a forme di alternanza scuola-lavoro, come ulteriore arricchimento e personalizzazione degli interessi formativi degli studenti che abbiano conseguito il 15° anno di età.


Interventi riferiti al personale della Scuola:
  • formazione del personale della scuola statale e paritaria sugli importanti temi della innovazione del sistema di istruzione e formazione e sul mutato assetto disciplinare, organizzativo e tecnologico;

  • previsione e determinazione delle quantità di organico e relativa assegnazione agli Uffici scolastici regionali, nel quadro e in attuazione delle disposizioni regolanti la materia;

  • programmazione e gestione a livello centrale e locale delle fasi operative e degli adempimenti riferiti allo stato giuridico e alle situazioni contrattuali del personale dirigente, docente e non docente, di ruolo e non di ruolo, e, in particolare, all'istituto della mobilità;

  • monitoraggio, controllo costante dei dati significativi e calcolo delle incidenze sulla spesa attraverso l'acquisizione e la gestione da parte del Sistema informativo di una serie di funzioni relative alla consistenza degli alunni, delle classi, dei posti, compresi quelli di sostegno e delle relative deroghe, dei carichi orari, delle diverse tipologie dei rapporti di lavoro, ecc..

  • consulenza e sostegno alla programmazione, progettazione e realizzazione di attività complementari integrative dell'iter formativo, al fine di favorire, sviluppare e rafforzare le capacità di socializzazione, la formazione personale, la cultura dell'orientamento, l'educazione alla convivenza civile degli studenti ed estendere il coinvolgimento e la partecipazione dei genitori alle scelte educative e ai percorsi formativi della scuola;

  • sostegno e orientamento alla realizzazione di percorsi formativi flessibili, differenziati, aderenti alle diverse esigenze dei giovani, aperti al fare e all'agire, nonché ad interazioni col mondo della produzione e del lavoro;

  • attuazione, per le parti di competenza, delle previsioni contenute nel Contratto collettivo nazionale della scuola per il quadriennio 2002-2005, con particolare riferimento alle previsioni relative all'incremento dell'efficacia e dell'efficienza del sistema scolastico e al miglioramento dei rapporti con i destinatari del servizio.


Interventi riferiti al personale dell'Amministrazione:
  • studio, progettazione, adozione, di concerto con il settore dell'Università e Ricerca, delle misure volte all'unificazione dei ruoli del personale e all'adozione di istituti contrattuali, economici e normativi rispondenti allo scopo;

  • razionalizzazione, nell'ottica della riforma dell'Amministrazione e della nuova architettura di sistema, secondo un disegno unitario e complessivo della organizzazione e della gestione delle risorse finanziarie e umane dell'Amministrazione;

  • prosecuzione e ampliamento delle iniziative volte ad ammodernare e rendere più efficienti gli assetti logistici e i servizi relativi al personale;

  • predisposizione e attuazione di un piano generale di formazione, aggiornamento e riqualificazione del personale stesso, dando contestuale impulso alle azioni finalizzate al rafforzamento motivazionale, allo sviluppo di competenze informatiche, linguistiche e tecnologiche;

  • potenziamento di beni e servizi e gestione informatica dei flussi documentali;

  • maggiore e più sistematico impulso alle relazioni sindacali, anche nell'ottica di un proficuo e collaborativo confronto riferito alle iniziative contrattuali;

  • impianto, sviluppo e messa a regime di un efficace sistema di programmazione, monitoraggio e controllo gestionale che coinvolga in maniera organica e sistematica gli uffici centrali e periferici e consenta di verificare e valutare i risultati raggiunti e di individuare eventuali correttivi per la rimozione di disfunzioni, carenze e ostacoli e per il pieno raggiungimento degli obiettivi;

  • valorizzazione delle migliori competenze e professionalità;

  • potenziamento e miglioramento delle azioni volte alla costituzione, con specifico riferimento ai dirigenti, di un sistema di valutazione obiettivo, trasparente e partecipato;

  • attuazione della Direttiva del Ministro per l'innovazione e le tecnologie del 9 dicembre 2002, riguardante la trasparenza amministrativa e la gestione elettronica dei flussi documentali;

  • attivazione di iniziative idonee a garantire continuità ed efficienza di esercizio al sistema informativo;

  • diffusione e potenziamento delle infrastrutture, delle tecnologie e delle procedure informatiche attraverso la creazione di reti di collegamento tra gli uffici centrali e periferici, le istituzioni scolastiche, le autonomie locali;

  • realizzazione delle soluzioni occorrenti per completare l'interconnessione della rete informatica tra l'ex M.P.I. e l'ex M.U.R.S.T..


Interventi riferiti alle risorse finanziarie:

Gli interventi in questione assumono importanza fondamentale ai fini del raggiungimento degli obiettivi preventivati dall'Amministrazione e dalle istituzioni scolastiche. Si tratta di interventi da inquadrare in un'ottica di tipo progettuale e programmatico, finalizzati alla puntuale e corretta realizzazione delle procedure e degli adempimenti relativi alla previsione, allocazione e gestione della spesa e da valutare in funzione dei risultati da raggiungere.
In tale logica si rivela indispensabile che gli uffici e gli organi interessati si attivino attraverso azioni idonee e coordinate, che garantiscano innanzitutto celerità nell'utilizzo dei fondi, riducendo al massimo le dispersioni temporali e gli inconvenienti derivanti dalle differenti scansioni dell'anno finanziario e dell'anno scolastico, dagli aggravi procedurali e operativi, nonché dalla complessità e entità delle incombenze e dei passaggi di competenze. Tra l'altro, l'attuale assetto organizzativo, non più di tipo gerarchico-formale ma a conformazione reticolare, strutturato per livelli e per funzioni, basato sulla circolarità e sull'efficienza delle collaborazioni tra i diversi soggetti ed organi coinvolti, necessita, per una corretta, sollecita e proficua manovra della spesa, di interazioni e coordinamenti puntuali e continui, tra i Dipartimenti, i Servizi centrali, gli Uffici Scolastici regionali e le istituzioni scolastiche.
E' noto che le risorse finanziarie alle quali si fa riferimento sono quelle imputate ai titolari dei Centri di responsabilità ed iscritte nelle Unità di base dello stato di previsione della spesa per l'anno 2003 (così come individuate nel Decreto in data 21 dicembre 2002 del Ministero dell'Economia e delle Finanze e nel Decreto del M.I.U.R. in data 2 gennaio 2003, con il quale sono state assegnate le risorse stesse a detti Centri), nonché quelle rientranti nello stato di previsione del MIUR, riguardanti l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa, le indennità e i compensi per l'esame di Stato, la sicurezza nei luoghi di lavoro, le tecnologie didattiche , ecc..
Nell'articolato e complesso panorama delle attività da porre in essere per la gestione e l'utilizzazione di tali risorse, assumono priorità:

  • relativamente agli stanziamenti dei fondi da ripartire, iscritti nello stato di previsione del Ministero, la distribuzione e assegnazione, in tempi congrui, agli Uffici Scolastici regionali, per l'attivazione delle successive, immediate procedure di destinazione alle istituzioni scolastiche;

  • relativamente alle somme iscritte nello stato di previsione degli Uffici scolastici regionali, quali autonomi centri di responsabilità, la sollecita ripartizione e assegnazione delle stesse alle istituzioni scolastiche in coerenza con le scansioni dell'anno scolastico e con le finalità da realizzare;

  • il potenziamento delle iniziative di consulenza e di assistenza tecnica alle scuole sulle materie giuridico-contabili;

  • l'attivazione di sistemi di monitoraggio e di controllo che diano trasparenza e visibilità al sistema e che consentano di verificare in itinere e conclusivamente la rispondenza tra gli obiettivi preventivati e i risultati raggiunti.

