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La bussola di riferimento dei PON Istruzione
Il trend dei principali indicatori statistici

Abstract
Il Mezzogiorno è contraddistinto da un quadro di maggiore difficoltà e disagio socio economico rispetto al Centro Nord (Pil più contenuto, maggiori tassi di criminalità, disagio sociale diffuso, livelli di povertà più accentuati, tassi di disoccupazione più elevati, minori livelli occupazionali, ecc.). Sebbene in un tale contesto di problematicità anche i dati sul sistema dell'istruzione non possano che rilevare un quadro di significativo divario territoriale, nel corso dell'ultimo decennio si sono registrati importanti miglioramenti: il fenomeno dell'abbandono scolastico si è significativamente ridotto, è aumentata la partecipazione al sistema formativo e, di conseguenza, anche il livello di istruzione della popolazione si è innalzato. L'indagine OCSE-PISA 2009 ha inoltre evidenziato segnali di forte miglioramento in un ambito, quello delle competenze raggiunte dagli studenti, che in passato ha rappresentato un'area di marcata criticità.

In tale processo di complessivo rafforzamento un ruolo importante hanno sicuramente giocato le politiche nazionali dell'istruzione che, dalla fine degli anni '90 in poi, hanno rigorosamente insistito sull'innalzamento dell'obbligo scolastico, così come gli impegni delle Regioni per il consolidamento e il miglioramento dell'offerta di formazione professionale. Il significativo avanzamento registrato dalle regioni meridionali e la progressiva riduzione del divario rispetto al Centro Nord, lascerebbero però presupporre, come evidenziato anche dall'OCSE, che un ruolo di rilievo sia svolto dall'azione dei PON Istruzione. In particolare, nel corso dell'ultimo triennio, si segnala la strategia dei PON "Competenze per lo sviluppo" e "Ambienti per l'apprendimento" che, fornendo un contributo determinante al Piano d'Azione per il raggiungimento degli Obiettivi di Servizio, hanno messo in campo azioni volte al miglioramento delle competenze dei docenti, al rafforzamento delle competenze di base dei giovani, al contrasto della dispersione e alla promozione del successo scolastico, ma anche all'accrescimento dell'uso della società dell'informazione nella scuola, alla formazione lungo tutto l'arco della vita e al rafforzamento delle infrastrutture scolastiche. Ed è proprio nel perseguimento degli Obiettivi di Servizio, in direzione dei quali è fortemente indirizzata la strategia dei PON, che sono stati ottenuti forti progressi. Si sottolinea in particolare come sia stata colmata circa il 50% della distanza rispetto ai target per il 2013 in materia di competenze in lettura e in matematica.

Importanti risultati sono stati innanzitutto ottenuti su un fronte cruciale per il miglioramento della qualità del sistema di istruzione e formazione, ovvero il contrasto all'abbandono e alla dispersione scolastica. Il fenomeno si può infatti considerare superato per la scuola elementare e in via di risoluzione - anche nel Mezzogiorno - per la scuola secondaria di I grado, ma permangono elementi di criticità in quella di II grado, in particolare nei primi due anni del ciclo, che continuano ad essere contraddistinti da forti livelli di fuoriuscita dai percorsi formativi. Anche l'indicatore relativo ai giovani che abbandonano prematuramente gli studi, che misura la percentuale di popolazione in età 18-24 anni con al massimo la licenza media che non frequenta ulteriori percorsi formativi, si attesta al 22,3%, a fronte di una media italiana del 18,8%. Si segnala però come il permanere di tale divario sia dovuto alle forti differenze nei dati di partenza, dato che nel corso dell'ultimo quinquennio i miglioramenti sono stati particolarmente marcati proprio nelle regioni meridionali, le cui performance si sono avvicinate sensibilmente a quelle del Centro Nord.

Tale tendenza trova conferma nell'andamento del tasso di partecipazione all'istruzione secondaria superiore, rispetto al quale le regioni meridionali, inizialmente in forte ritardo rispetto a quelle centro-settentrionali, hanno progressivamente ridotto il divario che le separava da queste ultime, raggiungendole e, a partire dal 2005, consolidando la propria posizione di vantaggio.

I forti miglioramenti del tasso di partecipazione all'istruzione secondaria superiore si sono tradotti, anche se, come naturale, più lentamente, in un innalzamento dei livelli di istruzione della popolazione.

I giovani in età 15-19 anni in possesso almeno della licenza media, nel Mezzogiorno, hanno raggiunto il 98%, in linea con la media italiana. Meno positivo è il dato relativo al tasso di scolarizzazione superiore (72,4%), che non raggiunge livelli di eccellenza neanche al Centro Nord: 78,3% a fronte di un benchmark europeo fissato per il 2010 pari al 85%. I valori più bassi sono registrati da alcune regioni meridionali, quali Sicilia, Puglia e Campania. Si tratta d'altra parte di contesti contraddistinti da situazioni di partenza molto svantaggiate e i miglioramenti nella partecipazione al sistema di istruzione richiedono tempo per riflettersi in un aumento significativo del livello di istruzione della popolazione. Ciò è a maggior ragione vero per la popolazione adulta: la percentuale di coloro che detengono il livello di istruzione secondaria inferiore quale livello massimo di scolarizzazione raggiunge il 53,7% nelle regioni meridionali e il 46,1% a livello nazionale. Su questo fronte, su cui comunque nel corso degli ultimi anni si è registrato un significativo miglioramento (quattro punti percentuali nell'arco di 5 anni), il margine di intervento dei PON è d'altra parte molto ridotto. Limitato è il campo di azione dei Programmi anche sull'orientamento delle scelte universitarie. Nonostante il trend di miglioramento, il distacco del Mezzogiorno dal Centro Nord nel numero di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche per mille abitanti in età 20-29 anni rimane molto marcato (8,2 per mille a fronte del 14,7 per mille). Il dato relativo alle regioni meridionali risente però anche dei significativi fenomeni di mobilità, tali per cui molti giovani frequentano le facoltà tecnico-scientifiche delle università del Nord.

In tale quadro di marcato miglioramento, si inseriscono i risultati dell'Indagine OCSE-PISA 2009 sulle competenze degli studenti quindicenni negli ambiti della lettura, della matematica e delle scienze, che evidenziano un forte miglioramento nei risultati delle regioni meridionali.

Il divario fra le performance degli studenti del Mezzogiorno e quelli del Centro Nord appare infatti fortemente attenuato rispetto alle indagini precedenti, in conseguenza di un processo di convergenza che vede le regioni meridionali registrare progressi molto più marcati rispetto a quelle del Centro Nord.

Con riferimento alla literacy in lettura, la percentuale di studenti con scarse competenze, nel periodo 2000-2009, è passata dal 28,5% al 27,5% nel Mezzogiorno, mentre è aumentata, dal 11,6% al 16,6%, nel Centro Nord. Il miglioramento è però particolarmente marcato rispetto alle rilevazioni del 2003 e del 2006, in cui gli studenti con scarse competenze, nel Mezzogiorno, avevano raggiunto rispettivamente il 35% e il 37%.