In coerenza con tale quadro di riferimento sono state ampliate e potenziate presso gli Uffici centrali e locali apposite unità operative, per l'azione di monitoraggio e di controllo, collegate organicamente tra loro, in modo da strutturare un sistema compiuto e virtuoso attraverso il quale rilevare:
  1. le tendenze emergenti dalle gestioni amministrativo-contabili delle istituzioni scolastiche;

  2. la utilizzazione delle risorse finanziarie per la realizzazione del programma annuale;

  3. il livello di realizzazione del P.O.F.;

  4. le modalità di formazione degli avanzi di amministrazione.

Partendo dalla considerazione che il bilancio delle istituzioni scolastiche è un bilancio a finanza derivata, si rileva che, allo stato, il circuito Direzioni Generali centrali - Direzioni Generali regionali - Istituzioni scolastiche - non sempre si chiude, in quanto occorre disciplinare in maniera più puntuale la base di ritorno delle informazioni all'Amministrazione che ha erogato i contributi.
Nell'ottica, poi, di un costante e puntuale controllo dei flussi di spesa relativi al personale docente e ATA, in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato, sono state attivate presso il Sistema informativo apposite funzioni di acquisizione dei dati e di monitoraggio, sia a livello centrale che presso gli uffici territoriali. Inoltre sono stati predisposti periodici e mirati riscontri finalizzati all'accertamento continuo della consistenza delle dotazioni di organico in rapporto all'entità della popolazione scolastica e all'incidenza di taluni fattori e circostanze (aree e contesti in situazioni di disagio socio-ambientale, economico, ecc., alunni in particolare condizioni, ecc.). In relazione alle suaccennate finalità nell'anno 2003 va riservata particolare cura, da parte degli uffici interessati, all'ulteriore potenziamento e ampliamento delle predette funzioni e alla maggiore efficienza dell'azione complessiva di gestione e di verifica dell'uso delle risorse e dell'andamento della spesa in particolare.

Interventi relativi all'edilizia scolastica ed alla sicurezza:
Il patrimonio edilizio scolastico presenta notevoli carenze sia sotto il profilo strutturale (con punte di notevole degrado in alcune realtà territoriali per lo più concentrate in aree meridionali) che della rispondenza alle norme antisismiche e di sicurezza. E ciò nonostante l'impegno di Province e Comuni - responsabili della fornitura, della manutenzione, dell'adeguamento e della messa a norma degli immobili adibiti all'uso scolastico - e i notevoli sforzi di carattere finanziario prodotti negli ultimi anni anche da questo Ministero, attraverso il ricorso ad apposite sovvenzioni ai citati Enti, finalizzate soprattutto alla messa a norma delle strutture e degli impianti.
Tra l'altro, recentemente la situazione si è ulteriormente aggravata anche per effetto di note emergenze ed eventi calamitosi, che hanno interessato alcune aree del Paese. In relazione a quanto sopra, si rende necessario che questo Ministero (in particolare la Direzione Generale competente per l'edilizia) provveda, nell'anno 2003, alla definizione di un piano generale di interventi finalizzato al graduale superamento delle carenze e precarietà in atto e all'adeguamento delle strutture e degli ambienti ai bisogni di una Scuola veramente moderna e al passo con i tempi: questo anche in coerenza con le previsioni della normativa di riforma degli ordinamenti scolastici.
In tale ottica si collocano una serie di iniziative preliminari e di supporto, da attivare o da potenziare e mettere a regime: costituzione e aggiornamento della banca dati; acquisizione di professionalità all'altezza del compito, instaurazione di rapporti e interazioni con il Ministero delle infrastrutture, gli enti locali e con altri Uffici e livelli istituzionali e operativi a vario titolo interessati e coinvolti in materia di strutture e di sicurezza; finanziamento, attraverso mutui, di appositi programmi; formazione e aggiornamento del personale; un più puntuale raccordo con gli Uffici scolastici regionali e locali sui temi legati alla specifica materia.
Tale complesso e articolato quadro progettuale, organizzativo e operativo deve comprendere anche la serie delle incombenze legate alla previsione di cui alla legge n. 289 del 27 dicembre 2002, in particolare dell'art. 80, comma 21, che dispone l'inserimento, nell'ambito del programma delle infrastrutture strategiche di cui alla legge n. 443 del 21 dicembre 2001, di un piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, con particolare riferimento a quelli insistenti nelle zone a rischio sismico, da presentare al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica di concerto con il Ministero delle Infrastrutture, sentita la Conferenza unificata.
La concreta attuazione di tale piano costituisce impegno prioritario e cogente dell'Amministrazione scolastica. Tale impegno si è già concretizzato nell'elaborazione di mappe ricognitive dello stato degli edifici scolastici riferite a ciascuna regione e, nell'ambito regionale, alle diverse realtà locali, mappe che costituiranno la base di riferimento per l'individuazione delle necessità, per l'assunzione delle priorità, per la quantificazione dei costi. Con riguardo a tali dati ed elementi, le Regioni e gli Enti locali si attiveranno, secondo le proprie competenze, in stretta sintonia e sinergia con l'Amministrazione (Uffici centrali, regionali e locali) e con gli altri livelli istituzionali e organi a tanto deputati.

Principali risultati raggiunti nell'anno 2002
I risultati raggiunti dall'Amministrazione nell'anno 2002 sono riportati nella Relazione sull'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2002 e nelle Schede alla stessa allegate.
Tuttavia, considerata:

  • la stretta connessione tra la fase programmatoria relativa all'anno 2003 e quella della valutazione a consuntivo dell'azione amministrativa concernente l'anno 2002;

  • la valenza pluriennale di alcuni interventi, con conseguente necessità di riprogrammare gli stessi a valere dall'anno 2003;

  • l'esigenza di individuare, per gli obiettivi non pienamente realizzati nell'anno 2002, le relative azioni correttive delle cause di scostamento rilevate,


si ritiene utile un richiamo ai principali risultati raggiunti nell'anno 2002:
  • accentuazione e potenziamento del ruolo dell'Amministrazione quale servizio a supporto della scuola dell'autonomia, ponendo al centro le esigenze degli studenti e delle famiglie;

  • consolidamento dell'obiettivo del regolare avvio dell'anno scolastico;

  • forte sensibilizzazione e coinvolgimento dei responsabili degli Uffici scolastici regionali, che ha consentito di rispettare le scadenze previste dalla normativa vigente anche grazie ad un efficace livello di condivisione degli obiettivi;

  • attuazione di un valido e mirato supporto in termini di assistenza e consulenza alle scuole da parte delle strutture degli uffici regionali e territoriali;

  • proficua collaborazione con il gestore dei servizi informativi, sia sotto il profilo programmatorio che del potenziamento e della semplificazione delle procedure, anche ai fini del monitoraggio e della valutazione ex ante, in itinere ed ex post del sistema; in tale ottica si pone l'attivazione di apposite funzioni che hanno consentito di raccordare taluni importanti aspetti della gestione (organici, classi, personale, ecc.) ai flussi di spesa e di predisporre e attivare i correttivi occorrenti per un'accorta e consapevole azione di utilizzo delle risorse;

  • avvio delle attività propedeutiche all'attuazione della riforma degli ordinamenti scolastici, finalizzate agli approfondimenti delle aree tematiche, all'informazione e alla sensibilizzazione sui contenuti e sui profili caratterizzanti, nonché alla progettazione di interventi formativi riservati al personale della scuola;

  • sperimentazione di alcuni profili rilevanti della riforma, scaturita dall'esigenza, nelle more dell'approvazione della legge di delega, di creare modelli operativi e di riferimento nei settori scolastici per primi interessati al varo della riforma stessa, vale a dire la scuola dell'infanzia e quella elementare;

  • sperimentazione del nuovo sistema di valutazione;

  • conclusione delle attività finalizzate all'adeguamento della disciplina relativa alle composizioni delle Commissioni degli esami di Stato;

  • potenziamento dell'autonomia scolastica, in consonanza ed in prosecuzione di iniziative avviate nei decorsi anni;

  • prosieguo delle azioni volte alla piena realizzazione della parità scolastica, mediante la pianificazione nei tempi previsti per la ripartizione delle risorse e attraverso analisi mirate all'elevazione dei livelli di qualità ed efficacia delle attività formative delle scuole paritarie, anche ai fini dell'erogazione dei contributi finanziari;

  • attivazione di un sistema di monitoraggio e allineamento delle banche-dati esistenti al fine di dotare l'Amministrazione di una base informativa e conoscitiva della scuola paritaria, completa e continuamente aggiornabile;

  • rafforzamento, soprattutto attraverso la promozione di percorsi pilota integrati per l'assolvimento dell'obbligo formativo, delle collaborazioni con le Regioni e gli Enti locali, nonché dei rapporti tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale, anche in attuazione degli indirizzi comunitari e con il potenziamento dei rapporti e delle interazioni tra sistema scolastico e mondo della produzione e del lavoro (alternanza scuola/lavoro, tirocini e impresa formativa simulata);

  • ulteriore consolidamento del sistema degli IFTS, attraverso una migliore strutturazione dello stesso nel territorio nazionale e la determinazione degli standard delle competenze di base e trasversali dei tecnici superiori;

  • avvio degli interventi per rafforzare le competenze di base della popolazione adulta e per sostenere il potenziamento della domanda di educazione degli adulti, nel quadro degli indirizzi comunitari in materia di lifelong learning (interventi che hanno determinato l'aumento del numero dei centri territoriali e delle relative utenze e consentito la conclusione della ricerca sugli standard delle competenze di base degli adulti);

  • prosieguo delle iniziative relative alle politiche giovanili mediante progetti e azioni di contrasto della dispersione scolastica, l'adozione di sistemi educativi per meglio orientare gli studenti al senso della cittadinanza, una maggiore partecipazione di studenti e genitori ai processi educativi con il coinvolgimento delle associazioni studentesche e la messa a regime dei Forum delle Associazioni dei genitori, l'avvio di una sistematizzazione, secondo una rinnovata politica educativa nel settore, delle molteplici iniziative già avviate al fine di ricondurle in un quadro unitario sotto il profilo progettuale e finanziario;

  • individuazione e formalizzazione dei criteri di valutazione dei dirigenti scolastici;

  • prosieguo delle azioni volte a garantire la qualità della formazione del personale della scuola, assicurando continuità alle attività di formazione e aggiornamento del personale amministrativo, nonché al processo di riqualificazione, ai fini dell'avanzamento professionale (processo che si è interrotto per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n.194 del 9 maggio 2002);

  • messa a disposizione dei Dirigenti dell'Amministrazione di opportunità di qualificazione e formazione in materia di metodiche e di strumenti gestionali più avanzati;

  • avvio delle procedure di reclutamento dei dirigenti scolastici con la pubblicazione del bando di concorso riservato ai presidi incaricati;

  • realizzazione di efficaci azioni di formazione in ingresso dei docenti neo-assunti, in coerenza con le previsioni del piano di governo;

  • rafforzamento dell'orientamento in linea con le politiche educative europee, al fine di supportare efficacemente la riforma del nostro sistema di istruzione;

  • qualificata partecipazione ai progetti dell'OCSE, ai progetti internazionali relativi all'insegnamento e all'apprendimento linguistico;

  • sostegno ai progetti e alle iniziative di carattere internazionale funzionali alle innovazioni in corso;

  • significativa espansione in campo internazionale dell'influenza italiana a livello educativo e formativo (testimoniata, ad esempio, dalla predisposizione e dall'avvio di progetti di formazione di docenti di altri Paesi);

  • più ampia partecipazione dell'Amministrazione e delle scuole ai principali programmi comunitari nell'ambito del PON Scuola 2000/2006;

  • realizzazione di campagne di informazione radio-televisive, di iniziative editoriali, di pubblicazioni e momenti partecipativi che hanno raggiunto un pubblico (tra famiglie, studenti, insegnanti, operatori della Scuola e non) quantificabile in circa 9.950.000 persone;

  • attivazione delle procedure di gara per l'affidamento della gestione del sistema informativo del MIUR;

  • definizione e avvio di un piano di attività finalizzate alla formazione informatica dei docenti, all'inserimento nel sistema informativo delle scuole non statali, al completamento delle procedure per l'automazione dei processi amministrativi;

  • rilevazione dei principali bisogni formativi del personale amministrativo delle istituzioni scolastiche ed avvio dei corsi finalizzati all'approfondimento dei temi e delle problematiche legate alla nuova struttura del bilancio delle scuole;

  • ulteriore diffusione delle procedure di gestione automatizzata del bilancio ed attivazione in via sperimentale del mandato telematico, con conseguente semplificazione delle procedure e abbreviazione dei tempi di pagamento.


Struttura dei Dipartimenti


L'ampio e complesso processo riformatore che da tempo interessa l'Amministrazione scolastica nelle sue articolazioni centrali e locali si concluderà, fondatamente, nel corso dell'anno 2003 (fatti salvi ulteriori adeguamenti connessi alla riforma del Titolo V della Costituzione). All'attuale architettura del sistema dell'istruzione, recepita e disciplinata dai Decreti del Presidente della Repubblica 1 dicembre 1999, n. 477 e 6 novembre 2000, n. 347, con i quali è stato determinato in via provvisoria il riordino dell'ex Ministero dell'Università e della Ricerca e dell'ex Ministero della Pubblica Istruzione, subentrerà un nuovo modello che sul piano strutturale e organizzativo andrà a ridisegnare in senso complessivo l'assetto e l'articolazione degli Uffici e dei Servizi.
Si chiuderà, così, un convulso e incerto periodo di transizione e si realizzeranno le condizioni per il definitivo superamento della tradizionale struttura ordinamentale di tipo piramidale, accentrata, autoreferente, impostata su logiche gestionali, verticistiche e gerarchico-formali.
Allo stato, in attesa dell'adozione del nuovo Regolamento, il settore dell'istruzione continua ad operare con i due attuali Dipartimenti, quello per lo Sviluppo dell'istruzione e quello dei Servizi nel territorio, ai quali, ai sensi del D.P.R. 11 ottobre 2001, rimane preposto un solo Capo Dipartimento.
Dal Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione dipendono i seguenti Uffici centrali:

  • Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici;

  • Direzione Generale per la Formazione e l'Aggiornamento del Personale della Scuola;

  • Direzione Generale per le Relazioni Internazionali.


Dal Dipartimento per i Servizi nel Territorio dipendono i seguenti Uffici centrali:
  • Direzione Generale per l'Organizzazione dei Servizi nel Territorio;

  • Direzione Generale del Personale della Scuola e dell'Amministrazione;

  • Direzione Generale per lo Status dello Studente, per le Politiche Giovanili e per le Attività Motorie;

  • Direzione Generale per l'Istruzione Post-Secondaria, degli Adulti e per i Percorsi Integrati;


Nel settore dell'istruzione, a regime vigente, operano i tre Servizi di seguito indicati, che, ciascuno per la parte di competenza, svolgono attività di supporto nei confronti dei Dipartimenti e delle Direzioni Generali:

  • Servizio per gli Affari Economico-Finanziari;

  • Servizio per l'Automazione Informatica e l'Innovazione Tecnologica;

  • Servizio per la Comunicazione.

Le Direzioni Generali Regionali, pur non essendo organicamente incardinate nei Dipartimenti, debbono conformarsi alle linee di indirizzo ed alle indicazioni di questi ultimi ed operare in maniera coerente con le missioni e il disegno complessivo dell'Amministrazione. In sintonia con l'articolazione unitaria del Ministero, prevista dal Decreto Legislativo n. 300/1999, il Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione e il Dipartimento per i servizi nel territorio interagiscono e collaborano attivamente e in maniera puntuale col Dipartimento dell'Università e della Ricerca, con riferimento ai profili e agli aspetti comuni delle rispettive aree di attività.
Col riordino del Ministero a livello centrale e periferico e l'unificazione in un unico soggetto istituzionale del Ministero dell'Istruzione e del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, nel settore dell'istruzione interverranno significativi cambiamenti che andranno ad incidere sul numero, la costituzione e le attribuzioni degli Uffici. Tali cambiamenti non andranno a modificare la natura e la consistenza delle missioni, degli obiettivi e delle funzioni sin qui individuate, considerata la loro autonoma connotazione rispetto all'impianto e ai compiti delle strutture e unità operative e attesa la loro collocazione nel quadro di atti rientranti nel programma di azione del Governo e nella Direttiva del Ministro sulla gestione e sull'azione amministrativa.
Per effetto di quanto sopra, si renderanno, comunque, necessarie la ricontestualizzazione e la ridistribuzione delle citate missioni, direttive e funzioni, nell'ambito di una nuova architettura di sistema e attraverso l'adozione di ulteriori indirizzi ai sensi del richiamato articolo 5 del Decreto Legislativo n. 300/99.

Compiti e obiettivi dei due Dipartimenti


I due Dipartimenti, nel quadro dell'ordinamento vigente e nelle linee di una comune strategia, tenendo a riferimento l'attività svolta e i risultati raggiunti nel 2002, danno attuazione alla Direttiva Generale sull'azione amministrativa e la gestione relativa all'anno 2003, interpretandone il senso e la portata anche in funzione delle nuove esigenze connesse alle previsioni del disegno di riforma dell'Amministrazione.
Tra i principi guida, contenuti nella citata Direttiva, assumono particolare rilievo a seguito delle innovazioni intervenute nel sistema dell'istruzione e della formazione:
  • la compiuta realizzazione della centralità della Scuola, dell'alunno e delle famiglie come condizione essenziale per la crescita umana, civile e culturale e il protagonismo dei giovani;

  • un'offerta formativa di qualificato profilo, all'altezza delle sfide che ci attendono, che si riveli valida e competitiva anche in ambito comunitario;

  • la realizzazione di servizi scolastici efficienti e in grado di corrispondere alle attese ed alle esigenze dell'utenza, dei contesti territoriali e della società nel suo complesso. E ciò in sintonia con le logiche organizzative e operative di un sistema a prevalente struttura reticolare, ordinato per livelli e per funzioni, con forte connotazione pluralista, aperto al confronto e alla circolarità degli apporti e alle nuove interazioni con le Regioni e gli Enti locali.

Alcuni dei compiti e degli obiettivi dei menzionati Dipartimenti, per la loro ampiezza e consistenza e per il fatto di collocarsi in una logica di tipo processuale e progettuale di ampio e articolato respiro, trascendono la durata dell'anno e, pertanto, nel 2003 faranno registrare esiti non definitivi, ma solo parziali. Di qui l'esigenza di pianificare e programmare l'intero iter delle attività da porre in essere e le relative scansioni temporali, nonché di verificarne gli stati di avanzamento e i risultati sino a completa realizzazione.
Nell'assolvere ai propri compiti, i due Dipartimenti debbono ispirarsi a criteri di funzionalità, efficacia, efficienza, economicità e flessibilità. Inoltre, debbono operare al proprio interno, in stretta e costante collaborazione, in maniera da assicurare circolarità alle informazioni, trasparenza nell'attività, buon andamento ai servizi e imparzialità nelle scelte. I cennati compiti, classificabili in strumentali, di organizzazione e di gestione, attengono ad ambiti e materie omogenee, si riferiscono ai macro-obiettivi ed agli obiettivi operativi individuati nelle Schede allegate e vanno gestiti nel contesto di interventi organici, coerenti e sistematici.
In particolare, le predette Schede riportano i macro-obiettivi ed i risultati attesi indicati nella Direttiva Generale sull'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2003 ed individuano i sotto-obiettivi dipartimentali in funzione dei quali le diverse strutture progettano, programmano e svolgono le loro attività.
Le Schede in questione non esauriscono ovviamente l'intera serie delle attività facenti carico al Dipartimento, alle Direzioni Generali ed ai Servizi, ma recepiscono quelle più significative, legate a profili di alta amministrazione e con implicazioni esterne.
Gli obiettivi che i Dipartimenti debbono raggiungere sono indicati nel D.P.R. n.347 del 6 novembre 2000 e nella Direttiva Generale sull'azione amministrativa e la gestione (in particolare, nelle Schede che il Ministro ha posto a corredo della Direttiva stessa). In funzione di tali obiettivi va definito e composto in maniera coerente e organica l'insieme delle iniziative e delle attività di competenza dei vari Uffici, da quelle di carattere progettuale, programmatorio e gestionale, a quelle di monitoraggio e di verifica, sia in itinere che ex post.

Tra i citati obiettivi occorre distinguere:

  • quelli perseguibili dal singolo Ufficio, nell'ambito delle proprie attribuzioni istituzionali e mediante le proprie risorse e strutture. Tali obiettivi vanno realizzati col supporto di un'adeguata programmazione e di periodici e puntuali riscontri riferiti alle varie fasi di attuazione;

  • quelli perseguibili col contributo e lo sforzo congiunto di più Uffici o Centri di responsabilità, insistenti anche in Dipartimenti diversi, che, per la loro ampiezza e valenza complessiva, richiedono l'attivazione di opportune forme di coordinamento e il ricorso a strategie comuni e condivise.

In relazione agli obiettivi della prima categoria, ciascun Direttore Generale, in attuazione degli indirizzi politico-amministrativi e delle linee programmatiche generali, deve impostare la propria attività su logiche organizzative interne all'ufficio di titolarità, distribuendo i carichi di lavoro tra i singoli dirigenti di base, dotando gli stessi delle necessarie risorse umane, strumentali e finanziarie, fornendo ogni utile apporto e sostegno, vigilando in maniera puntuale e assidua sulle diverse fasi della gestione e verificandone gli esiti.
Con riferimento agli obiettivi della seconda categoria, basati su rapporti e interazioni fra diversi Uffici e tra i relativi responsabili, si rivela essenziale l'impegno del Dipartimento di ricomporre in un quadro unitario e di sintesi le attribuzioni dislocate in settori operativi diversi all'interno o all'esterno delle strutture dipartimentali, di governare i processi, di monitorare i risultati, di porre in essere, ove necessari, interventi correttivi e di adeguamento.
In coerenza con l'articolazione unitaria del Ministero, prevista dal Decreto Legislativo n. 300/1999 e col progetto complessivo di governo del sistema, il Dipartimento per lo Sviluppo dell'istruzione e il Dipartimento per i Servizi nel territorio stabiliscono raccordi puntuali col Dipartimento dell'Università e della Ricerca, con riferimento ai profili e agli aspetti comuni e interagenti relativi alle rispettive aree di attività.

Le attribuzioni del Capo Dipartimento


Il Capo Dipartimento è preposto ai due Dipartimenti in atto funzionanti nel settore dell'istruzione.
Dal Capo Dipartimento dipendono gli Uffici di livello dirigenziale generale compresi nei Dipartimenti stessi.
Nell'esercizio dei poteri allo stesso conferiti ai sensi dei commi 3 e 4 dell'art.5 del Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300:
  1. svolge compiti di propulsione, coordinamento, direzione, controllo, vigilanza degli Uffici di livello dirigenziale generale compresi nei due Dipartimenti;

  2. elabora e definisce, con la collaborazione dei Direttori Generali, programmi, strategie e metodi di lavoro per dare attuazione agli indirizzi del Ministro;

  3. alloca le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili per l'attuazione dei programmi e il raggiungimento degli obiettivi, secondo principi di economicità, efficacia ed efficienza, nonché di rispondenza dei servizi all'interesse collettivo;

  4. assicura organicità, sistematicità, continuità, unicità di indirizzo alle attività dell'Amministrazione;

  5. adotta gli atti occorrenti per l'utilizzazione più idonea del personale, disponendo i movimenti dello stesso all'interno di ciascun Dipartimento e tra i due Dipartimenti;

  6. formula proposte per il conferimento degli incarichi di direzione degli Uffici di livello dirigenziale generale, ai sensi del comma 4 dell'art. 19 del Decreto Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29;

  7. propone l'adozione dei provvedimenti di revoca degli incarichi di direzione degli Uffici di livello generale, ai sensi del comma 7 dell'art. 19 del Decreto Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 ed è sentito nel relativo procedimento;

  8. si rapporta col Ministro per l'esercizio delle attribuzioni a questi conferite dal comma 1 dell'art. 14 del Decreto Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29;

  9. assume la responsabilità dei risultati complessivamente raggiunti dagli Uffici da lui dipendenti, in attuazione degli indirizzi del Ministro.

Inoltre:
  • convoca la Conferenza permanente, di cui all'art. 7 del D.P.R. n 347 del 6 novembre 2000;

  • indice riunioni periodiche dei Direttori Generali centrali e regionali su tutti gli aspetti e i profili più rilevanti della gestione;

  • stabilisce interlocuzioni assidue con i singoli Direttori Generali;

  • assume con continuità informazioni e dati aggiornati sulla conduzione degli Uffici, sull'andamento della gestione, sullo stato degli adempimenti e sui provvedimenti adottati o da adottare, anche attraverso l'utilizzo di procedure e strumenti operativi atti ad assicurare puntuali riscontri e verifiche;

  • costituisce gruppi di studio e di lavoro preordinati all'acquisizione di supporti tecnici ed operativi per l'emanazione di atti di portata generale e/o aventi rilevanza esterna;

  • attiva organismi di collegamento tra diversi Uffici centrali per l'esame e lo svolgimento coordinato e coerente di attività e adempimenti di carattere trasversale e di comune interesse;

  • stabilisce raccordi funzionali con i Servizi Centrali e con le Direzioni Generali Regionali e fornisce a tali Uffici indirizzi, supporti, indicazioni coerenti con l'intero disegno organizzativo, gestionale, operativo dell'Amministrazione scolastica e funzionali a linee di conduzione omogenee e assistite.

Il Capo Dipartimento, tenendo anche presenti le nuove esigenze conseguenti alla mutata articolazione e organizzazione degli Uffici e alla prossima attuazione del nuovo modello di riforma dell'Amministrazione, prosegue nell'azione intrapresa nell'anno 2002, continuando a riservare specifica cura all'esame e alla soluzione delle questioni e delle problematiche legate alla adeguatezza e al miglioramento degli assetti logistici, alla sicurezza dei luoghi di lavoro, al riordino ed alla corretta riallocazione e sistemazione degli atti e delle dotazioni, all'attuazione dei programmi e dei piani di informatizzazione e di modernizzazione riguardanti la Scuola e l'Amministrazione.
La sollecita e puntuale attuazione di piani e programmi si rivela essenziale ai fini di una effettiva e concreta messa a regime del nuovo modello organizzativo e gestionale dell'Amministrazione e del sistema scolastico e formativo che ha come nuova centralità la scuola dell'autonomia e come momenti serventi e di supporto il Ministero nelle sue articolazioni centrali e periferiche (regionali e locali).
Tale modello, per poter trovare piena applicazione e per produrre i risultati attesi, deve poter fare affidamento su un sistema informativo che colleghi, in un unico disegno progettuale, tra loro in maniera interattiva e partecipata le varie parti dell'intero contesto (Scuole, Uffici, Regioni, Enti locali, ecc.) e consenta ai soggetti interessati di comunicare e di agire in maniera interattiva e in tempo reale.
Il Capo Dipartimento prosegue nell'impegno a sostegno di una formazione e riqualificazione del personale dell'Amministrazione funzionale ai rilevanti cambiamenti in corso e all'ampio processo di riforme della Scuola, dell'Amministrazione e della società civile. Inoltre, il Capo Dipartimento, in esecuzione delle disposizioni vigenti, in conformità delle prescrizioni e indicazioni di cui al D.L.vo n. 286/99 e delle Direttive della Presidenza del Consiglio, sta dedicando particolare cura alla costituzione e alla messa in funzione del Servizio di valutazione dei dirigenti.
A tale riguardo è stato costituito un apposito gruppo di lavoro col compito di strutturare in via sperimentale un sistema di valutazione coerente con la normativa sopra richiamata e con l'assetto giuridico e gestionale del M.I.U.R.. Sono stati fissati i criteri da adottare ai fini del monitoraggio dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi preventivati e a breve tali criteri saranno resi operativi. Per quanto concerne la valutazione, si sta procedendo allo studio e alla definizione di un sistema di indicatori, da incrementare gradualmente nel tempo, idoneo a fornire elementi e dati utili per la valutazione stessa.
In previsione poi dell'ulteriore intervento di riforma del Ministero e al fine di poter disporre di una completa e aggiornata base di riferimenti che consenta la definizione degli organigrammi di ciascun Ufficio, l'individuazione e la quantificazione dei relativi carichi di lavoro e un'equa distribuzione del personale tra le varie articolazioni dell'Amministrazione complessivamente intesa (a livello centrale e periferico), il Capo Dipartimento sta procedendo ad una puntuale rilevazione degli Uffici e delle attribuzioni del personale a qualunque titolo in servizio nel settore dell'istruzione.
Al fine di portare a soluzione l'annosa questione del gravosissimo arretrato relativo alle pratiche di riscatto, ricostruzione di carriera e liquidazione delle "pensioni definitive" del personale docente e non docente, arretrato che condiziona pesantemente l'attività e il buon funzionamento degli Uffici regionali e territoriali, sottraendo, tra l'altro, cospicue risorse professionali alle attività di gestione ordinaria degli Uffici stessi, il Capo Dipartimento, d'intesa col Direttore Generale del Personale della scuola e dell'amministrazione, sta assumendo e sostenendo ogni utile iniziativa intesa ad accelerare il passaggio delle competenze dall'Amministrazione alle scuole e all'I.N.P.D.A.P..
Il Capo Dipartimento prende cura, altresì, delle relazioni con le Organizzazioni sindacali aventi ad oggetto materie di particolare rilevanza e interesse, non riservate alla contrattazione decentrata nazionale, avvalendosi, a tal fine, della collaborazione dei Direttori Generali interessati.
Il Capo Dipartimento segue con particolare attenzione l'elaborazione, lo svolgimento e la realizzazione di programmi di utilità e di progetti di particolare rilievo, di carattere nazionale ed internazionale (in particolare comunitario), in un'ottica di maggiore diffusione e di valorizzazione dell'impegno educativo e formativo della Scuola e dell'Amministrazione.
Gli atti di designazione e di nomina relativi alla costituzione di Comitati, Commissioni, Gruppi di studio o di lavoro sono di competenza del Capo Dipartimento, che li assume, su proposta o sentiti i Direttori generali competenti.
Il Capo Dipartimento, per la realizzazione degli obiettivi derivanti dall'esercizio della propria funzione e per dare uniformità e coerenza all'azione degli stessi, si avvale degli Uffici di supporto e diretta collaborazione, previsti dal D.P.R. 6 novembre 2000, n. 347. Tali Uffici operano, nell'ambito di un disegno unitario e di linee progettuali comuni, con le Direzioni Generali centrali e regionali e i Servizi e svolgono le loro azioni in maniera sinergica. In tale logica gli adempimenti vanno definiti e gestiti, pur nell'ampiezza del contesto di riferimento, nel quadro di una programmazione e pianificazione unitaria, superando frammentazioni e parcellizzazioni dei compiti, attraverso un'opera costante di propulsione, coordinamento, controllo, vigilanza e monitoraggio; ciò anche come logica e ulteriore esplicazione di quanto stabilito con la nota dipartimentale n.2 del 2 gennaio 2002, e proseguendo nell'azione di cui al provvedimento di organizzazione di pari data. Nell'ottica sopra descritta, gli Uffici sopramenzionati interfacciano la loro attività con gli Uffici centrali, assicurando una costante interazione con le Direzioni Generali e i Servizi e dando circolarità, visibilità e significato al proprio ruolo.
Nel rispetto di una linea programmatoria, organizzativa e operativa unitaria che coinvolge l'intera struttura ministeriale, il Capo Dipartimento stabilisce rapporti puntuali e assidui con il Dipartimento dell'Università e della Ricerca, con riferimento ai profili comuni più rilevanti delle rispettive aree.

Il ruolo delle Direzioni Generali Centrali


Le Direzioni Generali centrali attendono ai propri compiti secondo l'assetto ordinamentale previsto dal D.P.R. 6 novembre 2000, n. 347, avvalendosi delle risorse umane, strutturali e strumentali loro assegnate con i provvedimenti in data 20 marzo e 9 maggio 2001 e successivi atti modificativi e integrativi.
Come è stato precisato, la situazione strutturale e organizzativa suaccennata non è definitiva, tenuto conto dell'imminente riordino legato alla effettiva fusione dei due ex Ministeri, che esige una precisa definizione delle attribuzioni degli Uffici, un esame approfondito delle reali necessità degli stessi e una nuova distribuzione e allocazione del personale e dei mezzi occorrenti.
Nell'attuale quadro normativo e operativo, i Direttori Generali, per raggiungere gli obiettivi prefissati, predispongono e adottano le iniziative, gli interventi e le soluzioni atti ad assicurare livelli di impegno idonei e la massima efficacia, efficienza e trasparenza all'azione dei rispettivi Uffici. In tale ottica, i Direttori Generali debbono continuare a riservare particolare cura e attenzione ai rapporti col proprio personale, affinché lo stesso assolva alle proprie funzioni con professionalità e senso di responsabilità e motivazioni adeguate. Al fine poi di raccordare in maniera coerente il proprio impegno con l'azione complessiva e unitaria del Ministero, le Direzioni Generali valutano ed approfondiscono col Capo Dipartimento tutti i profili più significativi della gestione e dell'azione amministrativa - ivi compresi quelli relativi ai rapporti con le Direzioni Generali regionali - da quelli che chiamano in causa, direttamente o indirettamente, il ruolo e la responsabilità del vertice politico, a quelli che hanno comunque rilevanza esterna e/o carattere generale e impegnano l'Amministrazione sul piano delle scelte e delle determinazioni finali. In tale ottica, gli atti diretti al Capo di Gabinetto e agli Organi del vertice politico, da sottoporre alla valutazione e/o alla firma dei medesimi, vanno predisposti, sentito il Capo Dipartimento, e inoltrati tramite lo stesso Capo Dipartimento, perché possano essere da quest'ultimo debitamente esaminati e istruiti per l'ulteriore seguito.

Il ruolo dei Servizi


In coerenza con i compiti di natura tecnico-strumentale e a valenza trasversale loro assegnati dall'art. 5 del D.P.R. n. 347 del 6 novembre 2000, i Servizi sono tenuti a fornire i necessari supporti conoscitivi, tecnologici e di consulenza operativa al Dipartimento e alle Direzioni Generali per la migliore e più efficace realizzazione delle strategie, degli obiettivi e dei programmi di azione indicati nella Direttiva sull'azione amministrativa e la gestione, nonché negli atti di indirizzo del Capo Dipartimento.
In tale ottica i rapporti e le interlocuzioni tra i Dipartimenti e i Servizi debbono assumere carattere di assiduità e puntualità e debbono riferirsi, nel quadro di una complessiva programmazione, a tutti i profili e gli aspetti che presentino significative connessioni con la gestione e/o che producano concreti effetti sull'andamento e gli esiti della stessa.
Del pari, i Servizi debbono assicurare la loro partecipazione a tutte le iniziative e gli interventi di natura programmatoria e progettuale che impegnano il ruolo e le funzioni degli Uffici suddetti. I Servizi in questione, nell'esercizio delle attribuzioni aventi rilevanza generale o comunque attinenti ad aree che presentino notevole complessità, promuovono approfondimenti con il Capo Dipartimento e con i Direttori Generali attraverso rapporti e interlocuzioni e apposite riunioni di servizio.
I Servizi, anche al fine di una verifica costante dell'efficacia e della rispondenza della propria azione sia a livello centrale che territoriale e per l'adozione dei provvedimenti consequenziali, ricevono dal Capo Dipartimento informative periodiche in ordine ai risultati dell'attività complessiva, sia in itinere che finale, dell'Amministrazione nella sue articolazioni centrali e periferiche e, a loro volta, offrono ogni utile collaborazione e sostegno in termini di confronto, di interazioni ed informazioni.
Per quel che concerne il personale in assegnazione presso i Servizi, valgono le stesse indicazioni e istruzioni impartite per le Direzioni Generali centrali.

Il ruolo delle Direzioni Generali Regionali


Gli Uffici generali regionali costituiscono, ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. 6 novembre 2000, n. 347, autonomi centri di responsabilità amministrativa cui sono assegnate tutte le funzioni già spettanti agli Uffici periferici dell'Amministrazione della pubblica istruzione, fatte salve le competenze riconosciute alle istituzioni scolastiche autonome. Le citate Direzioni attendono alle loro funzioni in raccordo con i Dipartimenti per lo sviluppo dell'istruzione e dei servizi nel territorio.
Compito fondamentale delle suddette Direzioni è quello di dare attuazione, nei contesti di rispettiva competenza, alle politiche, agli indirizzi e alle istruzioni elaborate e impartite in sede centrale, conformandoli e adattandoli alle caratteristiche, alle situazioni ed alle necessità delle diverse realtà in una delicata e impegnativa opera di raccordo e di interazioni con le Regioni e gli Enti locali, interpreti delle vocazioni e attese dei rispettivi territori e portatori di specifiche competenze nel settore dell'istruzione e della formazione. Le prescrizioni e indicazioni contenute nella Direttiva Generale del Ministro e nel presente atto, hanno come destinatari non solo i titolari degli Uffici centrali ma anche quelli delle strutture periferiche, in quanto le attribuzioni di questi ultimi, declinate sul territorio, si inquadrano nelle medesime aree funzionali.
Tale quadro di riferimento, unitamente alle competenze che hanno la loro fonte nel tessuto normativo vigente (e che configurano un nucleo di competenze esclusive), individua gli ambiti e le linee portanti su cui deve svilupparsi l'attività complessiva delle Direzioni Generali Regionali.
Ciò precisato, ferma restando l'autonomia del ruolo delle Direzioni Generali regionali, le stesse debbono osservare livelli di coerenza e di omogeneità comportamentale e operativa con riferimento ad aspetti e profili della gestione aventi rilevanza generale e realizzare raccordi funzionali con l'Amministrazione Centrale.
In tale ottica i due Dipartimenti, sotto la direzione del Capo Dipartimento e nel quadro di linee progettuali comuni, forniscono alle Direzioni Regionali indirizzi, orientamenti e istruzioni, supporti interpretativi, ecc. e ne verificano la coerenza in sede di attuazione. Le citate Direzioni, dal canto loro, nell'assolvere ai propri compiti e per il raggiungimento degli obiettivi preventivati, opereranno in coerenza con gli indirizzi operativi impartiti dal Capo Dipartimento.
A tal fine il Capo Dipartimento, con riferimento a temi, adempimenti e problematiche di più significativa portata e aventi rilevanza generale, stabilisce interazioni e interlocuzioni puntuali e ricorrenti con i citati Uffici, sia attraverso gli ordinari flussi di comunicazione che attraverso lo strumento delle Conferenze di servizio, sia, infine, attraverso l'attivazione di riunioni e di occasioni di confronto e di approfondimento. Inoltre i Dipartimenti, le Direzioni Centrali e i Servizi, con riguardo a questioni ed a problematiche particolarmente complesse e impegnative, definiscono e attuano interventi di sostegno e di supporto all'attività degli Uffici regionali, se necessario anche attraverso l'invio di proprio personale in loco.
I Dipartimenti verificano, poi, la regolare corrispondenza dei risultati, intermedi e finali, agli esiti individuati con gli atti sopracitati, predisponendo e pianificando l'utilizzo delle soluzioni più utili. In tale ottica, sono costituiti e resi operativi mezzi e strumenti di controllo di gestione, servizi di monitoraggio stabili che individuano e valutano costantemente l'assetto, il funzionamento e l'attività degli uffici e degli organi titolari di talune attribuzioni particolarmente rilevanti e i risultati conseguiti in itinere e a conclusione delle fasi operative finali. Inoltre, il Capo Dipartimento fornisce alle Direzioni regionali istruzioni e indicazioni sulla tempistica degli adempimenti rientranti nelle previsioni dei piani programmatici. Nell'ambito di tale quadro di riferimento, gli Uffici regionali elaborano rapporti e resoconti aggiornati sulle attività di competenza di più significativo rilievo e in sintonia con gli obiettivi da raggiungere e da far tenere ai Dipartimenti e alle Direzioni generali centrali e ai Servizi competenti. A tal fine saranno successivamente fornite indicazioni sulle modalità e sulla tempistica da seguire.

Le attività di programmazione, di monitoraggio e di controllo


Per poter verificare i livelli di corrispondenza tra gli obiettivi preventivati e i risultati raggiunti, va potenziato e meglio attrezzato l'attuale servizio di monitoraggio degli esiti, intermedi e finali, delle azioni e degli adempimenti ad essi correlati. L'efficienza di tale servizio presuppone una idonea e puntuale programmazione che consenta di individuare e graduare gli obiettivi, di definire gli interventi da porre in essere, di organizzare le risorse umane e strutturali a disposizione, di prevedere le soluzioni e le risposte possibili, di applicare i correttivi eventualmente occorrenti, anche attraverso la riprogrammazione degli obiettivi.
L'attività di programmazione e di monitoraggio deve costituire una delle priorità dei Dipartimenti e delle Direzioni Generali, in quanto strumento irrinunciabile per:

  • conoscere e valutare adeguatamente i risultati di volta in volta raggiunti;

  • intervenire con eventuali adeguamenti e soluzioni in corso d'opera;

  • attivare opportuni flussi di comunicazione con il Capo Dipartimento;

  • acquisire elementi e dati sintetici per l'azione di reporting verso il livello politico;

  • corrispondere alle richieste del Servizio di controllo interno, cui compete il controllo strategico.

Il complesso delle procedure e delle tecniche attraverso cui si realizza il monitoraggio deve mettere in condizione il Dipartimento di colloquiare con gli Uffici e i Servizi a mezzo di appositi programmi e codici di comunicazione ed a ciascuno dei soggetti interessati di effettuare i propri riscontri interni secondo interventi coerenti e omogenei.
Il quadro istituzionale di riferimento in materia di monitoraggio risulta arricchito dalle indicazioni e prescrizioni delle Direttive della Presidenza del Consiglio del 15 novembre 2001 e dell'11 novembre 2002 e, da ultimo, della Direttiva del Presidente del Consiglio del 4 febbraio 2003 (Indirizzi per il monitoraggio dello stato di attuazione del programma di Governo) le quali individuano una fase "ascendente" nella determinazione degli indirizzi dell'azione amministrativa e una "fase discendente" di monitoraggio e verifica dei tempi e del grado di realizzazione degli obiettivi relativi ai singoli settori.
In particolare, le citate Direttive, che integrano il quadro istituzionale tracciato dal Decreto legislativo n.286/99 in materia di controlli interni, delineano un contesto di riferimento metodologico, cui adeguare la programmazione ed il monitoraggio delle amministrazioni, che presenta i seguenti punti caratterizzanti:

1. La programmazione deve definire un sistema di obiettivi tra loro connessi, congruenti e gerarchizzati ed identificare un corrispondente sistema di indicatori e di valori-obiettivo ad essi riferiti, che misurino, con un buon livello di approssimazione, il grado di raggiungimento degli obiettivi medesimi (Direttiva PCM dell'11 novembre 2002)
Il sistema degli obiettivi individuato si articola in:

  • obiettivi strategici (annuali e\o pluriennali);

  • obiettivi operativi (annuali o pluriennali);

  • programmi di azione.

Gli obiettivi strategici sono definiti dal Ministro in coerenza con le priorità politiche individuate sulla base del Documento di programmazione economico-finanziaria, delle previsioni di legge finanziaria e di bilancio, della più recente legislazione di settore ovvero di altri atti di normazione eventualmente vigenti.
Gli obiettivi operativi costituiscono gli obiettivi di azione amministrativa relativi al ciclo annuale di bilancio ed alle risorse assegnate ai CRA. Rappresentano specificazioni degli obiettivi strategici, delle politiche intersettoriali prioritarie (semplificazione amministrativa, informatizzazione dell'amministrazione, razionalizzazione della spesa, miglioramento della qualità dei servizi) o, anche, obiettivi di miglioramento del funzionamento delle attività correnti dei CRA. Sono distribuiti a cascata rispetto agli obiettivi strategici e devono essere declinati dal responsabile di CRA in programmi di azione. I programmi di azione rappresentano lo strumento di articolazione delle fasi degli obiettivi operativi.

2. Il sistema degli obiettivi deve rispettare la corretta sequenza logica che lega la programmazione governativa (Piano di Governo, Dichiarazioni programmatiche del Ministro per il settore di competenza, DPEF, ecc.) alla programmazione di livello ministeriale (Direttiva annuale del Ministro e, nel nostro caso, atto di indirizzo del Capo Dipartimento). Inoltre la programmazione strategica (Direttiva del Ministro) e la successiva programmazione operativa non possono che essere più dettagliate declinazioni del programma di Governo, in un continuum logico, secondo il seguente ordine (Direttiva PCM del 4 febbraio 2003):

a)Priorità politiche
- Programma di Governo (10 pilastri; 5 grandi missioni; 5 grandi strategie);
- Macro aree settoriali (cioè il programma di Governo declinato secondo le varie politiche pubbliche di settore);
- Obiettivi di Governo di ciascun Ministro (Dichiarazioni programmatiche)

b) Obiettivi strategici dell'azione amministrativa e della gestione (Direttiva annuale del Ministro);

c) Obiettivi operativi e programma di azione (Capo Dipartimento e Direttori generali);

3. Il sistema di monitoraggi (Direttiva PCM del 15 novembre 2001) deve essere in grado di:
- misurare, secondo criteri quanto più possibile oggettivi e verificabili, se gli obiettivi previsti siano stati effettivamente raggiunti;
- far emergere i motivi degli eventuali scostamenti;
- stimolare gli interventi correttivi necessari e consentire la valutazione dei dirigenti per i risultati; verificare la sequenza logica richiamata dal precedente terzo alinea.

Come è noto, a partire dal 2001, l'Amministrazione ha adottato una metodologia di lavoro denominata PRO.MO. (Programmazione e Monitoraggio dipartimentale) - inizialmente applicata solo nel Dipartimento per i servizi nel territorio e successivamente estesa al Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione ed ai Servizi - basata sul principio della gestione per obiettivi (MBO), finalizzata alla programmazione, al monitoraggio, alla valutazione, al costante riorientamento e adeguamento delle azioni.
L'impianto PRO.MO. risulta coerente con i principi contenuti nelle Direttive della Presidenza del Consiglio sopra citate. Pertanto le metodologie e gli strumenti di monitoraggio adottati debbono risultare coerenti con tale contesto, opportunamente potenziati ed ulteriormente condivisi con le strutture, proseguendo con le azioni informative già avviate. Questo per poter rispondere efficacemente a quanto previsto dalla Direttiva per l'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2003, che, nell'attribuire al Capo Dipartimento la competenza ad emanare coerenti indirizzi di carattere organizzativo e operativo, in attuazione della Direttiva del Ministro, per le materie di competenza dei direttori generali centrali e periferici, richiama l'esigenza che tali indirizzi siano coerenti con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'11 novembre 2002.
Ciò richiede, inoltre, l'attuazione di idonee e puntuali sinergie tra i Dipartimenti e il Servizio di Controllo Interno, tenuto anche conto dello stretto rapporto esistente tra la fase della programmazione operativa e del monitoraggio e l'azione di supporto che il Servizio di Controllo Interno, ai sensi della normativa richiamata, è chiamato a svolgere per l'individuazione di strumenti e parametri per il monitoraggio e la valutazione degli obiettivi. Per le considerazioni che precedono, si è ritenuto opportuno trasmettere le schede di programmazione in due tempi ravvicinati ma distinti. In questa prima fase si allegano le schede degli schemi di intervento finalizzate alla iniziale messa a punto delle condizioni organizzative in base alle quali, in stretta coerenza logica e cronologica, sarà successivamente individuata una più ampia scansione operativa, che consenta un monitoraggio sufficientemente articolato e approfondito degli esiti dell'azione amministrativa intrapresa rispetto agli obiettivi della Direttiva del Ministro per il 2003.
Partendo dai Macro Obiettivi e dagli Obiettivi Operativi individuati nelle allegate schede di programmazione e sulla base delle indicazioni del Servizio di controllo interno, saranno quindi predisposti appositi modelli di monitoraggio che consentiranno la rilevazione dei risultati raggiunti e costituiranno la base essenziale per l'eventuale riorientamento delle azioni delle strutture e per la necessaria e periodica opera di reporting verso il livello politico. A tali modelli si conformeranno sia le Direzioni generali dell'amministrazione centrale, sia gli Uffici regionali, i quali, come già anticipato, elaboreranno rapporti e resoconti aggiornati sulle attività di competenza di più significativo rilievo, in sintonia con gli obiettivi da raggiungere e da far tenere ai Dipartimenti, alle Direzioni Generali centrali e ai Servizi competenti.
Come in precedenza accennato, uno degli aspetti più qualificanti degli indirizzi della Presidenza del Consiglio sopra richiamati in materia di programmazione e monitoraggio riguarda l'individuazione di un sistema di indicatori che misuri il risultato atteso e consenta di effettuare il confronto alla fine del periodo di vigenza della Direttiva del Ministro ovvero della programmazione pluriennale. In attuazione di detti principi e di quanto in merito disposto dalla Direttiva del Ministro, nella successiva fase di predisposizione dei modelli utili al monitoraggio degli obiettivi saranno individuati i programmi di azione in cui si articolano gli obiettivi operativi e i correlati indicatori, nell'ambito delle tipologie individuate dalla Presidenza del Consiglio. Tale sistema di indicatori, come già anticipato, è da considerare come un primo sforzo teso ad individuare le modalità più idonee per rilevare la reale capacità di porre in essere l'attività amministrativa in modo coerente e funzionale rispetto al raggiungimento degli obiettivi. In tale ottica, il proposto sistema di indicatori riveste natura e caratteristiche sperimentali e sarà quindi oggetto di osservazioni che possano consentire di valutarne, nel corso di un costante confronto con i soggetti e gli organi interessati e coinvolti, il grado di rispondenza rispetto alle finalità. Seguiranno azioni di approfondimento e riflessioni mirate con le strutture destinatarie del presente atto, al fine di affinare e migliorare gli strumenti a disposizione, adeguarli al contesto operativo, mettendoli in sintonia con l'obiettivo finale di accrescere l'efficienza, l'efficacia e l'economicità dell'azione amministrativa dei Dipartimenti.



IL CAPO DIPARTIMENTO
Pasquale Capo

Allegati
Schede degli obiettivi operativi
formato RTF e PDF
 

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